Bonafede Alfonso M5S dimettiti subito. Un Ministro della Giustizia “sfacciatamente” impresentabile

12 marzo 2020, 18:00 100inWeb | di Vito Barresi

Tutti sapevano che la situazione delle carceri italiane è molto grave anche a causa di una gestione “assolutamente inadeguata” da parte del governo e dei massimi dirigenti del dipartimento, avverte Pompeo Mannone, segretario della Federazione Nazionale della Sicurezza della Cisl. Tutti sapevano tranne lui, il ministro in Buonafede, un uomo dal passato di dj, che dovrebbe avere la faccia e la dignità di dimettersi non davanti al suo nome ma alla morte giuridicamente orripilante di ben 15 detenuti nelle carceri italiane.


di Vito Barresi

Ciò che è accaduto, e non caramelle e noccioline, bensì morti, devastazioni, feriti, evasi, e quant’altro di grave e minaccioso per la sicurezza pubblica nazionale e internazionale, era facilmente prevedibile vista la situazione davvero incresciosa in cui versano i nostri istituti penitenziari.

D’altronde come potrà il nostro buon Governo, con in testa lo stesso premier Conte, presentarsi all’Unione Europea con la carpetta dei report che ragguagliano sullo stato di disastro epidemico e calamità sanitaria che ha materialmente travolto la vita civile di un Paese di spicco del G20, fondatore della Comunità Europea, totalmente devastato dalla pandemia del Covid19, se non allegando anche la sequenza agghiacciante di quanto è avvenuto nelle carceri, la Caporetto dei diritti umani, se non esibendo anche e in prima nota, l’atto di dimissione scritto e sottoscritto da Bonafede Alfonso di Mazara del Vallo?

Chiunque al suo posto, dopo un tumulto carcerario che ha richiamato colori, toni e atrocità, simili alle pagine rivoluzionarie del suo amato ma forse poco approfondito e assimilato Rousseau, dopo una rivolta con morti e feriti che forse non ha eguali nella storia delle patrie galere, avrebbe dovuto già pensare a dimettersi.

Ma quello che, parafrasando Salvemini e non invece il suo ex sodale di governo Salvini, qualcuno può già chiamare Ministro dell’Ingiustizia più che della Giustizia, non solo non si è ancora dimesso, ma rec sic stantibus, forse mai lo farà.

Tutto questo è una vergogna! Il Ministro abbia il coraggio di assumersi tutte le sue responsabilità.

Non ho il ben che minimo tentennamento nel condividere pienamente e sdegnatamente le considerazioni puntuali di Ornella Favero, Presidente della Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia e direttrice di Ristretti Orizzonti che a tal proposito ha giustamente osservato che

“pur non essendo una volontaria ‘tenera’ che giustifica tutto e mi fa rabbia pensare a tutta quella violenza, ma poi penso anche alle vite disperate di tanti tossicodipendenti, i tossicodipendenti sono circa il 25% dei detenuti, il dato è stabile negli ultimi 5 anni, dunque, all'incirca, 15000 persone che stanno in galera, devastate dalla droga, spesso giovani, stranieri anche, lontani da casa. Conosco detenuti che non vedono la loro madre da otto, da dieci anni”.

“Aggiungo che il 49% dei farmaci prescritti in carcere sono psicofarmaci, quindi farmaci per non pensare, per dormire, per dimenticarsi della propria vita. Mi viene in mente il messaggio che ho ricevuto in questi giorni, dopo la chiusura di tutte le attività, da un detenuto della mia redazione, Luca, anche lui tossicodipendente: ‘Qui tutto si è fermato, nemmeno gli agenti sanno come si svolgeranno le giornate d'ora in poi, quindi sale dentro di me un senso di angoscia, ansia, depressione, tristezza e smarrimento perché siamo in balia di eventi su cui non abbiamo il minimo controllo e questo peggiora tutto”.

Perché se c’è uno che in questa pesante stagione di lotta all’epidemia e di impegno per la tutela assoluta della salute pubblica nazionale (e non si scrive ciò per caso) dovrebbe immediatamente rassegnare le proprie dimissioni nelle mani, senza guanti di protezione, del Presidente del consiglio Giuseppe Conte, a suo tempo proponendolo in quanto Ministro della Giustizia al Presidente della Repubblica che nelle sue facoltà lo aveva decretato tale, questo non è altro che il Bonafede.

Il quale, viceversa, intervenendo alle Camere per informare il Parlamento sulle gravissime turbolenze accadute nei penitenziari d'Italia annunciava tracotante che solo lunedì scorso era stata consegnata una prima fornitura di circa 100 mila mascherine distribuite prioritariamente agli operatori che accedono dall'esterno.

Non può esserci altro ne alcun ulteriore commento dinnanzi alle spietate quanto inaccettabili giustificazioni presentate confusamente da un ministro incompetente che nel permanere nella sua ormai ingiusta collocazione al Ministero della Giustizia arreca danno morale, disdecoro istituzionale e vergogna senza limite all'intera Nazione.

Si dimetta presto e senza indugi.