Greta Thunberg Persona dell’Anno per Time. Una buona notizia per un Pianeta a rischio climatico

11 dicembre 2019, 19:50 100inWeb | di Vito Barresi
Greta Thunberg

Sono immagini molto eloquenti, quasi fossero le tavole che accompagnano le pagine del ritorno di un grande e indimenticabile Jack London, quelle che ritraggono e raccontano Greta Thunberg che guarda l'Atlantico in silenzio dalla cabina della barca che naviga a vela, La Vagabonde, sulla rotta che va dalle Americhe verso il porto di Lisbona.


di Vito Barresi

Le foto di Evgenia Arbugaeva scattate per Time incorniciano l’attivista svedese in lotta contro i danni climatici globali, il personaggio dell'anno secondo la prestigiosa rivista.

Sul vascello, che è la risposta agli aerei a reazione, divoratori di nuvole e seminatori di carburanti che squarciano l’ozono, è lei che parla lentamente, a voce bassa, ma le sue parole rimbombano, rimbalzando ovunque come sulle onde di una Radio pirata, dando forma sonora a un significato, un’enfasi drammatica al tono narrativo, scandendo a scandaglio lo speach teatrale dei grandi drammaturghi scandinavi alla Strindberg.

Piccola grande Greta che sussurra, oltre i miti d'oggi, cose che la sua generazione comprende immediatamente, recepisce empaticamente, trasmettendole nel mondo reale che spesso è sordo all'urgenza dell'help ecologista: “non possiamo continuare a vivere come se non ci fosse un domani, perché c'è un domani. Questo è tutto ciò che stiamo dicendo”.

Le sue non sono più semplicemente delle opinioni diffusive, conversazioni balsamiche e lenitive ma ben precise verità ora condivise persino dal Sinodo Universale della Chiesa Cattolica, che in Vaticano ha incentrato i propri strumenti di lavoro, anzi si è teologicamente e spiritualmente concentrata sulla salvezza biblica del Creato passando tra i carboni ardenti del fuoco che arde dell’Amazzonia.

E cioè fare presto per ridurre le emissioni di gas a effetto serra, l’aumento della temperatura mondiale dalla Rivoluzione industriale che colpirà il bersaglio impressionante di 1,5°C, un’eventualità che secondo gli scienziati spingerà circa 350 milioni di persone in più alla siccità e gettando all'incirca 120 milioni di persone in povertà entro il 2030.

Questa ragazzina, che non è Pippi Calzelunghe, adesso è Greta, la leader carismatica di un movimento generazionale ecologista e globale, iniziato marinando la scuola quando a partire dall’agosto 2018, cominciò il suo personale “satyagradi protesta, una specie di confusione di genere alla Jovanotti, tra Madre Teresa di Calcutta e Mahatma Ghandi, davanti al Parlamento svedese, con un cartello dipinto con lettere nere su uno sfondo bianco che recitava “Skolstrejk för klimatet”, “School Strike for Climate”, Sciopero Studentesco per salvare il Pianeta.

Poi l’escalation comunicativa è andata avanti da sola senza neanche edulcorazioni televisive e pianificazioni mediali ma essenzialmente con l’impatto del tu, dell’interlocuzione diretta con i grandi del Pianeta, i capi di Stato delle Nazioni Unite, l’incontro incontro con il Papa, passaggi che hanno sospinto 4 milioni di persone a unirsi allo sciopero climatico globale il 20 settembre 2019, in quello che era la più grande manifestazione climatica nella storia umana.

Capi di stato, sindaci, presidenti hanno subito compreso che le sue parole non erano fumo demagogico ma coscienza ecologica determinata a tal punto che dopo aver parlato con il Parlamento e aver manifestato con il gruppo ambientalista britannico Extinction Rebellion, il Regno Unito ha approvato una legge che impone al paese di eliminare la sua impronta di carbonio.

Great Greta, grande Greta, ragazza, donna dell’anno. Per questo mondo malconcio è davvero una buona notizia.