Dal prossimo 28 marzo ai neo-consiglieri regionali verrà accreditato il primo stipendio, comprensivo di indennità e rimborsi spese per esercizio di mandato. Peccato però che il Consiglio Regionale non si sia mai riunito, ed il consiglio è attualmente rimandato a data da destinarsi a causa del coronavirus.
di Francesco Placco
Nonostante l’evidente gravità della situazione, lo slogan “io resto a casa” continua ad essere “divisivo” nel mondo del lavoro. Tra chi sostiene che sia necessaria una chiusura totale e chi invece sostiene che sia opportuno evitarla, il timore è quello di non avere a disposizione delle tutele chiare ed inequivocabili da parte dello Stato.
I lavoratori italiani si apprestano a stringere quanto più la cinghia per superare questo momento difficile, nonostante i tanti dubbi di natura economia: la cassa integrazione sarà davvero per tutti? Quando arriverà? E gli autonomi? Come si potrà far fronte a tutte le scadenze? Sono solo alcune delle perplessità conseguenti al “restare a casa”, nodi che prima o poi verranno al pettine.
Ma c’è anche a chi è convenuto, di restare a casa. Parliamo in questo caso dei neo-consiglieri regionali della Calabria, che sin dalla loro nomina (LEGGI) non si sono ancora mai riuniti.
Il Consiglio regionale infatti, fissato inizialmente per il 9 marzo scorso, è stato dapprima rimandato al 18 marzo, e poi a data da destinarsi (LEGGI). Colpa ovviamente del coronavirus e del divieto di “riunirsi” e “creare assembramenti”.
Pur non essendosi mai riuniti (o per dirla in altri termini, pur non avendo ancora mai lavorato), ai trenta consiglieri verrà regolarmente accreditato lo stipendio. Una certezza garantita dallo stesso Stato che, ad oggi, non riesce a dare risposte alle migliaia di lavoratrici e lavoratori. Secondo Callipo, parliamo di circa 18 mila euro a testa.
Lo stesso Callipo, che appena qualche giorno fa aveva chiesto ai consiglieri di donare le indennità a favore degli ospedali calabresi (LEGGI) ricevendo appena una risposta positiva in un mare di silenzio, è tornato all’attacco chiedendosi se fosse opportuno o meno incassare questa somma pur non avendola “sudata”.
Callipo ha dichiarato che donerà l’indennità all’ospedale di Vibo Valentina ed alla Protezione Civile, in quanto “non riesco, in coscienza, a trattenere per me queste somme”. Abile mossa di propaganda e proselitismo politico? Vedremo. Così come vedremo se gli altri inquilini di Palazzo Campanella saranno disposti a seguirlo.