Greta Thumberg Presidente della Regione Calabria? Un candidato/a per una svolta climatica regionalista e carismatica

25 settembre 2019, 18:40 100inWeb | di Vito Barresi

Esiste una Greta Thunberg tra la gioventù e le ragazze calabresi? Molto probabilmente esiste realmente, e il suo “alias” calabrese, quasi certamente, agisce nella mente e nei cuori di tante giovani donne calabresi, come un avatar, un ologramma, un segno simbolo di riscatto e libertà, anche se coperto dalla coltre di un amara, persino amorevole sofferenza, un dolore collettivo e generazionale, accanto a una nuova consapevolezza che per salvare questa “maledetta” Regione Calabria non bastano più neanche le lacrime degli Dei.


di Vito Barresi

La Calabria ha bisogno di una figura carismatica, una sua Gretra Thumberg, una donna, un uomo, ma poi in sostanza un pensiero, un’idea, un progetto condiviso, che si sostanzia in un’alleanza ampia per il presente e il futuro, tale che possa guidare la Regione nel lungo difficile percorso che va dal 2020 fino ai prossimi Anni ’30.

Oliverio, Scopelliti, Loiero e “compagnia brutta” hanno impedito con ogni mezzo che tale tipo di nuova personalità carismatica e razionale venisse formata, educata, preparata, per guidare la Calabria di oggi e quella del domani.

Ecco perché ogni candidatura che non sia Greta Thunberg, altrimenti proposta dalle forze politiche che controllano e comandano questa Regione ha il sapore del vecchio, il gusto rancido di un passato violento, corrotto, antidemocratico, demagogico, colluso con i poteri forti della ‘ndrangheta e del parassitismo di Stato.

Ogni altra proposta che non sia verde e ambientalista, è bene dirlo subito, sarà un imbroglio, una delusione, un raggiro spietato e scaltro, l’ennesimo tradimento dei prepotenti contro il potente ma oppresso desiderio di giustizia, qualità, orgoglio e identità che cova, ormai esacerbato e avvelenato dal rancore e dalla rassegnazione, nell’animo di tutti i calabresi onesti.

Tutto il mondo è alla ricerca di un più forte impegno per superare la problematica transizione dall’era del petrolio. Dalla vecchia industrializzazione occorre passare ad una nuova epoca di svolta ecologica e climatica che pone al centro della vita umana una radicale trasformazione dei processi produttivi e dell’utilizzo delle fonti energetiche.

Chiunque voglia far credere che la Calabria è fuori da questo immenso gioco globale del cambiamento climatico, disinteressata alla svolta ecologica, non solo intende tutelare i propri interessi, ma manifesta chiaramente le sicure avidità di chi ha accumulato immensi patrimoni economici, proprietà private, conti in banca, con la politica, alle spalle dei beni comuni.


Bisognerebbe suggerire a Gratteri una grande

inchiesta sociologica e giudiziaria

sugli arricchimenti illeciti realizzati tramite la politica


Per questo vogliono ancora una volta impedire che nel presente i calabresi, purtroppo quelli rimasti, possano iniziare a costruire lo sviluppo futuro di questa terra antichissima.

Terrorizzati di perdere i loro averi sono contro l’essere dei calabresi. E forse per questo bisognerebbe suggerire a Gratteri di realizzare una grande inchiesta sociologica e giudiziaria sugli arricchimenti illeciti che in Calabria si sono realizzati tramite la politica.

Sono questi l’errore e non i calabresi e la Calabria. Sono loro il peccato assoluto più che mai difeso da agguerrite truppe cammellate, ben appostate nelle istituzioni e nei principali organi di informazione, a mezzo stampa e televisivo.

Sono loro i principali e veri nemici di quei milioni di giovani calabresi che in questi ultimi 20 anni sono stati costretti ad abiurare alle loro origini, di fatto convogliati sui vagoni dell’esodo, dagli orrori degli affaristi e dei politicanti, i padroni di una politica che ha promosso un vero e proprio esodo biblico, lo stesso che ha reso più povera economicamente, più vulnerabile alla criminalità, più fragile umanamente, più debole culturalmente e più arretrata territorialmente questa straordinaria regione.

Tutti gli osservatori politici regionali (molti dei quali fortemente tendenziosi e parziali in quanto collegati a ben precisi uomini del potere amministrativo e politico) sanno bene che sul tema delle alleanze e delle coalizioni per conquistare il potere alla Regione Calabria vi sono forti pressioni e giganteschi interessi in ballo.

Così come noi sappiamo che nel corpo sociale ed elettorale vi sono al momento orientamenti del tutto contraddittori e spesso confusi che si prestano all’esercizio di manovre politiche diversive che puntano alla spaccatura di un Popolo frammentato, anche se più che mai sensibile al cambiamento climatico dell’intero territorio regionale per come esso appare sempre più collegato ai livelli deteriorati della sanità e della salute pubblica.


La Calabria ha bisogno prima di tutto

di una Regione ribattezzata e riconvertita integralmente

alla soluzione delle emergenze ambientali


Per questo la Calabria ha bisogno prima di tutto di una Regione Calabria ribattezzata e riconvertita integralmente alla soluzione delle emergenze ambientali nel quadro di una innovazione produttiva agricola, industriale, turistica, infrastrutturale ed intermodale che sta al centro di un programma politico regionalista discontinuo, diverso e innovativo, qualitativo e per questa via nella sua essenza carismatico.

Non fosse altro che, per dirla alla Max Weber, laddove il potere non è carismatico, e ovviamente anche razionale, non potrà esistere alcun uomo o alcuna donna che ne riassuma personalisticamente, egocentricamente, le straordinarie “performance” di coesione e solidarietà.

Tutto ciò non può che costituire il principio che dovrebbe guidare la linea di condotta di quanti a livello nazionale, nelle segreterie politiche romane, sono responsabili delle scelti locali, devono scegliere al più presto, non solo un programma, non solo un candidato, ma elaborare un pensiero strategico che sia coerente, adeguato e sincero rispetto alle problematiche integrate e connesse che la sfida climatica pone in Calabria e nei suoi territori.

Sono certo che questa figura carismatica esiste, è reale, agisce nel contesto della vita pubblica e comunitaria della Regione Calabria.

Occorre solo avere il coraggio, la pazienza e la determinazione di rompere definitivamente con la vecchia logica del ceto politico, interessato, cooptato, quasi sempre, come purtroppo ci insegna la storia, compromesso con ogni tipo manifesto e latente di ‘ndrangheta campanilista, localista, parassitaria e classista.

Ecco perché alla Regione Calabria serve come il pane quotidiano un Presidente alla Greta Thunberg.