Maggio è il mese dedicato alla prevenzione del tumore alla vescica. Una campagna di sensibilizzazione che ha lo scopo di mettere in evidenza i principali aspetti riguardanti il carcinoma alla vescica promuovendo la conoscenza dei sintomi, e stimolando la diagnosi precoce.
di Antonella Giosuè
È la quinta forma di cancro più frequente in Italia con circa 24.000 nuovi casi diagnosticati nel 2019: 29.700 tra gli uomini e 5.700 tra le donne.
Colpisce in ogni fascia d’età, tuttavia poche persone sanno riconoscerne i segnali e, di conseguenza, spesso la diagnosi è tardiva. Il tasso di sopravvivenza risulta essere in media del 79% a 5 anni, e del 71% a 10 anni (Fonte: I numeri del cancro2019-Aiom/Airtum).
Il principale campanello dall’allarme è il sangue nelle urine, o ematuria. Altri sintomi indicativi di un possibile tumore vescicale, anche se più rari, possono essere la necessità di urinare più frequentemente, o le infezioni ricorrenti.
È importante anche la conoscenza dei principali fattori di rischio, tra i quali spicca il fumo (50%): sono molto più colpiti gli uomini, ma il numero di nuovi casi è in riduzione a fronte di un lieve aumento di quelli femminili. Da non trascurare (25%) l’esposizione professionale a sostanze chimiche utilizzate in alcune industrie (tessile, gomma, cuoio, alluminio).
In Italia la campagna è diffusa da Associazione PaLiNUro, nata presso l’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano nel 2014 in risposta alla necessità di informazioni dei pazienti e della mancanza di risorse del personale medico per fare fronte a questa esigenza. Secondo Edoardo Fiorini, Presidente di Associazione PaLiNUro, “conoscere la malattia e i suoi sintomi è oggi l’unica possibilità di fare una diagnosi precoce. In fondo si tratta solo di sapere riconoscere i segnali del corpo e di dare un’occhiata alla propria pipì!”.
“Le procedure diagnostiche, nel caso vi sia un sospetto di cancro alla vescica, si basano sull'ecografia e sulla cistoscopia”- ha ricordato il primario di chirurgia mini invasiva della Clinica Urologica Romolo Hospital di Rocca di Neto - “Quest'ultima consiste nell'introduzione di uno strumento a fibre ottiche nella vescica attraverso le vie urinarie e permette di vedere all'interno della vescica e prelevare campioni sospetti di tessuto che verranno poi analizzati al microscopio. Importante è anche la ricerca di cellule tumorali nel campione di urine (citologia urinaria). La TC, la PET e anche la scintigrafia ossea sono utili per valutare se il tumore si è esteso oltre la vescica coinvolgendo altri organi”.