Rifiuti e scorie radiottive sul Porto di Crotone? Dalla centrale di Montalto di Castro in arrivo nave containers

27 novembre 2019, 09:00 100inWeb | di Vito Barresi

Sale la preoccupazione a Crotone e in provincia per la ventilata “ipotesi” che il Porto possa essere utilizzato come sito di stoccaggio di rifiuti speciali industriali nucleari di seconda categoria provenienti dalla Centrale elettrica di Montalto di Castro.


Secondo alcune voci in proposito, che meriterebbero ulteriore verifica e conferme prima di tutto da parte dei preposti uffici comunali, provinciali, regionali e portuali, sarebbe stata autorizzato il transito e il temporaneo stoccaggio sulle banchine del porto nord della città, di un certo numero di containers con un cospicuo quantitativo di scorie provenienti dalla dismessa Centrale elettro nucleare costruita a suo tempo nei pressi di Civitavecchia.

Da quanto si apprende informalmente i rifiuti in questione sarebbero scorie di seconda categoria, provenienti da un impianto atomico, in base a una classificazione di legge che distingue i rifiuti radioattivi in tre categorie a seconda del loro tempo di decadimento e dei radioisotopi in questi contenuti.

I rifiuti radioattivi di seconda categoria contengono radionuclidi che impiegano da decine a centinaia di anni per decadere entro un’attività pari a poche centinaia di bequerel per grammo, così come radionuclidi a più lunga emivita ma con concentrazione inferiore a tale soglia.

A tale categoria sono accorpati anche quei rifiuti radioattivi che, dopo processamento, rientrano negli stessi limiti. In questa sono inclusi rifiuti originanti da attività mediche (es. sorgenti per radioterapia), di ricerca scientifica, industriali, ma anche da centrali elettronucleari di bassa potenza. Sono inclusi anche alcuni componenti provenienti dallo smantellamento di impianti nucleari.

Al momento non si conoscono altri dettagli di questa vicenda in cui si intrecciano interessi di vario tipo che vanno dal pubblico al privato con al centro, come al solito, l’ambiente e la sicurezza sanitaria delle popolazioni locali e del territorio. (V.B.)