L’ospedale del tutto immaginario di Attilio Fontana e Giulio Gallera non sarà sicuramente l’Arca di Noè che potrà salvare i milanesi e i lombardi dal flagello sistematico e “scientifico-vettoriale” del coronavirus. Nonostante l’ardimentosa follia di mettersi a costruire qualcosa che sfiora il teatro dell’assurdo, almeno su questo le previsioni sembrano essere alquanto tiepide dopo settimane di errori, confusione, sottovalutazione, impreparazione plateale ad affrontare una crisi sistemica che ha travolto l’intera concezione di una sanità lombarda esclusivamente votata all’industrializzazione della salute pubblica, alla sua privatizzazione nella logica del profitto e del mercato. Altro che carità pelosa dopo il diluvio. Adesso per tutti, come per gli oltre mille morti innocenti del coronavirus, è tempo del giudizio universale.Anche politico e amministrativo.
di Vito Barresi
Cioè niente ormai ci può salvare più dal desolante dubbio, come cantava il medico Jannacci, che bisogna pensarci prima, che se me lo dicevi prima, altro non occorreva anche stavolta che semplicemente provvedere alla spesa di qualche aspirina in un bicchier d’acqua, semplicemente per salvarsi da uno tsunami sanitario che sta sconquassando materialmente l’intero Paese.
Per capire come mai possa anche, riscrivo anche, accadere che, nei primi mesi dell’anno 2020, un’imprevedibile influenza virale abbia potuto cagionare migliaia di morti in una sola regione d’Italia, la Regione Lombardia (amministrata da una presidente leghista che risponde al nome dell’avvocato Attilio Fontana e da un assessore alla Sanità-Welfare di Forza Italia, l’avvocato Giulio Gallera), mettendo in crisi, anzi devastando, l’immagine della sanità più avanzata e tecnologicamente più attrezzata della nazione, tutti i cittadini italiani dovrebbero portare le lancette del tempo al 18 novembre 2019, per rendersi conto che costruire gli ospedali dopo il giudizio universale, senza pensare prima a comprare la Tachipirina Mille, il Bentalan, la Vitamina C, le mascherine protettive, i macchinari per le crisi respiratorie e quant’altro necessario per affrontare una pandemia influenzale improvvisa e sconosciuta, è come negare che, inaspettatamente, anche il Titanic può affondare per una piccola falla, anche un Freccia Rossa può deragliare per uno scambio sbullonato, anche una Suv superaccessoriato può bucare un pneumatico.
E, invece, andando a ritroso non lontano nel tempo bisogna purtroppo rileggere quanto pubblicato sul portale istituzionale della Regione Lombardia, dove il Presidente Fontana e il suo assessore Gallera, esultavano per uno stanziamento record di 202 milioni di euro per gli ospedali e gli IRCCS pubblici della Lombardia.
Quel giorno ancora d’autunno, prima che sopravvenisse l’inverno contrassegnato dalla tragica pandemia del Coronavirus che ha travolto la vita civile, sociale ed economica di una delle più ricche regioni d’Europa, la Giunta regionale lombarda su proposta dell’assessore al Welfare, Giulio Gallera, per finanziare la realizzazione di interventi strutturali, l'aumento delle dotazioni di sicurezza antisismica e antincendio, l’acquisto e la sostituzione di macchinari e apparecchiature, la cartella clinica elettronica e le applicazioni (Pago-Pa) per ridurre l’attesa in fase di prenotazione/pagamento delle prestazioni, approvava e deliberava una enorme spesa milionaria, aggiuntiva ad altre risorse e spese in corso, praticamente inutile ai fini della prevenzione della previsione dello tsunami virale che stava per abbattersi sulla Pianura Padana.
Partito per la Cina in “missione istituzionale”, il Presidente Fontana spiegava testualmente che:
“si tratta di uno sforzo concreto e straordinario grazie al quale riusciamo a potenziare le strutture socio sanitarie pubbliche della Lombardia dotandole della tecnologia più avanzata a beneficio dei cittadini e dei pazienti, rendendole attrattive per i migliori professionisti. Il nostro impegno è rivolto quotidianamente allo studio di soluzioni che possano rendere un servizio sempre più efficiente ai pazienti e migliorare la qualità della loro vita”.
A sua volta il Gallera avvertiva compiaciuto che quegli investimenti servivano per rendere ancora più adeguata la nostra offerta sanitaria (sic!) per cui
“abbiamo considerato le esigenze degli ospedali lombardi a 360 gradi finanziando interventi di rilevanza strategica nel settore della cura e della diagnostica, quali ad esempio gli acceleratori lineari per la lotta ai tumori o le più moderne risonanze magnetiche, garantendo alle ATS e alle ASST anche le risorse indispensabili e la necessaria flessibilità per attuare i piani di investimento e manutenzione aziendali programmati per i prossimi mesi”.
Le risorse, pari a 202.854.490 euro, sono state assegnate a seguito di una attenta e meticolosa ricognizione realizzata nei mesi scorsi a cura della Direzione generale Welfare della Regione Lombardia per sostituzioni grandi apparecchiature: 34.386.000 Euro; Riqualificazione dei reparti anche in ottica antisismica e antincendio: 80.737.030 Euro; Cartella Clinica Elettronica e Pago: 11.941.460 Euro: Piani d’investimento aziendali: 40.000.000 Euro; Piccole apparecchiature ad utilizzo quotidiano: 25.800.000 Euro
È stato scritto su Esquire:
“Purtroppo non abbiamo anticorpi per Fontana e la cattiva politica. Poniamo che non se ne renda conto, che tutte queste pantomime non siano un calcolo tutto leghista per fare breccia nei cittadini, strattonare il governo. I danni ormai sono irreparabili, le responsabilità oggettive, le dimissioni dovute”.
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