Ci si domanda: “Possibile che alcune grandi aziende italiane debbano sempre studiare delle metodiche per potere aumentare i loro fatturati sempre a detrimento degli utenti?”
di Rodolfo Bava
Sino a qualche anno addietro erano le compagnie telefoniche a “premurarsi” (vada il termine) di emettere le fatture ogni 28 giorni, in modo che le fatture annuali risultassero 13 e non già 12.
Attualmente, invece, sono alcuni fornitori di energia elettrica e di gas metano ad escogitare un’altra metodica: fatturare a “consumo stimato”.
Oggi giorno gli addetti non si recano più presso le nostre abitazioni per potere prelevare i consumi, dato che i contatori li trasmettono automaticamente alle aziende interessate.
E, pertanto, di grazia, ci si chiede: Ed allora perché fatturare a “consumo stimato”?
Semplice a dire: in modo da potere aumentare i consumi, per potere ottenere maggiori introiti. Anche se momentanei, dato che dopo numerosi mesi si provvede al conguaglio.
Ma le somme ingentissime trattenute per un certo periodo daranno pure un reddito dato che dette trattenute vengono effettuate, forse, nei confronti di milioni di utenti.
Poveri cittadini italiani sempre “maltrattati”. Prendiamo in esame la bolletta riprodotta nella foto. Risulta che la società ENI, dopo un anno, ha restituito ad un utente i consumi fatturati in acconto.
E sono tutt’altro che trascurabili, dato che si tratta di smc 527. Pertanto detta azienda avrebbe beneficiato, nel corso di un anno, di decine di euro per quanto riguarda il costo del gas di una sola bolletta.
Decine di euro moltiplicate per milioni di consumatori potrebbero divenire somme interessantissime da potere utilizzare nel corso di ogni anno.
Così è, se vi pare!