Dietro al Gladio la ‘mano nera’ della’ndrangheta? Lo Stato assente tra rischio geologico e insulto ideologico di un monumento pericolante

2 luglio 2020, 20:45 Politica.24

Statue che vengono giù come pere mature o come mele marce? Come e perché avviene l'abbattimento di una statua, non solo nella storia del mondo attuale, ma anche in quella di lunga durata? A parte la furia iconoclasta, quel risorgere che fa un po' terrore per la cieca carica di violenza intrinseca (persino priva di un suo volto, di una propria autorialità, fatto questo in evidente contrasto proprio con la connotabilità del monumento), una corrente indomabile di iconoclastia che sta attraversando con la potenza di un fremito magnetico l'intero pianeta da Oriente ad Occidente.


di Vito Barresi


Anche con riguardo ai costi di demolizione e/o distruzione (quindi parliamo prosaicamente della gara d'appalto e della ditta cui deve essere assegnato il lavoro), l'eventuale riuso urbano dei resti e/o la loro conservazione (dunque parliamo concretamente del canone d'affitto annuale da pagare per il deposito, con tanto di assegnazione pubblica) se ne parla nell'esaustivo articolo di Adriano Sofri, apparso sul quotidiano "Il Foglio", con il titolo "Anche le statue muoiono".

Un promemoria, un utile panoramica significativa ed apprezzabile che fa rimbalzare, anche in grette periferie come la nostra, il dibattito, le polemiche e le controversie sul senso e sul significato della storia condivisa e della memoria collettiva.

Da noi in Calabria, a Crotone c'è il Gladio. Un obelisco che, in quanto spada politicamente molto ingombrante, continua a pendere ancora oggi, come una vera e propria Durlindana, anche in rapporto ad alcune inchieste dell'antimafia calabrese (Misericordia, Stige, Thomas), che tirano in ballo nomi molto importanti di ex politici del centrodestra locale.

Comunque rimandi e richiami di natura penale, tali da far riscrivere l'intera storia del decennio 'fascio-populista' di un piccolo demagogo missino quale fu Pasquale Senatore, alla luce di un inquietante fenomeno di penetrazione ndranghetista nella politica e nella vicenda amministrativa, nei pubblici lavori, e nelle opere finanziate con fondi europei, in quegli non tanto splendidi anni del sindaco dei quindici giorni.

Ma il punto non è solo questo. Poichè quel Gladio, ora del tutto abbandonato a se stesso e alla sua inutilità morale, è un monumento particolarmente pericoloso non solo in quanto privo di un'adeguata certificazione geologica che ne supporti la stabilità, non solo perchè irresposabilmente poggiato su una assolata collina senza alcun margine di rispetto, ma anche perché nel corso dei successivi decenni sono state trascurate le sorveglianze, non si sono fatti i lavori di manutenzione e di verifica della stabilità, che sono la garanzia, ai sensi della legge, di incolumità per eventuali terzi occasionali e visitatori.

Si vuole qui, dunque, cogliere al balzo quanto sta accadendo attorno alle statue di mezzo mondo, per ricordare al signor Procuratore della Repubblica di Crotone dr. Giuseppe Capoccia, alla signora Prefetto dr.ssa Tiziana Tombesi, al signor Questore dr. Massimo Gambino e al Commissario Prefettizio al Comune di Crotone dr.ssa Tiziana Costantino, insomma a tutto il ceto dirigente degli organismi dello Stato e della sicurezza pubblica, che forse dovrebbero accertare celermente e di conseguenza determinarsi in merito, l'idoneità statica (perizie allegati agli atti, nulla osta competenti statali, regionali, ecc.) di un monumento che appare alla vista, anche lontana, sempre di più inclinato, in quanto malposto su un crepaccio aperto di un calanco argilloso, tale da far temere, alla sicura prossima calamita metereologica e alluvionale, un possibile suo rovinoso crollo, con conseguente rotolamento a valle, quasi a ridosso degli spalti del frequentatissimo stadio di calcio Ezio Scida.

Dato per certo che, secondo fonti autorevoli in materia, abbattere un monumento non è per niente semplice, e che quindi occorrono adeguate competenze tecniche e professionalità, per stabilire di quale materiale è fatto, quale sia il suo peso e la sua altezza, in che modo è stato ancorato, saldato e cementato nel calanco di argilla, si tratterà poi di valutare quali saranno i mezzi e le ditte, le imprese, che in vario modo dovranno eseguire i lavori per far oscillare quel che resta della statua e, infine, distruggerla, rottamarla e portarla in una discarica di rifiuti speciali.

Alla bisogna occorre fare calcoli e preventivi, riprendere prima di tutto gli atti deliberativi che permisero l'erezione della statua inneggiante al neo-fascismo, computarne i costi, compararli con quelli che previsionalmente si dovranno affrontare per rideterminare le condizioni di sicurezza pubblica, comunque si voglia o meno distruggerlo, spostare o mantenere l'obelisco al suo posto.

A me pare probabile che se a tutto questo non ci penserà l'autorevole mano pubblica statale e comunale, se qualcuno non transennerà immediatamente e doverosamente il gigantesco pericolo, e se non si apporranno tutti i necessari cartelli che invitano e intimano alla cautela, si continuerà a perpetrare il rischio evidente che definirei alla 'Rolling Stones', cioè di una pietra rotolante sulla testa di eventuali malcapitati.

Se non lo farà lo Stato, o l'ente locale a cui dovrebbe essere necessariamente intestata la proprietà dell'ingombrante manufatto, probabilmente ci penserà Madre Natura.

E fin quando questo non accadrà, quella cosiddetta statua continuerà a ricordare a tutti che Crotone è stato uno sfortunato comune che per 10 anni si è visto amministrato da un sindaco molto discutibile e tutt'altro che scevro, da un ex professore di scuola, il compianto Pasquale Senatore, insieme ad altri suo strenui collaboratori e inneggiatori che nel prosieguo della cronaca sono finiti nelle inchieste antimafia del procuratore Gratteri.

Non faccio nomi, ma vorrei soltanto ricordare che appena alla base della collina che accoglie il Gladio vi sono ancora i cartelli arrugginiti del progetto europeo Urban 2, costato molti "fiorini" all'Europa, in termini di euro sborsati inutilmente in spregio di ogni vero criterio di utilità ed efficienza della spesa pubblica.

Ma ciò che ancor di più mi preoccupa è un altro fatto che, per la verità storica è già accaduto con riguardo all'intreccio tra la logica dell'estremismo di destra e la strumentalizzazione della mafia e della 'ndrangheta per fini eversivi. Un film, purtroppo, già visto nel passato delle stragi di stato o simililari.

Concludendo senza grappino mi domanderei: e se dietro il Gladio si scoprisse la "mano nera" della 'ndrangheta, quanto bisognerà aspettare per buttare giù quel mostruoso esempio di aberrazione non solo estetica ma anche ideologica e criminale?