Le Primarie di Mario Oliverio nelle Lande Desolate. Appello per boicottare un pericoloso Plebiscito di Regime

20 settembre 2019, 13:00 Politica.24

Primarie “in house”? Avanza a passo di marcia il dubbio che le Primarie promulgate d’imperio da Mario Oliverio, il Presidente Oligarca della Regione Calabria, siano sempre più in odore di Primarie di Regime. Lo dicono non solo e non più gli avversari del sempre più contestato Presidente calabrese, ormai fuori dai ranghi del suo stesso partito, quel Pd di Zingaretti che lo ha ormai proscritto dai suoi candidati ufficiali, ma anche sempre di più altri osservatori politici e qualche raro giornalista indipendente. Tanto che il quesito di queste ore si va vieppiù sostanziando e legittimando, inseguendo questa strofa: Boicottare le Primarie del Presidente Oligarca, respingere il tentativo reazionario e subdolo di strumentalizzare la democrazia diretta.


di Vito Barresi

Il ragionamento, suggestivo per quanto effettuale, suona come un tarlo sul legno di uno Stradivari: e se il totalitarismo trovasse terreno fertile e spazi politici strumentali, oltre che nella geografia di uno Stato Nazionale, anche in quella più piccola e circoscritta di una Regione?

Se l’oligarchia, il potere personale, facesse capolino sotto le mentite spoglie del “governatorato”, mascherandosi, appunto, altrimenti in quella logica bolsa e liberticida detta “presidenzialismo regionalista”, dietro cui si nasconde, a prescindere, il totalitarismo gestionale e operativo di un solo Presidente, che riassume in sé tutti i poteri materiali e 'ideologici' del regionalismo?

Se fosse vero questo assunto, tutti i calabresi dovrebbero temere le imminenti e trombazzate elezioni primarie, per la scelta del nome del nuovo presidente della Regione Calabria, vale a dire, anche secondo il più scalcinato dei bookmaker, sempre lo stesso soggetto con qualche chilogramma di carichi pendenti.

Primarie che, per il contesto sempre più allarmante in cui si svolgeranno, cioè una Regione Calabria intaccata moralmente e penalmente da una vera e propria filiera di inchieste giudiziarie pesantissime, in cui si denunciano vari e sordidi collegamenti tra politica e affari, criminalità e voto di scambio, e in cui si trovano coinvolti alcuni membri del Consiglio Regionale, persino agli arresti in carcere, consultazioni cioè che vedrebbero in lizza quali principali “match winner”, il duo dei 'Maruzzi' cosentini, Mario Oliverio e Mario Occhiuto, diversamente accusati dalla magistratura di specifici reati e irregolarità, potrebbero rappresentare una sorta di “condizionamento” alla libera determinazione degli elettori e alla stessa regolarità del prossimo voto reale effettivo ed efficace per la stessa scelta del nuovo presidente della Regione Calabria. Almeno così dicono gli avversari.

Sapete quando è nata la parola boicottaggio? È un termine non molto antico, fine ottocentesco, che venne in uso nelle campagne irlandesi durante una gloriosa lotta contadina contro il lavoro sottopagato.

Magari, osserverete perplessi, ma che c’entra questo apologo con le primarie proposte dal Presidente della Regione Calabria, l’oligarca Oliverio con le quali vengono chiamati alle urne i calabresi, a margine di un notevole dispendio di finanze pubbliche, in ultima analisi, per scegliere di fatto il suo nome, ratificarne il potere, il dominio come se fosse un plebiscito?

Se la democrazia non è identica a un consiglio per gli acquisti, forse è anche per questo che si va facendo largo la preoccupazione di un eventuale uso oligarchico e antidemocratico delle primarie regionali.

Un passaggio facoltativo che potrebbe, sempre ipoteticamente, implicare l’acquisizione e il successivo controllo di dati anagrafici particolarmente sensibili, una “risorsa” che potrebbe dar vita ad una vera e propria banca dati degli elettori, persino ad una loro tracciabilità geo referenziata, entrando in possesso di informazioni sensibili che resterebbero a disposizione dell’istituzione regionale, ma anche, volendo, del suo ultimo e corrente governo in carica.

Non avendo la Regione in quanto ente la titolarità di una propria anagrafe elettorale, che ha invece la sua base naturale, legale e costituzionale negli uffici elettorali comunali, c’è chi intravede in tale tipo di primarie il rischio di effettuare un improprio censimento, al limite delle norme vigenti, con il pericolo che possa trasformarsi in qualche forma di monitoraggio e di controllo.

Boicottarle (questo il lemma del dizionario di analisi politica) potrebbe, addirittura, essere la mossa giusta per ribellarsi, auto tutelarsi per far fallire un tentativo subdolo di ingannare ancora una volta l’intera Regione Calabria.

Il successo di un boicottaggio, come movimento non strutturato, dipende dalla sua capacità di diffondere il messaggio.

Ecco perché secondo molti amareggiati cittadini, davanti alle pericolose nonché discutibili Primarie dell’Oligarca, bisognerebbe fare un Appello a tutti i calabresi di ogni parte d’Italia per boicottare e far fallire una sfacciata manovra antidemocratica, invitando tutti a disertare le urne aperte dal Presidente Oligarca.