Emergenza. I miliardi del Governo che annaffiano speranze ma non abbeverano gli assetati

9 aprile 2020, 20:23 Politica.24
Giuseppe Conte

Completo blu sartoriale così come rigorosamente blu la cravatta, camicia bianca e fazzolettino pendant ripiegato ad arte nel taschino, immancabile l’orologio a quadrante classico bianco su cinturino in pelle nero. Beh, c’è ben poco da poter criticare, L’Avvocato difensore degli italiani, l’amico del popolo per sua stessa definizione, si presenta bene, e l’immagine in questi casi non è poca cosa.


di Mauro Calabretta

Un po’ meno rassicurante il ruolo giocato dalla fisiognomica: sorrisetto appena accennato ed occhietti vispi, voce costante e sempre pacata, melodicamente accompagnata da quella erre un tantino moscia, che contribuiscono a rendere ancor più figo il nostro presidente del Consiglio ma che - diciamocelo pure - ne mostrano un caratterino un po’ troppo furbetto.

Eh sì, perché il Conte, da non confondersi con quello di Montecristo, se giudicato per le ormai consuete performance serali, offre prestazioni poco rassicuranti al suo popolo; è vero: lo seduce, lo conquista, lo sospinge finanche a letto e facendolo sognare ma giusto per una manciata di minuti.

E se i sogni, come sempre accade, altro non sono che le risposte di oggi alle domande di domani, il risveglio in tempi di Covid è aspro per colui che si è concesso, quindi, giusto il tempo di capire cosa celava l’inanellare di decreti e conferenze stampa, e touché compare il sentimento del tradimento.

Dalle 600 euro ai 400 milioni per finanziare i buoni spesa e fronteggiare l’emergenza alimentare, dalla Cassa integrazione per tutti i richiedenti ai finanziamenti da 25 mila euro senza verifica del creditore, il tutto ovviamente da aggiungersi ai già beneficiari del reddito di cittadinanza: come si fa a non amare il Giuseppe nazionale?

Ma quasi quasi e sotto sotto, però, inizia a sorgere un qualche dubbio: è poi così conveniente andare a lavorare o, meglio, auspicarsi la proroga del lookdown?

Intanto, tutto da rifare per i 600 euro: alle 500 mila richieste pervenute si risponde con la necessaria iscrizione ad una cassa in via esclusiva, pertanto ed attualmente il provvedimento risulta sospeso.

Sui 400 milioni ripartiti tra i Comuni, Monsieur le Président cede l’incombenza ai sindaci al fine di individuare le famiglie bisognose, ed ovviamente in attesa di capire come ed a chi, alla data odierna, non risultino ancora erogati buoni o similari.

Capitolo a parte merita la Cassa integrazione: qui l’Avvocato ha ceduto in comodato gratuito la problematica a tutti gli studi commercialistici nazionali giusto per appurare assieme a quest’ultimi come il server Inps - stremato dal post hackeraggio - non avesse più capacità ricettive. Occorrerà, però e quantomeno, capire (e lo scopriremo solo vivendo) se gli inserimenti degli Iban, prima dagli studi poi dall’Inps, saranno o meno corretti, visto il nutrito numero di speranzosi.

Infine, ma solo per una normale sequenza temporale, il sogno del money: qui l’apoteosi che non ti aspetti, l’apogeo del sogno. Qui sgambetto doppio nei confronti delle banche, soggetti non obbligati ad erogare, e nei confronti dei cittadini già dal mattino seguente in fila pronti a ritirare il soldo; ovviamente non più in modalità helicopter ma affidato ad un più tradizionale prestito garantito.

Ed ora a quale altro sogno potrà affidarsi il presidente se non quello del semplice ritorno alla normalità? E li sarà complicato promettere per poi non mantenere, perché se vuoi uccidere veramente un uomo privalo del suo sogno più bello; “la libertà”.