C'è un perdente di lusso che continua a tenere in scacco la Regione Calabria e la vita democratica calabrese con quotidiani atteggiamenti di sfida e tracotanza? Scoprirlo non sarebbe neanche tanto difficile se solo ci fosse qualcuno di cuore che ricordasse ai calabresi che si può uscire dalla caverna del brigantaggio politico senza infilarsi in quella ancora più angosciante del banditismo elettorale.
Incurante delle pesanti critiche che gli vengono rivolte dai vertici nazionali del suo stesso partito, gravato da pesanti accuse che gli sono state scagliate contro dalla magistratura calabrese su cui deve esercitare la propria difesa, Mario Oliverio è risultato, nel frattempo, ultimo in classifica tra i governatori italiani.
Per l’anziano politico calabrese si fa concreto e realistico il rischio di perdere sonoramente alle elezioni Regionali fissate per il 26 gennaio 2020, a cui egli vorrebbe partecipare autonomamente alla testa di un variegato comitato di reduci e combattenti della vecchia politica calabrese e campanilista, senza più un simbolo né una bandiera appartenente ai grandi partiti nazionali de centro-sinistra.
Nella graduatoria del gradimento pubblico compilata da Swg, Oliverio risulta il peggiore in Italia, nettamente staccato dal governatore del Veneto Luca Zaia che è risultato il primo, mentre secondo si è piazzato Stefano Bonaccini in Emilia Romagna.
L’apprezzamento della buona o pessima amministrazione dei presidenti delle Regioni è stata rilevata su un campione di 10.800 maggiorenni residenti in Italia - ad esclusione di Umbria, Molise, Valle d'Aosta e Trentino-Alto Adige - mette in coda i due governatori delle Regioni del Sud, penultima la Regione Siciliana con Nello Musumeci.