La Fase 2 non può essere affidata a un Grande Fratello. Dalla Protezione Civile alla Sicurezza Nazionale

Sergio Mattarella

Ora che per la pandemia da corona virus, in Italia, siamo vicini alla fase 2, quella del dopo emergenza, grossi problemi si presentano per la nazione, a causa dell’alto e crescente debito pubblico e della riduzione della produzione e quindi delle pubbliche entrare, mentre aumentano le spese assistenziali. Vi è un concreto e drammatico "rischio Italia”.


di Francesco Forte*

Dalla ipotesi che l’economia italiana nel 2020 abbia una recessione dello 1-3% rispetto allo scorso anno, ora dai primi di febbraio, quando è stata varata dal Consiglio dei ministri la dichiarazione di emergenza da corona virus con durata di sei mesi sino al 1 luglio, si prevede che la recessione nel primo semestre sia del 10%, così trascinando l’Italia verso un baratro se non si preparano sin da ora energiche contromisure.

Il regime gestionale con la cabina di regia del premier e della Protezione civile non basta, è troppo monocratico, troppo assistenzialista, senza esser in grado di inserirsi nell’intrico europeo e in quello delle sue politiche fiscali e monetarie.

E, last but not least, è troppo poco rappresentativo della nazione, in cui vi è una maggioranza politica effettiva diversa da quella del governo composta da PD, Leu e 5 Stelle, che riesce a stare al potere solo perché uno dei partiti che lo compone, Italia Viva, non ha ancora staccato la spina, pur sostenendo tesi completamente diverse da quelle della triade a guida Conte.

Occorre una diversa cabina di regia, e solo la Presidenza della Repubblica, in modo democratico, la può dare, in quanto espressione dell’unità e identità nazionale.

Infatti, il Presidente della Repubblica, eletto dal Parlamento con maggioranza qualificata (oltre che dai delegati delle Regioni) non rappresenta solo la maggioranza, ma tutta la nazione. Ed esiste, come previsto dalla Costituzione, un organismo collegiale coordinato dalla Presidenza della repubblica, democratico, aperto a nuovi membri, denominato “Consiglio Supremo di Difesa”, che - come si legge nel portale della Presidenza della Repubblica, “è un organo di rilevanza costituzionale preposto all’esame dei problemi generali politici e tecnici attinenti alla sicurezza e alla difesa nazionale”.

Il termine “sicurezza nazionale” appare, in sé, molto più ampio del termine “protezione civile”: sia perché la “sicurezza nazionale” include “la protezione civile” e sia perché, come si è notato, la protezione civile non riguarda tutta la nazione, ma solo parti di esse colpite da emergenza.

Certo, l’organismo a cui sto facendo riferimento è nato per la difesa militare nazionale in funzione internazionale e, solo in un secondo tempo, si è ampliato alla sicurezza nazionale, come difesa da pericoli interni.

E questi pericoli sino ad ora hanno riguardato fenomeni come il terrorismo, il dissenso politico violento, la criminalità organizzata, l’immigrazione incontrollata, clandestina o apolide. Ma ora c’è un salto di qualità: la sicurezza delle persone e della vita associata extra economica ed economica, è compromessa da un virus insidioso, che comporta immediatamente la nozione di sicurezza nazionale.


Il pericolo per

l’indipendenza

nazionale,

il disastro

economico

e finanziario,

la depredazione

del nostro

patrimonio culturale


E lo stesso vale per la nozione di “difesa nazionale”, la quale si riferisce alla difesa dell’Italia dai “nemici”, che viene emblematizzata dal tricolore e dall’inno nazionale, che ora campeggiano ovunque in Italia nell’emergenza.

Vi è infatti un pericolo per l’indipendenza nazionale nelle condizioni che il disastro economico e finanziario ci possa portare all’asservimento economico e alla depredazione del nostro apparato di grandi e medie imprese, di tecnologie, del nostro patrimonio culturale.

Va messo in risalto che il Consiglio superiore di difesa non è un organo tecnocratico, ma un organo democratico e che il ruolo che il presidente della Repubblica vi esercita non è un ruolo autocratico, ma in ruolo di guida e coordinamento democratico.

Nel portale della Presidenza della Repubblica si legge che

“Il Consiglio supremo di difesa è il principale strumento attraverso il quale il Capo dello Stato acquisisce circostanziate conoscenze degli orientamenti del Governo in materia di sicurezza e difesa, per poter svolgere adeguatamente il complesso ruolo di equilibrio e garanzia attribuitogli dalla Costituzione” (https://www.quirinale.it/page/csd)

Più in generale,

“il Consiglio costituisce sede istituzionale permanente per la discussione e l’approfondimento multidisciplinare delle problematiche relative alla sicurezza ed alla difesa. Le attività condotte nel suo ambito e quelle che da esse conseguono concorrono a porre i suoi componenti nelle condizioni di esercitare, in maniera sinergica rispetto a linee d’azione condivise, i rispettivi ruoli istituzionali, sia in rapporto alla propria specifica area di competenza sia a supporto di quella di ciascuno degli altri …. Attraverso esso i suoi componenti possono concorrere a definire criteri per il migliore esercizio delle rispettive singole competenze “

Aggiungo che il Consiglio superiore di difesa e sicurezza ha una composizione ampia, che include il Presidente del Consiglio dei ministri, i Ministri per gli Affari Esteri, dell’Interno, dell’Economia e delle Finanze, della Difesa e dello Sviluppo Economico, il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, il Segretario generale della Presidenza della Repubblica, il Capo di Stato Maggiore delle FFAA, il Segretario del Consiglio supremo di difesa.

In aggiunta l’Istituto Costituzionale prevede che a seconda delle circostanze e della materia trattata, possono essere chiamati a prendere parte alle riunioni anche altri ministri, i Capi di stato maggiore delle Forze armata, il Comandante generale dell’Arma dei Carabinieri, il Presidente del Consiglio di Stato, nonché ulteriori soggetti e personalità in possesso di particolari competenze in campo scientifico, industriale ed economico ed esperti in problemi militari

Nel caso del corona virus, le Forze Armate, vengono impiegate di continuo, anche nella ricerca scientifica, e pertanto la partecipazione ad esso, nella fase due, dei comandanti militari e dell’arma dei Carabinieri non è certo inappropriata.

Fra i rappresentanti delle istituzioni, oltre al presidente del Consiglio di Stato, si potrebbe prevedere la presenza del presidente della Corte dei Conti, i Presidenti delle due Camere, l’Istituto Superiore di sanità, e in specifiche sessioni con audizioni separate, sia professori universitari del settore sanitario, sia rappresentanti del mondo industriale, commerciale, finanziario e sindacale.

Il Consiglio Superiore di Difesa e sicurezza potrebbe essere convocato dal Presidente della Repubblica, in apposite sessioni, riguardanti la tematica della Sicurezza Nazionale in relazione alla pandemia nella fase due.


Le criticità

del modello

in funzione,

al limite della

democrazia

ed inappropriato

per la sua natura


Mi rendo conto che questa mia proposta ha elementi opinabili e coinvolge decisioni di fondo del Capo dello Stato che solo lui può prendere.

Comunque mi sia consentito di sottolineare che il Parlamento non è stato chiamato dal governo in carica ad adottare misure straordinarie specifiche sanitarie, giuridiche ed economiche per questa emergenza, con uno strumento ad hoc, ma si è utilizzato uno strumento anomalo, facendo ricorso alla legge 10 marzo 2017, sulla protezione civile, sulla base delle norme del codice della protezione civile varato con il DL (decreto legislativo) n. 1 del 2 gennaio del 2018.

Il modello attualmente in funzione ha grosse criticità, in quanto è al limite della democrazia in quanto regime commissariale a guida monocratica del Presidente del Consiglio, ed inappropriato per la sua natura, poiché fa riferimento ai disastri naturali e territoriali ossia emergenze specifiche, non emergenze nazionali.

Inoltre esso non è adottato in tutta la sua estensione, ma in modo parziale, con effetti negativi sia sul tasso di mortalità, che sul trasso di crescita del PIL.

Invero, Protezione civile, per le emergenze, ha quattro specie di compiti: 1) previsione, 2) prevenzione e mitigazione dei rischi, 3) gestione delle emergenze e 4) gestione del loro superamento.

Ma il quarto compito, che comporta politiche tipo Piano Marshall, ossia sostegno alle forze produttive e una robusta, tempestiva azione di investimento infrastrutturale, in questo caso, è stato completamente dimenticato.

Per il secondo compito, quello di prevenzione mitigazione dei rischi ci sono stati nelle norme e nelle strutture, due grosse lacune. La più grave consiste nel non aver adottato misure specifiche per la tutela degli anziani con basso reddito e bassa istruzione e per gli anziani soli.

Inoltre, il governo non si è dato cura delle comunità gestite da enti locali e da non profit di persone in difficoltà, per l’età o altre ragioni, che sono a rischio di contaminazione e decesso, in quanto affollate. Le case di riposo e cura per anziani sono l’esempio più clamoroso, perché in questo caso è a portata di mano una soluzione semplice, efficiente e di costo molto basso, quella di sistemare negli alberghi privi di clienti, con personale in cassa integrazione, gli anziani di case di riposo e cura affollate. Ci sono, poi, le più complicate questioni dei carcerati, dei rom, dei senza tetto.

In conclusione: il governo ha gestito la Protezione civile come strumento per l’esercizio di poteri discrezionali del Presidente del Consiglio dei Ministri, mediante DPCM, ossia Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri, che non sono né decreti legislativi, di attuazione di leggi delega, né decreti legge, da convertire in legge, ossia leggi di secondo grado discendenti dal primo, a cui si collegano, con successiva verifica.

Non sono neppure Decreti Ministeriali (DM) ossia decreti che traducono in atto le leggi di secondo grado. Sono decreti di un organo, il capo del governo, dotato di mero potere di coordinamento del potere esecutivo dello stato centrale.

I decreti del presidente del consiglio dei Ministri, del 23 febbraio 2020, 1 marzo , del 2 marzo, del 4 marzo , dell’8 marzo, del 9 marzo, dell’11 marzo, del 22 marzo (poi modificato dal DM del 25 marzo), del 1 aprile che proroga dal 4 al 13 aprile le misure del 24 marzo, basandosi sui rapporti della Protezione civile, sospendono - per l’emergenza, in aree specifiche o nell’intero paese - libertà personali, libertà di pensiero, libertà di opinione, libertà civili, libertà religiose, intaccano libertà e valori culturali e trasformano l’economia di mercato in una economia dirigista o la sospendono in varie parti , con effetti macro economici molto pesanti, che a loro volta si ripercuotono sulla salute e sulla sopravvivenza delle persone e sulla stessa sopravvivenza dello Stato nazionale.

*Presidente del Comitato Scientifico di Critica Sociale;

Professore Emerito di Economia Pubblica;

Dipartimento di Economia e Diritto, Università Sapienza di Roma

(Articolo tratto da “Critica Sociale”, Rivista fondata nel 1891 da Filippo Turati, diretta da Stefano Carluccio)