Chiuso il Museo Archeologico di Crotone oltre al Castello: l’irrefragabile risultato del carrierismo politico a costo zero

13 giugno 2020, 16:00 100inWeb | di Vito Barresi

Quando la facile carriera politica non costa praticamente nulla, in termini di impegno durante gli anni di lotta democratica e civile, perché magari è solo il frutto di un estemporaneo lascito liberale da parte di qualche famiglia aristocratica, oppure l’esito di una vera e propria lotteria elettorale, quale volete che sia il risultato per la “polis”, per i cittadini, specialmente le più giovani generazioni, se non l’irrefragabile abolizione di tutte le opportunità per migliorare, crescere, istruirsi, partecipare?


di Vito Barresi

Museo chiuso, Castelli Aragonesi chiusi, sedi e uffici dei beni culturali che rasentano ormai il buio della semi clandestinità statale.

Il tempo perso in lotte di potere, scaramucce polemiche, ricorsi e contro ricorsi al Tar, denunce e querele alla Procura della Repubblica e a quella antimafia di Catanzaro, comparsate televisive e rassegne stampa, il tutto mixato in un farsesco guazzabuglio che va dallo Stadio alla Torre Scifo, dalla cementificazione di Capocolonna all’abbandono totale di scavi e parco archeologico, alla fine dei conti ad altro non porta che a due conclusioni: o si diventa parlamentari con tanto di onore e gloria, o si resta mazzoliati e fessi davanti ai proprio diritti di poter usufruire dei beni culturali di cui tanto è ricca Crotone e con essa il crotonese.

Ma scriviamolo pure a stampatello (e qualcuno lo dica al Ministro Franceschini): Attenzione Museo Archeologico Chiuso, Attenzione Castello Aragonese di Carlo V Chiuso, Attenzione Castello Aragonese di Le Castella Chiuso, Attenzione Museo di Capocolonna Chiuso, Attenzione Scavi Archeologici di Capo Lacinio Chiusi e abbandonati: questa è terra non del rimorso ma del silenzio e dell’omertà pubblica e politica dove il Diritto ai Beni Artistici, Culturali, Archeologici ecc. è nient'altro che un banale orpello, un Diritto Negato al popolo, solo a beneficio dei potenti.

Come dire altrimenti, gli asini litigano e le botti si rompono. Nel mentre si giochicchia a Tar che vince Tar che perde i Quattro Parlamentari dell’Ave Maria (“gerarchicamente” classificati secondo il risultato elettorale in Corrado Margherita, Barbuto Elisabetta, Stumpo Nicola detto Niko e Torromino Sergio chiamato Sesè) se ne stanno a Roma a dare il loro ponderoso contributo alle sorti della Patria e quelli degli Stati Generali nel mentre i “villani”, i rustici, i cafoncelli del paese natio se ne stanno nelle stalle a guardar le Cinque Stelle.

Che delusione Madamina dei percorsi culturali, il catalogo è questo. Il sugo doveva essere l’avvento del cambiamento ma alla fine è stato lo scioglilingua alla corte di Alarico, l’asservimento alla logica dei politicanti, la misteriosa scomparsa di quelli che facevano i guardiani del territorio prima di indossare l’abito degli arroganti.

Davanti all’ingresso del Museo Archeologico di Crotone, qui dove questo soglio doveva essere la sintesi, la quintessenza di un mondo antico custodito con cura, sensibilità e garbo come una raccolta di reliquie e di inestimabili tesori, il tempio del sacro ordinato e catalogato secondo la moderna scienza museale, solo silenzio, distacco, strafottenza, disinteresse, ignavia.

Dopo il Coronavirus tutto dovrebbe tramutarsi e riqualificarsi. Ci sono i finanziamenti europei per i progetti originali, innovativi, ecologici, finalizzati all’accessibilità e alla sicurezza di tutti, specie dei giovani, degli studenti, dei turisti, degli anziani.

Ma qui in questa città bellissima e dannata, dove ogni pietra parla di storia e mito, bellezza e scempio, menzogna e verità, ipocrisia e coraggio, bisogna fare i conti con la realtà amara dell’abbandono e del cinico egoismo che tutto distrugge, tutto brucia nell’aspra lotta fugace per il predominio. Panta rei, tutto scorre, tutto passa, tutto resta chiuso.