La giovane “garibaldina” e “preparatissima” Ministra per le Infrastrutture Paola De Micheli, probabilmente perché piacentina, ha, evidentemente, scarsa robustezza in materia di geografia ferroviaria meridionale, almeno a sentirla esternare con numerica sicumera pitagorica, i suoi propositi su prossimi collegamenti che colmerebbero, a suo dire, l’epocale divario tra la linea tirrenica e la sempre più negletta e abbandonata dorsale jonica, comprensiva di ben quattro regioni del Mezzogiorno, Sicilia, Calabria, Basilicata e Puglia.
di Vito Barresi
Come la stessa importante donna in politica ha avuto modo di dire in una giornata trascorsa in Calabria, poiché:
“non vi nascondo che è la prima volta che vengo e ho potuto ammirare la bellezza di queste zone, stamattina ho detto che ci saranno due nuovi treni importantissimi uno sarà Reggio-Venezia e quindi dalla parte di qua, e l'altro sono invece Reggio-Roma dalla parte... scusate, Reggio-Venezia e Reggio-Roma sulla parte di là...”
Corbezzoli ci siam detti, più che mai stupiti della straordinaria novità! Un Reggio Calabria-Venezia, non ce lo aveva mai portato nessun ministro in 160 anni di Unità d'Italia, neanche il Presidente Zanardelli, net tampoco Camillo Benso di Cavour, men che meno il Cavaliere Silvio Berlusconi, e nimmanco il Duce con le sue storiche Littorine.
Sennonché, appena dopo lo strabiliante “strafalcione ministeriale”, la dottoressa Paola De Micheli, che dal suo Wiki apprendiamo è stata
“manager nel settore agroalimentare per il Consorzio Cooperativo Conserve Italia, in un CDA di otto componenti presidente dell'Agridoro, una società cooperativa di lavorazione e trasformazione del pomodoro”
con rapida manovra alla Francesco Salvi, rettificava immediatamente quasi intonando il ritornello “Quella macchina qua devi metterla la, Quella macchina la devi metterla qua, qua, Quella macchina qua devi metterla la...”
Già, perché che altro si potrebbe obiettare, forse, se non che la ministra non ha ancora ben approfondito le radici secolari dell’arretratezza strutturale della più lunga costa meridionale e mediterranea, essenzialmente dovuta all'isolamento stradale, portuale, aeroportuale e ferroviario?
Altrimenti ci risulterà sicuramente inspiegabile, se non insufficiente, quel che, molto disinvoltamente e tanto temerariamente, la ministra ha “immaginato” per tutti noi “jonici”, vale a dire che per colmare il baratro infrastrutturale che distanzia, incommensurabilmente, la dorsale tirrenica dalla direttrice jonica, bisogna
“tener conto che il piano che ha in pancia RFI, è un piano che si sviluppa sull'upgrade tecnologico, in due anni quindi io non credo che si dovrà aspettare poi così tanto tempo, siamo abbastanza vicini rispetto ai decenni che citavate voi”.
Tuttavia, la inesausta De Micheli non contenta dell’abbattimento formidabile di un ritardo di quasi due secoli in meno di due anni, ha voluto fare di più.
Tanto che con l’ausilio della sua fervida ed elegante “immaginazione ferroviaria” per premiare la Calabria di Corrado Alvaro e delle città scomparse della Magna Grecia, ha promesso
“un ampio intervento che va da Milito (sic!) a Sibari e quindi, diciamo così, recupera questa parte che potrà consentire lo stesso upgrade tecnologico dell'altra parte della linea. Quindi se, se noi abbiamo avuto il successo che abbiamo avuto in poco meno di un anno, perché quel treno credo che sia stato introdotto a giugno dell'anno scorso, a settembre giusto, quindi non è neanche un anno, sono pochi mesi, immaginate poter far partire lo stesso treno dalla punta della Calabria e quindi raccogliendo anche tutto i passeggeri al sud compreso, secondo me potrebbe avere un grande risultato...”
Fantastico, tutto bellissimo, finalmente andiamo al Nord, comodamente e rapidamente senza neanche la Tav, la Freccia Rossa, Robin Hood, Pietro Germi e Amedeo Nazzari, ecc. ecc.
Se non fosse per un particolare. Che ancora non siamo riusciti, neanche rovistando il satellite di Google Maps, a trovare questa strana stazione di Milito perentoriamente sbandierata dalla ministra.
Per cui ci siam detti, magari la ministra piacentina, donna in carriera nella coop del pomodoro, sarà pur brava in politica ma per treni, storia e geografia non è poi così “ferrata” come vuole far credere.
Che diamine! Sempre i soliti a tirar la corda delle Frecce Rosse. Non sarà che forse appena sbarcata in Calabria, come Garibaldi nel Regno delle Due Sicilie, volesse semplicemente dire Melito Porto Salvo e non Milito ... nel PD.