La deriva populista di un Commissario Prefettizio a 5 stelle. Il caso Costantino a Crotone

16 giugno 2020, 19:00 Politica.24

C'è un filo giallo, tutt'altro che sottile, che in questi sei mesi di commissariamento prefettizio del Comune di Crotone sembra legare in modo robusto e solido la gestione amministrativa straordinaria e rigorosamente contingente con il progetto e la regia politica di “quanti” intenderebbero orientare il dopo Pugliese e il post coronavirus, in chiave elettoralista e in senso demagogico e populista.


di Vito Barresi e Peppino Cosentino

Troppe stranezze, tante coincidenze, molti sussurri (persino quelli incontrollabili di un immaginario commissariamento della stessa commissaria prefettizia Tiziana Costantino e di un siluramento del suo segretario comunale Antonino Maria Fortuna) si sono confusamente accavallati e sovrapposti nel corso delle trascorse settimane di pandemia, quando in municipio si sbagliava nell'impostazione e nell'erogazione dei buoni alimentari, si restava inermi di fronte al galoppare dell'epidemia, ci si rintanava nella trincea della burocrazia e del si salvi chi può.

Al dunque di questo catastrofico semestre in cui lo Stato rischia di fare una pessima figura, si ritrovano insieme una varietà di elementi indicali che portano a “sospettare” che dietro il quasi inutile siparietto semestrale dello Stato centralista, autorevole e incorruttibile, immediatamente pronto ad abrogare e surrogare l'ente locale stolto e malmostoso, ad azzerare la democrazia e l'autonomia di popolo e territorio, ci sia concretamente in atto il tentativo di una ben specifica “cordata” politica, in costante pressing nell’interessata “tessitura”, una grossolana tramatura municipalista, di un preciso progetto di potere, volto alla scalata amministrativa di noti personaggi di bosco e sottobosco, che mirerebbe alla designazione unica e unilaterale del prossimo sindaco, finalizzata alla conquista del gonfalone pitagorico.

Per quanto la situazione attuale non sia identica a quella del passato sembrano, comunque, riemergere e in maniera preoccupante, gli sfondi reazionari e di destra, forcaioli e missini, in auge ai tempi del post alluvione, quegli stessi automatismi pseudo emergenziali e giustizialisti che aprirono le porte del Comune al lugubre decennio di Pasquale Senatore.

Fu quello, alla luce di una più equilibrata riscrittura della sua stessa storia, non il fasto tricolore del sindaco dei quindici giorni, quanto più crudemente un lungo ciclo di inquinamento ideologico parafascista oltre che, almeno a leggere tra le righe delle più recenti inchieste del giudice antimafia Nicola Gratteri, il pauroso inizio di un fenomeno di penetrazione e inquinamento criminale della ‘ndrangheta nella vita politica e amministrativa del Comune di Crotone.


Una gestione straordinaria

che ha di fatto picconato

e fatto vacillare

il fondamentale principio

dell'imparzialità politica


Esattamente in poco meno di sei mesi abbiamo assistito alla fallimentare, e per certi aspetti inquietante, gestione straordinaria del commissario Tiziana Costantino che ha di fatto picconato e fatto vacillare il fondamentale principio dell'imparzialità politica, che deve essere garantito proprio dall'istituto stesso del commissariamento.

Ciò perché si è assistito, non tanto alla presenza in sede locale del governo centrale ma alla plateale pressione esterna, esercitata in questa difficile fase municipale, da vari esponenti del partito di governo e da altri gruppi di pressione non ben identificabili.

Sta di fatto che la Commissaria meglio avrebbe dovuto - a nostro parere - evitare di intrufolarsi, mettendosi parte in causa, in una iniziativa per altri versi sconclusionata e divisiva, messa in campo per ancora non chiare motivazioni, dalle parlamentari a Cinque Stelle, Barbuto e Corrado, con cui si mettono, l'un contro l'altro, la città di Crotone con la Provincia e il Comune di Catanzaro su un tema ben altrimenti unitivo quale quello della valorizzazione integrata, ampia e connettiva, dei beni culturali e archeologici dell'area centrale della Magna Grecia.

Il Commissario Prefettizio Costantino ha, invece, temerariamente cavalcato un tema campanilista, assolutamente contraddittorio e confliggente, che va a colpire la regola somma della coesione sociale, stemma distintivo sia del Ministero degli Interni che delle Prefetture provinciali e territoriali.

Ciò che purtroppo ci tocca constatare è che questa Commissaria, a fronte di un’inedia amministrativa pressoché totale, se non contraddistinta dalla rimozione molto “forzosa” (si parla di mobbing e di minacce) di due dirigenti appartenenti alla passata Giunta Pugliese, abbia trovato improvvisa vivacità in scelte schiettamente politiche quali la nomina del Presidente di Akrea, avvenuta non sul presupposto di un curriculum coerente con le distinte funzioni societarie e statutarie di Presidente e Direttore tecnico, bensì sulla base di un “fumusdi estraneità ambientale, a cui si aggiunge, come perla rara, la determinazione di rappresentarsi in udienza amministrativa, a nome e per conto del Comune di Crotone, atto avulso che appare del tutto gratuito oltre che inutile. Cui prodest?

A questo punto non esitiamo a scrivere che l'allarme democratico a Crotone si è fatto altissimo, comunque tale da richiedere l'immediato intervento dello stesso Ministro degli Interni, il Prefetto Lamorgese, a cui doverosamente ci rivolgiamo con il presente articolo giornalistico, al fine di garantire che vengano rispettate le regole della legalità e della imparzialità.

Che sono per tutti e di tutti. E non solo a 5 stelle.