“Gli italiani sono un popolo di sedentari. Chi fa carriera ottiene una poltrona” (Gino Bartali). È tempo di Oscar del cinema e proprio parafrasando il titolo di una vecchia pellicola si potrebbe dire “Salvate il soldato Peppe”, all’anagrafe Giuseppe dell’Aquila da Cirò Marina, Piddino rampante.
di Sr* l’impertinente
Peppe, per un colpo del destino o chissà cos’altro, fino a poco tempo fa si è ritrovato ad essere il più alto rappresentante istituzionale del territorio Crotonese, da vice presidente dell’ente intermedio.
Con il “ritiro” del presidente dimissionario, Ugo Pugliese, infatti, Dell’Aquila è finito catapultato alla guida, anche se solo facente funzioni, della Provincia pitagorico, ed a questo incarico pare c’avesse proprio preso gusto.
“Così è il paradiso.
È guardare l'inferno
seduti in poltrona”.
(Ascanio Celestini)
Tutto ciò che aveva guadagnato politicamente, in questi anni e tassello dopo tassello, gli sta però venendo meno, a iniziare dall’amato incarico alla Regione, nello staff degli assessorati.
Lui stesso aveva scritto un post di addio su Facebook - essendo Peppe di molto Social - in cui evidenziava il suo dispiacere per l’abbandono forzato dell’incarico e, magari, forse pure della corrispondente retribuzione.
I soliti malpensanti attribuiscono proprio a questi incarichi la sua strenua difesa dell’operato e del tentativo di ricandidatura dell’ormai ex governatore Mario Oliverio, che proprio lì ce l’aveva messo e sin dall’inizio del suo mandato.
“Il pauroso non sa
che cosa significa
essere soli:
dietro la sua poltrona
c'è sempre un nemico”.
(Friedrich Nietzsche)
Nel frattempo ci son state le elezioni regionali, nelle quali Peppe si è molto speso, anche se poi gli esiti emersi dalle urne e dal conteggio dei voti sono stati tutt’altro che esaltanti.
Lui che era il segretario organizzativo del Pd di Crotone si è trovato nel mezzo della guerra tra il defenestrato Gino Murgi ed il subentrante commissario della federazione provinciale, Franco Iacucci.
Peppe si è schierato con Murgi ed i Democratici e Progressisti, nonostante le minacce di epurazione del commissario nel caso di un mancato appoggio ai candidati Dem, Sergio Arena e Carolina Girasole.
“Chi va a Roma
perde la poltrona”.
(Proverbio italiano)
Alla fine, i risultati, come detto, non sono stati positivi (a voler esser buoni), soprattutto per Murgi, surclassato dalla collega Flora Sculco nel confronto tutto interno alla lista Dp.
La cosa peggiore - politicamente per lui ed i suoi amici - è stata paradossalmente la buona prova del Pd (quello “ufficiale” però) che ha vinto la guerra interna con Democratici e Progressisti e che quindi si è ripreso in mano il partito.
Questo ha portato Iacucci a parlare già di un rinnovamento dello stesso partito, che suona come una sorta di benservito alla vecchia classe dirigente dove c’era, nonostante la sua giovane età, anche il buon Dell’Aquila.
“- Questa poltrona con
la vibrazione è piacevolissima...
- Non è una poltrona
con la vibrazione, è solo
piena di scarafaggi”.
(I Simpson)
Peppe era uno dei promotori del patto cosiddetto “della pagnotta” o, meglio, della Provincia, quello tra Pd e Sculcolandia: ma alla fine, però, solo il leader maximo ha raggiunto suo scopo.
Scopo che era quello di utilizzare i voti del Partito Democratico (sia degli amici, come il buon Peppe, sia quelli addirittura dei “nemici”, come Iacucci) per far riconfermare alla Regione la figlia Flora.
Un piano quello ordito da Enzo che certamente non avrebbe avuto speranze di successo se non avesse trovato sul suo percorso persone come il soldato Peppe, che insieme ai suoi pari sembra aver collaborato attivamente alla riuscita.
“Una poltrona è davvero
un arredo magnifico;
in particolare è
della massima utilità
per ogni uomo meditativo.
Nelle lunghe serate invernali
è qualche volta dolce,
e sempre prudente
distendervisi mollemente,
lontano dal chiasso
delle riunioni rumorose”.
(Xavier de Maistre)
Alla vice presidenza della Provincia, non a caso, Dell’Aquila era arrivato proprio per il famoso “patto” in questione, ma anche questa carica s’avvia a scadenza, precisamente il prossimo 2 marzo, con l’indizione delle elezioni nell’Ente intermedio.
Contava, probabilmente, su un possibile rinvio della data, per rimanere al vertice ancora per un po’, valutando il fatto che vi fossero diversi tra i più grossi comuni del Crotonese commissariati, tra cui lo stesso capoluogo.
E in merito aveva chiesto pareri anche al Ministero dell’Interno - e non solo - senza ottenere però risposte sui tempi e modi sperati: così le elezioni le ha dovute convocare a termini di legge e forsanche a malincuore.
“Il potere è la capacità
di raggiungere degli scopi.
Il potere è la capacità
di effettuare dei cambiamenti”.
(Martin Luther King)
Il soldato Peppe, comunque, nonostante tutto non demorde. Persa la Regione (intesa come incarico) e la Provincia (a breve) non gli resta ora che impegnarsi non per uno, ma in due comuni.
Prima, infatti, si è candidato, e perdendo, a quello di Cirò, dove è attualmente consigliere; successivamente si è proposto come candidato a sindaco anche a Cirò Marina.
Candidatura arrivata da un’assemblea del circolo locale del Pd; cosa, però, che è avvenuta già diverso tempo fa, ma che con i nuovi scenari regionali potrebbero riservare anche qualche sorpresa in questo senso, e per lui non positiva.
“La prima arte che devono imparare
quelli che aspirano al potere
è di essere capaci di sopportare l'odio”.
(Lucio Anneo Seneca)
Proprio da candidato a sindaco, sui social dell’Aquila impartisce e dispensa ammonimenti e consigli a seconda delle circostanze e, forse per il super attivismo, talvolta inciampa pure.
Ad esempio, recentemente aveva scritto in un post che “se c'è una questione sulla quale non dovremmo dividerci è quello dell’ambiente”. Per poi proseguire con altri articolati concetti.
Questo alto, importante post, però, visto che alla rete non nulla sfugge, ha suscitato in qualcuno un senso di dejà vu. Ed infatti alla fine è risultato non fosse esattamente farina del suo sacco.
“I potenti rammentino
che la felicità non nasce
dalla ricchezza né dal potere,
ma dal piacere di donare”.
(Fabrizio De André)
L’affermazione, difatti, è risultata praticamente uguale, per non dire identica, non solo nella prima parte a quella pubblicata da un altro Peppe, anzi Beppe, suo collega di partito ed anche se al momento un po’ più noto di lui.
Il Beppe di cui parliamo è il sindaco di Milano, Sala, che aveva pubblicato un post, lo ribadiamo, esattamente identico, poco prima di quello apparso sul profilo del buon dell’Aquila.
Un utente Facebook, c’aveva anche cazzeggiato su, facendo presente al Peppe di casa nostra ed ironicamente che fosse stato il sindaco di Milano ad aver copiato. Ma alla fine Dell’Aquila ha candidamente ammesso di aver sempre tratto ispirazione dal primo cittadino meneghino.
“Se vuoi conoscere
la vera natura di un uomo,
devi dargli un grande potere”.
(Pittaco)
Riepilogando: Dell’Aquila ha perso la Regione, sta perdendo la Provincia, nel partito è in quella parte uscita perdente dalla contesa e “balbetta” pure nei Comuni; insomma, non gliene va proprio bene una!
I prossimi mesi che lo aspettano, quindi, non saranno certo girevoli e molti ostacoli dovrà superare per rimettersi in carreggiata, magari con un altro colpo del destino o di qualcos’altro.
Intanto, però, bisogna pur salvarlo sto’ soldato Peppe, che dà più alto rappresentante provinciale si trova ad essere, tra poco, “semplice” consigliere a Cirò: in attesa, ovviamente, delle prossime elezioni.
*Simbolo dello Stronzio