Kroton città chiusa alla cultura. Prefetto e Commissario a Crotone tra castello, biblioteche, archivi, teatri e musei sbarrati

14 febbraio 2020, 13:31 Politica.24

Se il Ministro dei Beni culturali, avvocato Dario Franceschini, non è stato informato qualcuno lo faccia presto. Necessariamente le più importanti autorità di governo, il Signor Prefetto e la Commissaria Prefettizia in Comune, sempre attenti e vigili con il loro operato nel capoluogo jonico, lo possono fare anche ascoltando le tante richieste dei semplici cittadini e delle associazioni civiche che vorrebbero vedere rispristinato l'accesso ai principali monumenti e servizi culturali della città.


di Vito Barresi

Crotone è diventata la prima in Europea senza cultura e istituzioni culturali. Tutti sanno che questa non è una “fake news” né tantomeno un “fan report” inventato di sana pianta, ma soltanto un semplice appunto di un più voluminoso “cahier de doleance", una bozza redatta dopo un viaggio, abbastanza allucinante e istituzionalmente molto orribile, in una vera e propria landa monumentale e culturale, la più desolata d’Italia.

Un itinerario turistico-culturale tra castelli chiusi, biblioteche sprangate, aree archeologiche abbandonate, teatri tetri e surreali, pinacoteche svanite, torri e manieri alla deriva in una delle più antiche città del Mediterraneo da meritare l’inviato di punta di Striscia la Notizia nella sua ormai dimenticata provincia.

Allacciamo le cinture di sicurezza. Sistemiamoci sullo “shuttle” che ci porta in giro per la Calabria nella giostra dei beni culturali dissipati e abbandonati, tra misteri, trabocchetti, paludi e miasmi di un mondo orami divenuto a dir poco enigmatico.

Si può cominciare da Crotone dove è in pieno svolgimento una lite con Catanzaro per il pennacchio, ma non solo, di una nuova direzione della Sovrintendenza Regionale che sta coinvolgendo gli alti vertici parlamentari e ministeriali, senatori, senatrici, deputate e deputati, sindaci e assessori, un primo e facile test per misurare il grado di marasma e il tasso di emergenza che si registra sul sismografo dei beni culturali in questa parte della Regione Calabria.

L’abbandono e il degrado già si avvertono percorrendo dal lato nord la Statale 106 Taranto-Reggio, dove tra Sibari e Crotone c’è uno sfascio senza ritegno di aree archeologiche derelitte, di Castelli e Rocche Costiere mal tenute o incustodite, territori vasti infestati da scavatori clandestini, da decenni senza che vi sia più una campagna di scavi-ritrovamenti ben programmata e finanziata dallo Stato.

L’immagine della palude, o dell'inverno nella steppa si fa concreta, materica, ravvicinata tra i resti di Punta Haleo a Cirò Marina, dove chiunque voglia visitare vestigia si troverà schiantato in una visione lunare, davvero da missione spaziale Apollo, uno scenario di struggente bellezza stagionale con tracce del culto di una affascinante divinità apollinea ormai perdutamente scomparse, tra pezzi trafugati o ancora seppelliti in mezzo a detriti industriali, rifiuti solidi urbani, sterco di ovini ed equini in quieto pascolo alla marina.

Ma per capire bene che qui non siamo nel mondo futuro della “Free Culture” ma nella “Old Calabria” dove le opere d’arte, persino i ruderi di piccoli borghi rurali, le ultime reliquie di minuscole e fragilissime chiesette di campagna, continuamente violentate, divelte, trafugate, basta fare riferimento alle tante inchieste giudiziarie della Procura Antimafia di Catanzaro, le stesse che raccontano dei traffici illeciti attorno ai giacimenti di beni culturali che, in questa parte del Sud si commerciano come qualsiasi commodities agroalimentare o petrolifera su mercati coperti, di nicchia, tra speculatori, esperti, piazzisti d’antiquariato e mercanti di reperti.

L’impressione è quella di ritrovarsi, viaggiando in questa macchina del tempo, nello scenario di un Feudalesimo di ritorno, una retrodatazione negativa del pensiero e della conoscenza in cui sono stati eliminati tutti i segni della Sapienza antica, chiuso al pubblico ogni tempio della modernità che possa accogliere le nuove generazioni, dare l’opportunità ai giovani di coltivare l’apprendimento delle “antiquitas”, custodirne i valori materiali dei reperti e quelli immateriali della memoria e farne germogliare un progresso di nuovi servizi culturali di livello europeo.

Basta prendere come banco di prova Crotone dove il mega progetto Antica Kroton si è improvvisamente inceppato dopo gli esiti di una crisi amministrativa che ha portato alle dimissioni del sindaco e all’arrivo della nuova commissaria prefettizia Tiziana Costantino.

Mentre tutti i finanziamenti rimangono in stand by, i cantieri archeologici non sono stati nemmeno aperti, si allunga l’elenco e il catalogo dei siti che risultano non fruibili e inaccessibili, tanto da far davvero rabbrividire.

Si comincia dalla gigantesca e straordinaria fortezza, il Castello Aragonese di Carlo V a Crotone, ormai chiusa da oltre tre anni per motivi confusi e ambigui, conflitti e beghe che vedono coinvolti pezzi del Ministero ai Beni Culturali, esponenti parlamentari, amministrazioni locali, dirigenti delle sovrintendenze, ecc.

Sta di fatto che per uno splendido sito affacciato sull’orizzonte del Mediterraneo che continua ad essere inspiegabilmente impedito alla fruizione dei cittadini e dai turisti provenienti da ogni parte del mondo è stata decretata praticamente la definitiva morte.

Da qui, si può passare, immediatamente, all’ormai degradata immensa area archeologica ex industriale, dove su un vasto appezzamento ritornato in mano al Comune, alla Regione e ai Beni culturali si doveva realizzare un Parco archeologico, il cui ricordo è sepolto tra zolle di argilla rese melmose dalle piogge dilavanti e poi indurite da un sole spaccapietre.

Ma non è finita ancora, se si pensa che nella città pitagorica la biblioteca comunale non è più a disposizione degli studenti delle scuole di ogni ordine e grado; del MACK - Museo Arte Contemporanea Crotone, dal 2008 nella nuova sede di Palazzo Barracco, in precedenza allestito nelle sale dell’ottocentesco palazzo Fonte Calojro di Crotone, per i continui spostamenti si sono perse le tracce, e speriamo non sia andata così anche per la ricca collezioni di opere che vi erano custodite tra cui spiccano le firme di Carla Accardi, Nicola Carrino, Mimmo Rotella con il décollage Pazzo per le donne, ecc. e più recentemente 42 tele dell’artista crotonese Arnaldo Mori.

Per non dire del complesso culturale Bastione Toledo ormai chiuso da quasi dieci anni, nonostante sia situato proprio sotto l’avita dimora familiare dell’ex sottosegretario ai Beni Culturali, onorevole Dorina Bianchi, dove è in corso una lite giudiziaria con il Comune di Crotone che, soccombente, ha dovuto dichiararne la chiusura al pubblico, in cui dovrebbero trovarsi 30 opere d’arte moderna, tra pitture e sculture, donate al Comune dal noto critico del Futurismo Luigi Tallarico, con anche 400 volumi di arte moderna annessi al patrimonio librario della biblioteca crotonese.

E poi la lunga vicenda del Teatro Comunale, i cui lavori di restauro e costruzione restano l’eredità del fallimento e delle incompiute del Sindaco di Ogni Quindici Giorni Pasquale Senatore e di quel che fu all’epoca il suo potentissimo “pupillo”, cioè quello stesso ingegnere Ottavio Rizzuto, recentemente coinvolto nell’inchiesta Thomas del Giudice Gratteri, per presunti collegamenti con la ‘ndrangheta della vicina Cutro.

Opera pubblica, questa del nuovo teatro, che non è mai nata per cui sono state spese ingenti somme di Fondi Europei per trasformare un vecchio ospedale in una statua allo spreco e all'inefficienza.

City closed without culture: città chiusa senza cultura? Questo il cartello immaginario che potrebbe essere esposto all’ingresso dei principali ingressi di Crotone. Una situazione davvero allarmante di evidente regressione, sperpero e spoliazione, un salto nel buio dell’ignoranza e dell’analfabetismo culturale che non è più sopportabile.

Tutto questo ed altro (Consorzio Cultura&Sviluppo, progetto Antica Kroton, ecc.) non sarà certo sfuggito all’attenzione sia del Signor Prefetto della Provincia e del Commissario Prefettizio del Comune di Crotone.

Due autorità importanti e impegnate a nome dello Stato, anche nella cornice della sussidiarietà costituzionale, a dare una concreta mano di aiuto per ripristinare legittimità e legalità nel contesto della democrazia comunale, ad affrontare la gravissima emergenza, quanto insostenibile condizione, in cui versano tutti i beni e le attività culturali di Crotone.

Almeno loro spezzino la cortina del silenzio e lo strano muro di omertà, l'unica cosa costruita intorno alle vicende dei beni e servizi culturali in questa città, informando e sollecitando il competente Ministro Onorevole Avvocato Dario Franceschini, a far sentire subito la sua voce in proposito.