Decreto Clima. L’era del Green New Deal è iniziata ma tra le polemiche

11 ottobre 2019, 13:56 Outside24
Sergio Costa

L’era del Green New Deal è iniziata. Ieri il Consiglio dei ministri ha infatti approvato il decreto clima, fortemente voluto dal ministro dell’ambiente Sergio Costa. Decreto che parte dalla rottamazione di auto e motorini, passa per gli incentivi da conferire ai commercianti che attrezzeranno 'green corner' per vendere prodotti sfusi, fino alle corsie preferenziali per i mezzi pubblici, scuolabus ecologici e la creazione di nuove aree verdi nelle città. In tre anni il governo Conte dovrà sborsare 450 milioni di euro per rendere il paese più green friendly.


di Enrica Tancioni

Le misure contro i tagli ai sussidi dannosi per l’ambiente sono state invece rinviate alla legge di Bilancio. Il decreto clima prevede dunque questa divisione dei fondi: 40 milioni di euro per i Comuni che si attrezzeranno per realizzare le corsie preferenziali dei bus; 20 milioni di euro per l’acquisto di scuolabus elettrici o ibridi. 30 milioni di euro andranno invece per la piantumazione di alberi e creazione di nuove aree verdi nelle città

Giro di vite anche per i commercianti che potranno usufruire di 20 milioni di euro per attrezzare i propri punti vendita con “green corner”, ovvero aree per l’acquisto di prodotti sfusi.

Il decreto poi prevede l’aumento di poteri e di risorse dei commissari che si occupano delle bonifiche delle discariche abusive e della depurazione delle acque. Questo per tentare di risolvere il problema delle infrazioni ambientali.

Istituito poi un buono mobilità per le città e le aree sottoposte a infrazione europea per la qualità dell’aria. Verranno difatti stanziati 255 milioni di euro per garantire fino a 1500 euro per la rottamazione dell’auto fino alla classe euro 3 e fino a 500 euro per i motocicli a due tempi. I soldi potranno essere spesi in tre anni per abbonamenti a mezzi pubblici o acquisto di biciclette.


Il database pubblico sulla trasparenza dei dati ambientali


L’Ispra, l’Istituto superiore per la ricerca ambientale, sarà inoltre impegnato a dare vita a un database pubblico, grazie a una dotazione di un milione e mezzo di euro, in cui saranno inseriti dati relativi alla trasparenza dei dati ambientali. I concessionari di servizi pubblici dovranno rendere disponibili in rete i risultati delle rilevazioni effettuate.

Il ministro Costa ha definito il decreto “primo atto normativo del nuovo governo”, e ha parlato di “primo pilastro di un edificio le cui fondamenta sono la legge di bilancio e il Collegato ambientale, insieme alla legge Salvamare, in discussione alla Camera, e a ‘Cantiere ambiente’, all’esame del Senato”.

Se il ministro degli esteri, Luigi di Maio, parla di “grande primo passo”, le opposizioni hanno criticato il decreto. La deputata della Lega Vannia Gava ha infatti definito questo provvedimento “ridicolo” e “pieno di marchette”.

Mentre il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, ha lamentato la mancanza di concertazione per la scrittura del provvedimento. Ha infatti affermato che “non si possono fare prima i decreti e poi sentire le parti sociali. Avere un decreto prescindendo dal confronto è per noi un metodo criticabile”.

Piovono critiche anche da parte del mondo ambientalista e in particolare da Greenpeace per la quale il decreto clima non si può ritenere tale, dato che inciderà davvero molto poco sulla lotta all’emergenza climatica in corso, per cui occorrerebbero provvedimenti ben più radicali. A partire da una seria svolta pro-rinnovabili e da una drastica rimodulazione dei sussidi ai combustibili fossili”.

È invece considerato un “accrocchio di norme, alcune insignificanti, messe insieme per dare un titolo e fare finta di occuparsi seriamente dei cambiamenti climatici” da parte del leader dei Verdi, Angelo Bonelli.