Il blocco delle attività connesso all’emergenza sanitaria e le conseguenze devastanti che ciò può comportare, per l’esistenza stessa di un polo culturale non allineato sulle frequenze del pensiero unico, impone una riflessione ampia che, auspichiamo coinvolga autori, editori, distributori, lettori-fruitori di una produzione “marginale nel mercato” ma essenziale per mantenere in vita un pensiero critico.
di Franco Arcidiaco & Antonella Cuzzocrea*
Come Città del Sole edizioni e come tutti coloro che vivono del proprio lavoro, siamo anche noi sull’orlo del precipizio, siamo a rischio perdita, con il lavoro, dell’unica fonte di sostentamento quotidiano.
Chiunque ci conosca o abbia letto i libri che produciamo, sa che in gran parte essi esprimono i contenuti di un coro di voci critiche e incompatibili col pensiero unico, di quanti, ciascuno con la propria sensibilità e profilo culturale, hanno proposto nel tempo visioni critiche e alternative ad un modello sociale dove alienazione e diseguaglianza, rafforzano l’annichilimento soggettivo degli individui nel mondo “libero” e consentono il saccheggio permanente dell’umanità.
In questi decenni, insieme ai nostri amici autori, abbiamo costituito un polo di resistenza culturale e sociale allo stato presente delle cose in cui non ci riconosciamo. In questi 30 anni di attività lavorativa abbiamo mantenuto e onorato sempre patti e lealtà collaborativa (con conseguenti costi nel nostro quotidiano sociale), verso chi ha lavorato con noi.
Ora NON intendiamo certo snaturare i nostri principi e venir meno ai valori etico/sociali che ci hanno ispirato. Non intendiamo, a causa della crisi che ci minaccia, adeguarci al sistema che promuove e propone la concezione individualistica del “si salvi chi può”.
Insieme ai nostri amici, autori, collaboratori e dipendenti, lavoratori tipografici, promuoviamo la ricerca di una risposta collettiva consapevole dell’importanza della posta in gioco!
Solo con una sinergia e volontà comuni potremo uscire dalle secche odierne (assenza di salario e entrate monetarie), e quelle che verranno nei prossimi mesi, che prevedono la chiusura di gran parte delle attività artigianali o piccole attività, destinate al fallimento.
Di fronte al precipitare della crisi economica di cui l’emergenza sanitaria costituisce un semplice detonatore, le prospettive e le soluzioni suggerite sono e saranno le stesse di ogni crisi capitalistica: i lavoratori, gli artigiani, le piccole attività che vivono del proprio lavoro, saranno schiacciati dai grandi oligopoli e dai soggetti dominanti.
La nostra storia lavorativa in questi decenni, si è sempre caratterizzata nella concretezza delle relazioni collaborative, ad un principio mutualistico e cooperativo: si sono sempre condivisi i frutti del lavoro, la stella polare che ci ha guidato non era l’aspettativa di guadagno connessa alla vendibilità di “prodotti di mercato”, ma la determinazione di dare voce e spazio a produzioni che non avrebbero trovato collocazione nei canali del “Mercato”.
In questi mesi la Storia e le sue dinamiche ci sta imponendo un forte rallentamento e quasi blocco, ma non intendiamo arrenderci o peggio ancora assimilarci.
Anzichè lamentarci o avanzare suppliche di improbabili aiuti ai potenti del sistema, lanciamo questo messaggio di S.O.S rivolgendoci esclusivamente a quanti condividono un’etica solidale e non intendono rinunciare ai valori culturali e sociali che hanno sempre animato la storia delle classi subalterne.
Questa nostra “barca” resistente e renitente, è una filiera lavorativa che lega SPECIFICI lettori, editori, autori, distributori, librai, lavoratori tipografici; una catena dove se salta un anello, a domino salta la filiera. Se la proposta consiste nella ricerca di una via comune e condivisa, l’urgenza dei tempi in cui viviamo ci impone di ricordare che ogni aiuto/sostegno ad un anello della catena contribuisce a rafforzare la resilienza di tutta la rete.
*editori