Furbizia non è Intelligenza. Senza una visione di insieme e un progetto condiviso che metta il Comune, l’Amministrazione municipale al centro del rilancio socio-economico della città e del territorio ancora una volta i cittadini, gli imprenditori, i commercianti, i lavoratori, in breve tutto il popolo, rischiano e di brutto di restare stritolati nei pesanti meccanismi restrittivi della crisi e della recessione, schiacciati dai debiti e dalla mancanza di denaro, pagando un costo altissimo alla devastazione sociale causata da Covid 19.
di Vito Barresi e Giovanna Fichera
Crotone e il crotonese rappresentano una realtà fortemente penalizzata dall’epidemia del coronavirus, pur se da sempre rinchiuso in un proprio e particolare “confinamento” geografico, anche in piena pandemia è sembrato splendere il sole quotidiano, la passeggiata a mare, le corse in bicicletta, la bellezza che incanta su un lembo di Mediterraneo.
Ma la crisi provocata dalla “polmonite cinese”, anche se apparentemente ha fatto meno vittime che altrove, ha devastato e disarticolato il già precario e fragilissimo assetto economico di questa realtà ai margini dei grandi ritmi della vita nazionale.
Perché il danno che, di giorno in giorno, va sempre di più emergendo a vista d’occhio, non è tanto descritto dal numero dei decessi e dei contagiati annoverati dalle statistiche ospedaliere, quanto in quello di un rapido e purtroppo duraturo crollo dei circuiti economici essenziali, al tracollo delle attività manifatturiere, alla mancanza di lavoro per operai e impiegati, alla carenza di commesse per le imprese, alla perdita del salario di centinaia di precari, al drastico ridimensionamento dei profitti, delle rendite e dei risparmi di ampi ceti della popolazione locale.
Di questa situazione catastrofica e allo stesso tempo incerta e magmatica, che ha completamente fermato il cuore già debole dell'economia crotonese, le istituzioni dello Stato e quelle Comunali devono prendere atto subito anche se ancora non lo hanno fatto sufficientemente.
Non basta soltanto accendere un cero alla Madonna di Capocolonna ma necessariamente e urgentemente chiamare tutti a raccolta per incalzare lo Stato, il Governo e la Regione Calabria, a essere presenti, più presenti in una propaggine tra le più arretrate e povere d'Italia per dare una mano, essere vicini, aiutare, alleviare, sollevare gran parte dei cittadini dai numerosi problemi posti da una crisi epocale come quella che stiamo attraversando.
Altrimenti a cosa servirà dire alla pubblica opinione nazionale, internazionale e intergalattica che la mafia, la ‘ndrangheta, le cosche di vario genere e colore di colletto, le lobbie e le logge deviate che agiscono dentro lo Stato e le sue amministrazioni periferiche hanno preso il sopravvento in città e paesi, dove lo Stato ha continuato a far finta che c'era, magari non andando oltre i posti di blocco, le multe, le ammende e le sanzioni, molte volte ritenute persino vessatorie?
Senza un primo, rapido, concreto Piano Comunale di intervento, ripresa e rilancio dei settori principali dell'economia municipale sarà difficile parlare di imprese e di ritorno alla normalità.
Bisognerà per questo valorizzare e attivare anche molte delle “buone” intuizioni già messe in cantiere dalle precedenti amministrazioni Pugliese, specie la prima giunta, dando atto che non tutto deve essere distrutto e cancellato.
È pur vero che stiamo attraversando una stagione negativa per la democrazia cittadina, commissariata in toto, quindi privata di autonomia e autodeterminazione.
Ma per evitare di stare ancora fin troppo soggetti e costretti a una sempre più “asfissiante” occupazione delle varie amministrazioni periferiche da parte di uno Stato centralista, Stato che a Crotone e nel crotonese dovrebbe confessare non uno ma molti peccati, Stato che certo non ha di che vantarsi in nessun ambito (civile, giudiziario, militare, ecc. ) perché storicamente assente, inefficiente e spesso corrotto, tutti i crotonesi devono liberarsi le mani dal cappello, buttarlo sui cardi spinosi, smetterla di inseguire le soluzioni individuali con le piccole furbizie, concedersi una pausa di libertà mettendo in moto il cervello e le intelligenze.
Anche se non organicamente, è doveroso accennare almeno ad alcuni punti “urgenti” da cui bisogna subito ripartire, dando luogo a una rinnovata e qualificata logica di una diversa “coesione territoriale” e istituzionale, al momento del tutto inesistente a pieno danno dei crotonesi, che a quanto pare manca e difetta in tutto il sistema pubblico.
Tra questi bisogna priorizzare la sicurezza civile e sanitaria della popolazione, andando oltre le ordinanze copia e incolla dei decreti governativi, elaborando un programma minimo di
- sanificazione comunale per il centro urbano e le periferie, per le scuole e per gli uffici, le aree mercati, il centro storico, destinando nel brevissimo specifici sostegni al risanamento della filiera commerciale e industriale;
- con la sospensione triennale di tasse e imposte comunali;
- con il recupero di tutti i fondi perenti provinciali e comunali da destinare a un programma mirato di sostegno al commercio, al turismo e alle piccole e medie imprese;
- con l’ordinata ripartenza del volano edilizio e della bonifica industriale usufruendo dei nuovi provvedimenti “green”;
- la rinegoziazione dei patti se non la definitiva uscita dall'Autorità Portuale di Gioia Tauro, che per lungo tempo e in regime di rara confusione e spesso anche di 'illegalità' ha gestito un'infrastruttura centrale nell'assetto strategico del Mare Jonio;
- con l’azzeramento dei vertici delle cosiddette quanto nel passato “farlocche” partecipate, con il loro radicale cambiamento di mission e apparato dirigenziale;
- il ripristino dei trasporti e l'apertura di una vertenza integrata su ferrovie, porto, strade e aeroporto con il governo e il ministero afferente, per il recupero della centralità intermodale della stazione ferroviaria di Crotone, e con l'apertura dei cantieri riguardanti la Ss 106 in base al previsto Megalotto di riferimento e non con altre chimeriche superstrade della “ndrangheta”;
- un piano per l’imminente stagione turistica con la sanificazione di spiagge e lidi;
- la riattivazione della progettazione e dei cantieri dell'Antica Kroton, la riapertura dei siti archeologici e del Castello di Carlo V;
- la chiusura immediata della discarica di Ponticelli;
- la bonifica del Fiume Esaro e la progettazione di un Porto Canale con un’opera di project financing promossa da Comune e Eni, la stessa multinazionale di stato che ha gravemente danneggiato foce e letto del fiume;
- la rimodulazione di parcheggi e viabilità cittadina con l'abolizione delle ormai incompatibili isole pedonali di via Veneto e lungomare che potrebbero alimentare imprevedibili contagi
Proprio perché la furbizia è l'opposto dell'intelligenza, ancor di più di quanto non lo sia la stupidità, studiata con rigore scientifico da un grande storico dell'economia Carlo M. Cipolla nel suo classico internazionale “Allegro ma non troppo. Le leggi fondamentali della stupidità umana”, nella città pitagorica occorre sempre un supplemento di attenzione e vigilanza civica per impedire il dannoso connubio tra furbizia e stupidità.
Non fosse altro perché se nei vari apparati dello Stato che “governano” il territorio e la città - e non ne facciamo l'elenco completo - talvolta alligna troppa “furbizia”, fino al punto che in quasi tutti i presidi delle amministrazioni centrali vige la regola della settimana corta di lavoro e di quella lunga di riposo, molto spesso negli enti locali largheggia una “stupidità” che diventa oggettivo sostegno ai malvezzi e alle scorciatoie di piccoli e grandi dignitari di stato che hanno in mano attualmente le sorti di questa città.