“I siti archeologici sono una risorsa non rinnovabile; una volta che sono distrutti, le informazioni che contenevano vanno perdute per sempre” (Anonimo). Archeologia: a Crotone qualcosa si muove. Dopo un lungo periodo d’oblio, con l’argomento scomparso dai radar, favoriti forsanche dall’emergenza sanitaria sono tornati a scorrere i fiumi di parole, scritte e parlate.
di Sr* l’Impertinente
Che nessuno s’illuda! A riattivarsi non sono mica i progetti e relativi cantieri. A tornare sulla scena , al momento, sono solo le polemiche, sfreccianti al grido e all’insegna del chi ce l’ha più … antico!
Polemiche apertesi tra l’altro su diversi fronti: uno esterno con Catanzaro ed il signor Spirlì (Nino), ed un altro interno tra ex consiglieri comunali ed ex amministratori della giunta Pugliese.
Il capoluogo di regione è tornato difatti all’attacco sulla sede della Soprintendenza, che il Mibac ha assegnato a Crotone, con un ricorso al Tar del sindaco Sergio Abramo che lo vorrebbe nella sua di città.
Ma sul tema sono tornate anche le parlamentari pentastellate Elsabetta Barbuto e Margherita Corrado sostenendo a loro volta che al sindaco catanzarese bisognerebbe invece e addirittura chiedere i danni, anche perché il suo sarebbe un ricorso infondato visto l’argomento di sola competenza ministeriale.
Per le due Grilline si dovrebbe finanche far rimborsare allo stesso Abramo le spese del legale che il comune di Crotone sarà costretto a nominare per resistere alla stessa istanza.
Primo appunto. Ragionando in questi termini, meriterebbe ricordare come di avvocati per opporsi a problematiche sollevate dalla stessa Corrado, il Comune pitagorico ne abbia già dovuti pagare e per importi con sui si sarebbe potuta forse realizzare un’opera pubblica, pure non di poco conto.
“Il cemento ideale
di una comunità
è formato dalla coscienza
della propria cultura
e dalla capacità
che abbiamo
di conservarla
ed accrescerla”.
(Ludovico Magrini)
È ripartita, quindi, la discussione su chi - tra Catanzaro e Crotone appunto - meriterebbe questa benedetta sede: una diatriba esplosa a colpi di valutazioni puramente archeologiche e storiche così come di importanza geografica.
E in questa contesta ci è entrato subito l’assessore alla cultura del capoluogo di regione, Ivan Cardamone, che ha bacchettato le due parlamentari accusandole di essere astiose e dal poco garbo istituzionale, dato il ruolo (accuse, tra l’altro, rivolte loro e spesso anche da Crotone).
Un nuovo fronte di polemiche esterne si è aperto poi con un altro assessore alla cultura, questa volta regionale, il signor Nino Spirlì di cui già dal suo ingresso in Giunta avevamo preconizzato c’avrebbe dato certamente delle soddisfazioni! E non si è difatti smentito.
Elencando le possibili mete turistiche calabresi, anche archeologiche, l’assessore leghista non ha fatto un minimo accenno a Crotone che pur di carte da giocarsi, in tal senso ma non solo, ne avrebbe e anche un bel po’.
La cosa ha solleticato subito l’orgoglio crotoniate, con una vera e propria levata di scudi da parte dei suoi rappresentanti istituzionali e non, che si sono subito messi ad elencare le mille bellezze e attrattive della città di Pitagora.
“È il destino dell’archeologo
quello di vedere
frustrati anni e anni
di lavoro e ricerche”.
(Dal film Indiana Jones
I predatori dell’Arca perduta)
C’è chi parla di corsi e ricorsi storici, considerato che - in effetti - quando in passato il centrodestra si sia occupato di archeologia a Crotone non è che abbia di certo lasciato bei ricordi.
Grida ancora vendetta, ad esempio, il corposo storno di oltre un quarto dei 100 milioni originariamente destinati al progetto Antica Kroton, con la promessa (vana) che la cifra sarebbe stata reintegrata.
Così come è ancora fulgida nel ricordo della collettività la posa della prima pietra proprio di Antica Kroton, con in prima fila l’allora governatore Peppe Scopelliti e la sua vice Antonella Stasi, oltre ovviamente all’ex sindaco, il buon Peppino Vallone, ospite quasi indesiderato. Com’è andata a finire è storia nota.
Di Antica Kroton è tornato a parlare anche l’ex consigliere comunale Giovanni Procopio di “Crotone bene comune”, lamentando ritardi ed attribuendoli alla Prossima Crotone, coalizione fino a poco tempo fa al governo della città.
Ha sottolineato, l’ex consigliere, come per il progetto si siano spesi finora soldi, e nemmeno pochi, ma solo per faraoniche presentazioni mentre alla fine tutto è rimasto fermo al palo.
Procopio ha evidenziato anche il rischio che col passar del tempo - e rimanendo fermi - si possano perdere i poco più dei 60 milioni previsti per lo stesso mega progetto, paventandosi un’ennesima occasione persa.
“Gli archeologi
guardano solo
a ciò che giace
sotto i loro piedi.
Il cielo e le stelle
non esistono,
per loro!”.
(Agatha Christie)
Non si è fatta attendere la risposta della Prossima Crotone che ha ribaltato le colpe dei ritardi - che sono d’altro canto incontestabili - anche all’assessore crotonese della ex giunta Oliverio, vale a dire Antonella Rizzo.
Un po’ perfidamente la stessa Prossima - tra le altre cose - ha ricordato come Procopio svolgesse per Rizzo mansioni d’autista, forse per sminuirne l’intervento, ma cosa anche ammessa dell’ex consigliere.
Quest’ultimo, poi, si è detto schierato politicamente non più con la Rizzo ma con Baldo Esposito, neo consigliere regionale di Catanzaro che si sta battendo, anche lui, per la sede della Soprintendenza nella sua città. Dunque tutto tornerebbe?
Tende però a dimenticare la Prossima Crotone che alla Regione, nella precedente consiliatura, e pure nelle fila della maggioranza, c’era anche Flora Sculco che da quanto sostenuto dalla stessa si sarebbe spesa (per altri si sarebbe speso!) e non poco per l’Antica Kroton.
Cittadini e stampa locale hanno ancora ben presente la sfavillante presentazione del cosiddetto “Patto per Crotone”, con l'ex governatore Mario Oliverio ospite d’onore di un vero e proprio show farcito con tanto di effetti speciali e in cui la ciliegina era proprio il monumentale progetto archeologico.
Peccato, però, che tutti i milioni pomposamente annunciati all’epoca siano rimasti virtuali, come quell’ologramma di Pitagora che nell’occasione aveva tanto impressionato il pubblico astante e giubilante nel museo dedicato proprio al grande matematico.
“L’archeologia
non è quello
che si trova,
è quello che
si scopre”.
(David Hurst Thomas)
Intanto si è riaffacciato sulla scena mediatica finanche l’ex sindaco Ugo Pugliese, che ha valuto ribadire la giustezza e opportunità della sua scelta di dimettersi e di aver rotto i rapporti col passato.
Ha poi ammesso che, forse, avrebbe dovuto lasciar prima la sua postazione di comando (se così poteva chiamarsi) e di essere rimasto solo per realizzare i grandi progetti, tra cui appunto l’Antica Kroton.
Pugliese, infine, si è tirato fuori dalla partita per le prossime comunali anche se, e a dire il vero, non è che il suo nome - almeno finora - fosse stato da qualcuno accostato al prossimo appuntamento elettorale. Ma tanto c’è ancora tempo!
Alla fine della fiera, l’archeologia - che avrebbe dovuto essere un punto di svolta - Crotone è riuscita a tramutarla quasi in un problema: e come tale, quando lo si cerca di affrontare è quando esplodano liti e ostacoli.
Il vero di problema, però, è che se tutte le energie impiegate a parole e polemiche si fossero invece concentrate e concretamente in progetti, staremmo qui a raccontare ben altra storia. Forse.
Restando questi i protagonisti della storia e tale la “mentalità”, il dubbio che ci assale è che prima che si possa vedere qualcosa di concreto dei programmi in itinere ci vorranno secoli. Crotone, d’altro canto, non è la città dei due millenni? Sì, ma pure per l’apertura dei cantieri…
*Simbolo dello Stronzio