Il crotonese tra ambiguità e beffe ciniche e il gioco delle parti tra cittadini “distratti” e politici “astratti”

12 dicembre 2019, 09:44 Opinioni&Contributi
Foto: Journal-laterrasse.fr

Alienati, non solo per la fuga dalla realtà, ma anche perché avvertono il vuoto che hanno intorno, soffrono la mancanza di senso. Alleati si confrontano con il nulla che rimane, avvertendo lo smarrimento del proprio ruolo.


di Antonino Mauro Calabretta

Ed è allora, mentre il Crotonese - concretezza vivente ed anche ingrata del proprio territorio - silenziosamente attende, il Politico, fedele nel suo ideale prova a resiste a qualunque oltraggio.

Provano ad unire il promesso con il mai realizzato, la passione del dire con il tormento dell’essere, sistematicamente alternando dolci risvegli a notti insonne.

Ormai stranezza non è vedere un figlio varcare il cancello di una gelida scuola, non lo è neanche vedere intere famiglie varcare i cancelli di quelle case dichiarate inadeguate a sopportare una normale pioggia.

Due personaggi così complessi, Cittadino e Politica, così diversi e tuttavia così liberi da non sapere, fino alla fine, non solo dove sono diretti, ma neanche dove li porterà il loro confuso itinerario e soprattutto il gioco dei loro rapporti.

Ci si indigna per la mancanza di luminarie, si parla per ore sull’ingloriosa fine dell’ukulele, senza mai distogliere l’attenzione dall’eterna congiura dei poteri forti, incapaci di apprezzare l’amata nel calcio che conta.

La pazzia e l’ignoranza conducono l’uomo a perdersi nei labirinti della conoscenza e della realtà, dove ogni cosa può essere soggetta a diversi punti di vista.

Il cittadino prova a fare i conti con la storia ingiusta (arida come la Mancia!) ma lo fa in compagnia del politico, il più delle volte ragionando sulla forza dei loro e solo loro ideali, nonostante le beffe ciniche di chi li osserva con distacco e giudica come follia ogni loro impegno per la pace e la giustizia.

Ma al Crotonese non interessa mai il perché, non ama entrare nel merito, è troppo impegnato in altro o forse ancor peggio distratto da altro, un vero attuatore del principio se il perché è forte il come si trova”.

Al Crotonese non interessa se un servizio è affidato mediante una procedura legale, al cittadino serve il servizio ed al politico il servigio.

In questa prospettiva tragicomica, il politico posa lo sguardo sull’ambiguità della vita senza farsene schiacciare, sfida le convenzioni e le presunte ovvietà mentre, insoddisfatta, la comunità disfatta prova ad inventare ideali utopistici per sostituire il nulla che sente dentro, entrambi tentano la sfida.

Basterà quindi, godere delle tardive Luminarie o rasserenarsi per l’altrettanto tardivo riscaldamento nelle scuole ad illuminare le buie menti del popolo nostrano e riscaldare gli aridi cuori dei futuri protagonisti?

Perché come nell’età dell’oro ignorate erano allora dai viventi due parole: tuo e mio. Tutto era pace allora e la giustizia se ne stava sicura.