Legge Segre in Calabria. Appello ai candidati Presidente per istituire la Commissione Regionale contro razzismo e antisemitismo

1 novembre 2019, 19:29 100inWeb | di Vito Barresi
Liliana Segre

L'appello rivolto a tutti i prossimi candidati a Presidente della Regione Calabria è diretto, chiaro, immediato, concreto, vincolante: sottoscrivere fin da subito, già in campagna elettorale, in testa al proprio programma politico e amministrativo, la solenne dichiarazione d'impegno a far approvare, quale prima legge della nuova legislatura del Consiglio Regionale della Calabria, l'XIesima per l'esattezza, identicamente alla legge quadro già approvata in Senato, su proposta della senatrice a vita Liliana Segre, una Commissione straordinaria consiliare per contrastare l’hate speach, il razzismo, l’antisemitismo, l’intolleranza e la violenza.


di Vito Barresi

"Gli odiatori, quasi tutti anonimi, devono sapere che la democrazia sa difendere secondo giustizia i propri valori e i diritti delle persone.”

Una legge significativamente voluta da Liliana Segre, dopo il clamore suscitato dallo scandalo dei 200 messaggi di insulti al giorno ricevuti dalla senatrice, ricolmi fra l'altro di odio antisemita.

L’invito che rivolgo qui ha la forma di semplice esortazione ai candidati alla carica di Presidente della Regione Calabria, per sensibilizzarli e sollecitarli, affinché venga prioritariamente posta in capo ai lavori della prima seduta del nuovo Consiglio Regionale, a Reggio Calabria, l’approvazione di una apposita Legge Regionale concernente “L'istituzione di una Commissione straordinaria regionale per combattere il razzismo, e ogni forma di istigazione all’odio”.

Tale scelta appare non solo solenne quanto propedeutica all’avvertita esigenza di un rilancio degli stessi valori fondativi che furono all’origine del regionalismo calabrese, rinnovando e rafforzando quei valori democratici e antifascisti inalienabili con un nuovo presidio che anche in Calabria, terra di migranti, minoranze e religioni, ha la sua ragion d’essere nella difesa e nella tutela della legge e della civiltà della tolleranza e dell’accoglienza.

La legge Segre nasce non da pretesti di parte o da false notizie e mitologie su un immaginario ritorno a tragici momenti del passato, ma sulla spinta della campagna europea contro l’hate speech on line, ovvero le parole di odio che straripano dal web, sui social network, sui blog.

Con lo sloganSilence hate-Changing words changes the world” e l’hashtag #silencehate, l’Europa sta cercando di arginare l’orribile deriva che genera quotidianamente xenofobia, antisemitismo, islamofobia, razzismi vecchi e nuovi, cyberbullismo e altre forme di intolleranza.

Tutta la comunità politica democratica, sensibile e attenta a questi gravi rigurgiti, ha condannato con fermezza tali insulti rivolti ad una parlamentare illustre, reduce da Auschwitz e testimone della Shoah, nel mentre la destra si è sottratta con la sua astensione, presentando mozioni volte a svuotare di contenuto della legge: la Lega, con una mozione con cui si chiedeva di utilizzare la Commissione contro i migranti e i musulmani, e non a contrastare l’hate speach; Forza Italia difendendo la libertà di pensiero e di opinione quasi fosse minacciata dalla mozione Segre.

Su temi di tale rilevanza occorre mettere da parte le distinzioni ed essere tutti uniti e convergere unitariamente nel consolidare le basi comuni e condivise di un nuovo e diverso regionalismo senza con questo voler politicizzare tali valori ma rendendoli segno distintivo e caratterizzante di ogni autentica politica, senza più tergiversare nella condanna di ambigui incubatoi che allignano in altri e pericolosi ritorni di ideologie nazionaliste ed etnocentriste.