Secondo le anticipazioni dello Smart City Index 2020 redatto da EY, in pubblicazione il prossimo maggio, Crotone si piazza ultima in classifica. Un risultato talmente scarso che rischia di essere omesso nella campagna elettorale, notoriamente poco attenta all’occhio critico di chi ci guarda dall’esterno.
di Francesco Placco
Zero. Una cifra tonda, che àncora saldamente la città di Crotone all’ultimo posto del report Smart City Index 2020, anticipato dalla stampa nazionale in queste ore. La pubblicazione del documento completo avverrà tra qualche mese, e vede la città di Trento prima in classifica.
Diciamocelo subito, il rapporto riguarda la sostenibilità urbana e va ad analizzare tre temi in cui la città è notoriamente carente: trasporti, energia e ambiente. Tuttavia, è evidente - e preoccupante - il gap messo nero su bianco non solo rispetto al resto del Paese ma anche nei confronti degli altri capoluoghi calabresi.
Se Crotone si piazza 109ᵃ con un punteggio di 0, Vibo Valentia si posiziona 100ᵃ con 16,20 punti, Reggio Calabria 68ᵃ con 33,61, Catanzaro 65ᵃ con 34,61 e Cosenza 56ᵃ con 40,48.
Insomma, se tra le due ultime in classifica (Crotone e Catania) ci sono 5 punti di differenza, tra le due ultime classificate in Calabria i punti di scarto sono ben 16.
Un risultato talmente scarso che ci obbliga ad una riflessione altrettanto amara: se la città si presenta platealmente impreparata alla modernità, alla contemporaneità, come si può pretendere di parlare di programmi futuri?
Programmi futuri che proprio in questi giorni tornano sulla bocca dei tanti candidati a sindaco, carichi di “progetti” spesso frutto più di fantasie ed ambizioni personali che non di reali necessità. Mentre si susseguono le “soluzioni miracolose”, quell’ultimo posto in classifica, quello zero, ci riporta alla realtà: un continuo inseguimento della normalità mancata, dello standard che non siamo ancora riusciti a raggiungere e garantire.
Un problema che, come ben sappiamo, non riguarda solo noi, e che non è ascrivibile ad un solo colpevole. Ma pur sempre un problema, che bisognerebbe affrontare anziché ridimensionare. Eppure, la campagna elettorale sembra concentrarsi sui soliti cliché ed i vari papabili preferiscono litigare o autocelebrarsi sui social, continuando a seguire vecchie logiche che non faranno altro che aumentare quel gap che invece dovrebbero ridurre.