Doveva essere una “finale” secondo il progetto di Stroppa, consapevole del difficile momento da superare: posizione in classifica traballante, una infinità di azioni offensive non finalizzate e qualche gol di troppo subito. Stessa cosa per Tramezzini, chiamato a correggere la “rotta” del Livorno in acque burrascose.
di Giuseppe Romano
Le preannunciate assenze di peso, su entrambi gli schieramenti, ha limitato lo studio di particolari strategie di gioco, valide per superare la difficile prova, tutte con lo stesso indice di difficoltà, in un campionato condizionato da “distanze” che non permettono rallentamenti.
Si corre distaccati di una ruota, per non dire gomito a gomito: una sconfitta o una vittoria cambia subito l’identità della classifica. Stroppa si aspettava un pubblico da “finale”, ma ha ritrovato sugli spalti i soliti 5.600 spettatori, mentre Paolo Tramezzani, suo collega, nello spogliatoio catechizzava i suoi giocatori sul fatto che anche loro scendevano in campo per il bisogno in assoluto di punti, mettendo la squadra calabrese vicina, come livello, al Benevento D’Inzaghi.
Il calcio d’inizio lo batte il Livorno, ma è il Crotone a dettare i ritmi nella gestione delle manovre offensive e a dare il primo brivido tagliando l’area di rigore con un cross che nessuno raccoglie.
Il pressing alto dei calabresi mette in difficoltà i toscani che rimediano il primo cartellino giallo con Morganella. La prima azione da gol è per Messias, che non supera Plizzari, cosa che fa subito dopo il Livorno con Marras (13’), fatale ripartenza, come spesso accade per gli squali.
La squadra di Tramezzani appare ben messa in campo e con la grinta giusta per dare fastidio e portare a casa qualche punto, ma non regge alla reazione ordinata e incisiva del Crotone che in tre minuti ribalta il risultato: rete del pareggio di Cuomo, primo gol con la maglia del Crotone, e del vantaggio, di Crociata, quarto gol in campionato.
I calabresi si distinguono per il possesso palla produttivo, mentre i toscani sfruttano a pieno le ripartenza: bravo Cordaz a controllare le soluzioni. Si va al riposo col vantaggio dei padroni di casa (2-1) mentre la classifica registra il Cittadella al terzo posto, vittorioso sul Chievo, ed il Crotone che accelera e si porta al sesto posto, superando Ascoli, Chievo, Perugia e Pisa.
Allo Scida si diradano le nuvole, riappare il sole e torna a risplendere l’ottimismo sugli spalti. Nella ripresa il Livorno pressa per aggrappare almeno il pareggio. La squadra fa rifornimento di “energie”, con tre cambi di peso: Morelli (60' Del Prato); Agazzi (78' Pallecchi), Rocca (60' Braken), che non daranno i frutti sperati.
Troppo attenta e responsabilizzata la linea difensiva dei pitagorici, con gli attaccanti che continuano a impensierire il portiere Plizzari.
Al triplice fischio di Minelli si registrano otto cartellini gialli (uno per Crociata, già diffidato), che salterà il prossimo match col Frosinone, reduce della sconfitta a Benevento.
La vittoria sul Livorno, riporta il Crotone al sesto posto (25 punti), gomito a gomito con Entella e Chievo, seguite a ruota da Ascoli (24) e Pisa (23) che dovranno giocare rispettivamente con Pordenone e Cosenza.
Stroppa, allenatore degli squali, si gode la soddisfazione e la serenità rinvigorita nel gruppo, dopo una prova difficile, contro un avversario non del tutto domo.
Il mister rossoblù riesce a giustificare i gol mancati da Messias e il nervosismo di Simy che, marcato stretto dal suo avversario, ha preso botte e cartellino giallo per proteste.
Al termine, il presidente Gianni Vrenna, ha ringraziato la squadra per la sofferta vittoria:
“abbiamo conquistato tre punti meritati e ne siamo felici. Dobbiamo continuare ad essere uniti e fare squadra. È così che si raggiungono i traguardi importanti. Sul campo abbiamo sempre prodotto un buon gioco e lo faremo ancora perché questa è la nostra identità”.