L’inarrestabile calata dei 5Stelle. Perché non ripensare il Movimento?

16 febbraio 2020, 12:50 Calabria Domani | di Rodolfo Bava

Ecco questa mattina il titolo di un quotidiano: “Dalla piazza ossigeno per il M5S”. Entusiasmo anche nel Ministro Di Maio, pur sempre il “factotum” del Movimento. Secondo noi, invece, niente di più sbagliato. A testimoniarlo sono i risultati delle varie elezioni che vedono sempre più soccombere il M5S.


di Rodolfo Bava

Legittimo, quindi, domandarsi: “Perché”? Perché - diciamo noi - non affidarsi ad “esperti” al fine di potere monitorare il Movimento? Diversa la tattica di Salvini per quanto riguarda la Lega, dato che dispone di una squadra di specialisti che sottopongono a monitoraggio i social-network. Analizzano gli argomenti più discussi nei vari settori e, poi, attraverso la “sentiment analysis” verificano le opinioni dominanti sui vari argomenti. E Salvini è sempre pronto ad intervenire con la sua favella.

Non è soltanto mancanza di “specialistinel M5S ma, anche, il fatto che non trae occasione, il Movimento, per potere valutare, e fare valutare, il perché delle cocenti delusioni in occasione delle varie tornate elettorali.

Cerchiamo di analizzare qualche argomento. Ad esempio: il “reddito di cittadinanza”. Promesso all’inizio a 6 milioni e mezzo di persone (mentre il numero dei disoccupati, in Italia, secondo i dati Istat anno 2019, è di 3,07 milioni, ai quali si aggiungono 2,99 milioni di persone che sognano un impiego ma non si attivano per poterlo trovare).

In realtà a beneficiare del reddito è stato soltanto un milione (per la precisione: 960.007). È sin troppo chiaro che i non beneficiari non hanno più votato il Movimento. Prudenza, dunque, nel condurre le campagne pubblicitarie.

Ma anche molti altri simpatizzanti del M5S, non interessati al reddito di cittadinanza, finiscono per non votarlo ancora. Perché, per costoro, è inconcepibile non far lavorare coloro i quali percepiscono il reddito, dato che sono numerosi quelli che continuano a farlo in nero mentre non si fa nulla per inserire attivamente nel lavoro chi lo percepisce.

“A tal punto - ci si domanda - perché non dare le somme del redito direttamente alle aziende che assumono, dato che, dopo alcuni anni, dette aziende potrebbero non mandare a casa gli assunti, pur venendo meno il reddito di cittadinanza”?

E, poi, lo scontento generato in molti pensionati, i quali continuano a ricevere 650 o 720 euro; mentre altri pensionati che disponevano di una pensione al di sotto di 500 euro e poco superiore ai 500, riescono ad accaparrarsi una pensione di 780 euro. Ma che giustizia sociale è mai questa? E, naturalmente, non sono soltanto quelle da noi denunziate le pecche del M5S.