Pippo Inzaghi traghetta il Benevento in serie A e lo fa con sette giornate di anticipo: migliore difesa e attacco (gol 15 subiti,55 realizzati) del campionato, e 74 punti realizzati, 22 più della inseguitrice. Un record assoluto, che solo l’Ascoli deteneva dal 1978, e lo avrebbe potuto frantumare già due settimane fa se non avesse pareggiato (0-0) ad Empoli. Una sola sconfitta è il neo delle “streghe”, che hanno guidato la corsa senza scossoni e con grande personalità.
di Giuseppe Romano
Il Crotone avrebbe potuto recitare un ruolo anche da “solista”, al secondo posto, per la promozione diretta, forte del secondo migliore attacco di questo affascinante torneo.
Invece ha sbandato più volte negli ultimi minuti, per la sua fragilità al contropiede degli avversari. In queste tre giornate, dopo la ripresa dal fermo per il coronavirus, ha raccolto solo tre punti, facendosi raggiungere dal Chievo all’88’ (1-1) e dall’Ascoli al 75’ (1-1) dopo lo 0-0 col Perugia che ha giocato in dieci per 75’.
Occasioni buttate al vento e che hanno permesso al Cittadella di raggiungerlo a quota 52, vincendo e sorpassando lo Spezia. Il Crotone di Giovanni Stroppa, si ritrova, alla griglia di partenza, a ripartire affiancato da un avversario, il Cittadella appunto, in piena forma e con un gruppo compatto, consapevole di potersi giocare la promozione diretta con merito.
I rossoblù ospiteranno allo Scida il Benevento, con lo spirito della serie A e certamente con l’orgoglio di chi vuole ben figurare. Del pareggio subito dai calabresi al “Del Duca”, in vantaggio al 15’ della ripresa, su punizione di Barberis, c’è lo zampino dell’ex Marcello Trotta (78’) inserito da Dionigi per una maggiore e veloce spinta offensiva.
Gli episodi positivi a favore del Crotone sono tanti, compreso il palo colpito da Mustacchi (lo aveva fatto anche contro il Perugia) e Messias, ma non giustificano il fatto che il secondo attacco del campionato (49 reti) abbia smarrito la via della gol e non riesca a portare a casa i tre punti.
Stroppa non metabolizza facilmente questa situazione:
“è difficile commentare in negativo una partita che la squadra ha giocato bene e meritava di vincerla”.
Sono gli “episodi” che non manda giù:
“vi sono dei frammenti di gara dubbi nella direzione di gara e alcune azioni che avremmo dovuto concludere in rete e che abbiamo regalato”.
Quello che lo amareggia di più è “essere arrivati lì e non averla buttata dentro”. Senza drammatizzare troppo o trovare alibi, il tecnico pitagorico rientra in Calabria col bagaglio dei “segnali positivi letti nei novanta minuti”.
Mancano sette partite e non ci si può fermare come se tutto fosse finito: “tutto è nelle nostre mani, come ha dimostrato il Cittadella di essere l’artefice di questo finale”.
La mentalità e la fisicità mostrata contro l’Ascoli debbono essere le componenti principali per ripartire contro il Benevento in casa.
Nessuna risposta concreta sui cambi, quando la squadra mantiene bene il campo e mostra una buona crescita. A digerire questi “rospi” ci vuole una convincente vittoria.