Caro Pippo, complimenti per il suo nuovo impegno alle Presidenziali calabresi del 2020, una nuova avventura che le auguro vincente come tante sue iniziative d’impresa e di successo, sempre a marchio di alta qualità, specialmente come quelle più belle, emozionanti e coinvolgenti dei tanti campionati che hanno visto molte volte sugli allori e in vetta alle classifiche la sua straordinaria e indimenticabile squadra di pallavolo.
di Vito Barresi
Tuttavia le scrivo sperando che lei abbia il tempo di leggermi, non solo per congratularmi ma anche, e questo Lei lo sa molto bene, perché nessun calabrese fiero della propria identità morale, storica e territoriale, si potrà nascondere le tante difficoltà e le molte insidie che incombono sui grandi e veri progetti di trasformazione politica, talché sempre serve e più che mai un autentico “shock” propulsivo, positivo e rigenerativo, per solo immaginare che la Calabria sarà in grado di superare le propria condizione di ritardo e di arretratezza, aprendosi a un nuovo popolo, una nuova generazione, un nuovo futuro.
Dunque, le scrivo con lo scopo essenziale di sottolinearle, in questa delicatissima e propedeutica fase di ascolto e approfondimento prima di lanciare la campagna elettorale in grande stile, l’importanza che dovrebbe assumere nel suo programma di governo per la Regione Calabria, il nuovo quadro di riferimento e la cornice di sostegno, recentemente adottati dalla Commissione Europea sotto la Presidenza della signora Ursula von der Leyen.
Come è a sua conoscenza, tutte le regioni degli stati membri, compresa la nostra, con in testa i governi nazionali, sono già chiamate e impegnate ad affrontare le proprie prospettive di sviluppo, persino i singoli progetti di crescita economica territoriali, in base a un innovativo programma di “transizione ecologica ed energetica”, una vera e propria svolta climatica che ha l’urgente obiettivo della decarbonizzazione industriale e delle filiere manifatturiere, nonché un cambio di passo sulla mobilità sostenibile e sulle infrastrutture portanti, secondo quando, fin dal 2007, grazie al Premio Pulitzer assegnato per tale conio “linguistico” al collega giornalista del New York Times, Thomas Friedman, viene definito ormai universalmente “Green New Deal”.
Per cui, mi permetterà, se riprendendo la più recente “lezione americana” di un capitalista tra i più noti ed eticamente impegnati della Silicon Valley, per suggestione accosterò il suo nome e la sua missione più che a Bernie Sanders a quella di Marc Benioff, quasi per dire che anche il ruolo che dovrà assumere è in qualche modo quello di un “Trailblazer” (“Trailblazer: The Power of Business as the Greatest Platform for Change”, questo il titolo del suo ultimo libro), cioè di un “Apripista” di una epoca nuova per il regionalismo calabrese.
Compito che probabilmente potrebbe toccare proprio a Lei, nella misura in cui, finalmente, oltre che nell’Unione Europea anche nella Regione Calabria, con il “green new deal”, si comincerà a operare per una svolta climatica e un programma su basi ecologiche dello sviluppo territoriale, in tal modo che la “quarta rivoluzione produttiva” non sarà più una chiacchiera tra gentleman e cultori della materia ambientale, ma un vero e proprio impegno reale, il terreno concreto di una profonda ristrutturazione e trasformazione dell’economia regionale, così come nel frattempo comincia ad accadere per il sistema capitalistico occidentale, non più centrato sull’esclusivo approvvigionamento petro-carbo-metanifero.
Promuovere e favorire gli investimenti verdi per rilanciare lo sviluppo economico europeo è già praticamente l’avvio di una enorme “rivoluzione industriale verde” che parte con un piano di investimento pari a 1000 miliardi, per portare in avanti l’Europa e collocarla nel gruppo di testa a livello globale, impegnandola nella complessa azione di diminuire le emissioni e frenare gli effetti negativi del cambiamento climatico.
Caratterizzare il programma regionale in questa direzione sarebbe, indubbiamente, una scelta consonante e coerente con la marcia impressa dalla Presidente della Commissione Europea, per altro immediatamente assecondata dal commissario italiano Paolo Gentiloni che ha proposto di aumentare la quota di emissione di “green bond” da parte della Bei, anche con un programma di “green bond” nazionali da parte del Tesoro.
Per concludere, da questa breve annotazione se ne potrebbe dedurre che qualunque altro tipo di programma di governo per la Regione Calabria, per quanto vasto ed enciclopedico, non potrà sottrarsi dall’essere specificamente connotato in chiave ecologica, climatica, o come ripetutamente scrive e afferma Papa Francesco, improntato a una nuova ecologia integrale che fa parte della più generale e umana rivendicazione di giustizia sociale da parte dei popoli e del nostro calabrese in particolare.
Ogni altra strada che non andrà alla mensa povera ma luminosa dell’innovazione ecologica in Calabria, finirebbe altrimenti per portare i calabresi nelle solite e scalcinate locande delle minestre riscaldate, dove si ritrovano fin troppo frequentemente tra i commensali i cloni presidenziali di molto negative e nefaste esperienze del passato.