Strane Manovre sulla data del voto in Calabria? Oliverio Oligarca tra Elezioni senza Preavviso e Allarme Democrazia

23 ottobre 2019, 10:52 Politica.24

Non è per polemica, quanto per ben circostanziate ragioni storiche, ideologiche e politiche, se si indugia ancora a rileggere attentamente, alla moviola, la cronaca regionale di questi ultimi sei mesi. Dai dati oggettivi, tra atti e fatti, essa risulta costellata dai gravissimi atteggiamenti politici e istituzionali del Presidente della Regione Calabria Mario Oliverio.


di Vito Barresi

Un uomo che di fatto ha scelto, con la sua ostentata e arrogante inerzia nell’indicare sollecitamente e correttamente la data precisa delle Elezioni del Consiglio Regionale e del Presidente della Giunta, di “tiranneggiare” i calabresi, imponendo a questi i tempi e i modi della sua strategia personalistica di potere e comando, senza che ogni eventuale autorità di controllo della legalità, persino la più potente Magistratura antimafia di Catanzaro, possa fare qualcosa per scoraggiare ogni eventuale mossa in direzione di una minacciosa e allarmante condizione liberticida e antidemocratica, in cui potrebbe trovarsi costretta questa terra.

Non sfuggirà, ai politologi nazionali e agli osservatori attenti della vita pubblica regionale, l’anomala situazione da regime di “prorogatio” infinita, la “manfrina” oscena e invereconda, con cui l’attuale Presidente uscente Oliverio, continua a far permanere la Regione Calabria, quasi in ostaggio di una data che ancora non c’è, nell’assoluta indifferenza e silenzio di altre istituzioni di controllo, compresa la magistratura di competenza, a Catanzaro e altrove.

Non sarà, per caso, che anche in Calabria, accanto ad altri nefasti fenomeni socio-politico-istituzionali, è purtroppo cresciuta la mala pianta del totalitarismo turco alla Erdogan?

Proprio da questa distorta miscela di carrierismo, gruppi di pressione, lobbismo di paese e campanile, nepotismo e familismo politico, intrecciato con l’infiltrazione e il presidio della ‘ndrangheta anche in sede di Consiglio regionale, può ingenerarsi il virus, e costituirne la base, di un pericoloso quanto inedito “totalitarismo regionalista”.

Così le speranze di eguaglianza e partecipazione dei calabresi sarebbero gettate definitivamente negli abissi di un mare profondo come fossero le chiavi della cella di un ergastolano.

Manovrando a proprio piacimento, senza concertazione né consultazione con le varie forze politiche, quelli che dovrebbero essere i tempi corretti, saltando quasi scientificamente, la “quarantena” elettorale, l’applicazione della par condicio, il crono-programma civile e opportuno che rendono “normale” lo svolgimento del confronto, la presentazione dei programmi e dei candidati, stravolgendo i modi e i luoghi del dibattito, finalizzato alla libera determinazione del voto degli elettori.

Si domanda, pertanto, se dietro il “mistero” della data delle elezioni regionali, ancora ufficialmente non indette, si nasconda qualche strategia e tattica di quanti, pianificano intenzionalmente di impedire il libero esercizio democratico della partecipazione democratica alla fase pre-elettorale, specie per le espressioni di minoranza politica e sociale e il dissenso, evidentemente con fini di potere personalistico e totalitario, snaturando e negando alcune basilari garanzie di libertà e accesso.

Tutto ciò potrebbe essere molto inquietante, tale da richiedere immediatamente uno scatto di tutela democratica, un sussulto di dignità costituzionale e di sana protesta popolare da parte non solo delle forze politiche ma di tutta la società civile calabrese.