Dietro diverse segnalazioni e dubbi, da parte di alcuni cittadini, ho iniziato a chiedermi il perché della paventata decisione di chiudere l’istituto paritario Benedetto XVI con indirizzo Scuola Media-Liceo Scientifico “ad integrazione classica”, Liceo delle Scienze Umane “Economico-Sociale”, che si trova a Crotone, in via Pietro Raimondi.
di Rosanna Bartolillo
Le diverse dichiarazioni dei tanti che chiedevano il mio aiuto mi hanno portato a compiere una ricerca ed una analisi certosina, com’è nel mio stile fare, rivolgendomi in prima persona ai diretti interessati.
Ho così trovato disponibilità da parte di sua Eccellenza Monsignor Angelo Raffaele Panzetta, arcivescovo di Crotone-Santa Severina, il quale, da subito, ha dimostrato interesse, come in tutte le situazioni che a livello istituzionale l’hanno visto sempre partecipe, spiegando, con la chiarezza e la professionalità che lo distingue da sempre, i dettagli di ciò che vive la nostra curia in questo momento.
Ma prima vorrei fare un passo indietro. Ricordiamo che l'istituto Benedetto XVI, nasce a Crotone nel 2008, dietro volontà di Monsignor Domenico Graziani.
In questo istituto, ruotavano le attività del polo culturale diocesano, che comprendeva anche la decentrata della Lumsa (Libera Università Maria Santissima Assunta) di Roma. Oggi è scuola che svolge un servizio pubblico, pur nella specificità della sua gestione non statale.
Nell’ultimo periodo, però, sono sorti numerosi problemi, anche di natura economica, che potrebbero inficiare il corretto svolgimento dell'attuale anno scolastico (in questo momento da casa, vista l’emergenza Covid-19) e i successivi.
Occorre fare, inoltre, delle ulteriori precisazioni: ad oggi la Curia della diocesi di Crotone e Santa Severina versa in condizioni non “idilliache”, dal momento che pare sia interessata da un “buco milionario” che coinvolge anche l’istituto.
Per approfondire la questione e conoscere la verità dei fatti, sono stata invitata da sua eccellenza ad una “chiacchierata” telefonica.
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Domanda. Eccellenza la ringrazio innanzitutto per l’opportunità che mi dà per venire a capo di una questione spinosa e mai chiarita correttamente. Che rapporto esiste tra la curia e l'istituto Benedetto XVI?
Risposta. “La curia, nel corso del tempo, ha supportato economicamente l’istituto facendosi carico di un impegno. Inizialmente la curia aveva concesso a titolo gratuito le mura dell’istituto, a cui è seguito anche l'impegno di versare la retta annua per sostenere economicamente la scuola cattolica”.
Dal suo insediamento ad oggi è cambiato qualcosa in questo rapporto?
“Sì. È cambiato il rapporto in senso economico, per via della situazione critica che vive oggi la curia; per tanto non si riesce più a sostare gli impegni presi negli anni precedenti”.
Questa “mancanza” influenzerà l’andamento scolastico dell’istituto?
“Non posso rispondere in maniera esaustiva”.
Perché?
“Perché noi, come Curia, possiamo continuare a garantire l’uso gratuito dei locali come è avvenuto fino ad ora ma non potremo più versare nessuna somma. Ci tengo inoltre a precisare, per chi non lo sapesse ancora, che l'istituto in questione non è gestito dalla curia ma bensì da un cooperativa”.
La cooperativa che oggi gestisce l'istituto è sempre la stessa dal 2008 ad oggi?
“No. Questa cooperativa è attiva all’interno dell’istituto da circa un anno e pur mantenendo sforzi non indifferenti, non si riesce a coprire i tanti debiti lasciati da anni precedenti”.
Eccellenza, ha avuto modo di parlare con i genitori interessati?
“Sì. Dopo aver parlato personalmente con alcuni genitori, avevo programmato con loro un incontro per il 18 Marzo, purtroppo, vista l'emergenza, ho dovuto spostare l’incontro, al primo giorno utile del mese di maggio, sperando di poter incontrare una delegazione personalmente”.
Alla fine di questa “chiacchierata” mi viene da pensare, visto che alcuni genitori sarebbero disposti ad aumentare la retta mensile dei loro figli per mantenere vivo l'istituto ed a questi si aggiungono anche alcuni docenti che offrono il loro servizio di didattica gratuito per un lasso di tempo, perché non unire le loro forze economiche, magari diventando soci della cooperativa che oggi gestisce il tutto?
Ci tengo a mettere in evidenza che dalla telefonata avuta con il nostro vescovo, questi si è detto rammaricato per ciò che sta accadendo, ma ha espresso la volontà di ascoltare tutti, il prima possibile.