Che la sedicente Bonifica dei veleni a Crotone sia stata un imbroglio ecologico bello e buono adesso non è più un'illazione, una fantasia, un'invenzione ma una vera e propria scoperta, tardiva, sebbene “in nome del popolo italiano”.
di Vito Barresi
Da oggi c’è la parola fine delle trasmissioni su un polverone trentennale di menzogne, demagogie, false informazioni, bassa propaganda e, purtroppo, anche qualche buona rendita di posizione politica e di affarucci contermini.
Con una sentenza di stato, un atto giuridico inconfutabile il Giudice, sulla scorta delle deduzioni in merito e in legittimità della Procura della Repubblica con a capo il dr. Giuseppe Capoccia, ha mandato tutti assolti i responsabili Montedison, Enichem, Eni coinvolti in quella che adesso possiamo anche dircelo era un po’ stracciona, sordida, moralmente ipocrita per non osare l’immorale, e depistante vicenda della discarica Trappetto.
Un sarcofago serpeggiante bruciacchiato dai rovi di sterpaglia che fa da biglietto da visita all’ingresso di una città e del suo quartiere nord, lo stesso favoleggiato come Europaradiso, in cui vennero ammassati i resti delle lavorazioni del reparto Forno Fosforo, il terribile “fosforico”, su cui sorgeva il lungo e sospettosamente distrutto “camino Mariani”.
Dopo la prescrizione e il non luogo a procedere per i 32 dirigenti Eni a suo tempo incriminati di danno ambientale, adesso lo scenario geografico del luogo cambia improvvisamente.
Nonostante il sole abbacinante intorno alla Bonifica piove, diluvia, si alluviona e frana dilavando a mare ben altro tipo di veleni e sostanze tossiche che riguardano la gestione pubblica, in primo luogo del Ministero dell’Ambiente, poi della Regione Calabria, della Provincia di Crotone e del Comune di Crotone, che hanno cincischiato con EniSyndial, praticamente trattando, deliberando, disponendo ed erogando somme di varia natura e vario titolo, su un inquinamento che di fatto non è esistito almeno nelle proporzioni e nelle caratterizzazioni che fin qui ci hanno raccontato.
Il tutto non si tiene più ma traballa.
A partire dal curioso e continuo cambio di denominazione aziendale dello stesso inquietante sarcofago che avviene con strana precisione istituzionale, nel mentre l’ecomostro, quello vero, fraudolento, bugiardo, demagogico, populista e intrallazzista, fa bella vista sul mare, lato porto industriale, l’ormai famosa passeggiata degli innamorati inaugurata lugubremente da quel famoso sindaco dei quindici giorni, don Pasquale Senatore, più o meno negli stessi anni in cui erigeva il discutibile obelisco denominato Gladio.
Syndial, società ambientale di Eni, la stessa che qualche mese fa ancora in auge il sindaco Pugliese, alle presenza dell’onorevole Nico Stumpo, ex Pd ora Leu, dell’assessore regionale con titoli all’ambiente Antonella Rizzo, a quell’epoca in quota Art. 1 al comando del suo segretario particolare ex sindacalista e fabbricatore del proprio avvenire Pino Greco, del Commissario delegato del Ministro all’ambiente Costa, il Generale della Benemerita Vadalà, apriva in pompa magna il cantiere delle “opere a mare”, oggi si chiama Rewind, quasi un numero da gestore telefonico, una pala eolica su questo bellissimo water front mediterraneo.
La scogliera che ha le buone fattezze del tufo giallo estratto da una cava del crotonese tra Isola Capo Rizzuto e Cutro avrebbe l’obiettivo di garantire, oltre alle ordinarie misure di sicurezza, un’ulteriore protezione all’area del cantiere delle ex discariche qualora dovessero verificarsi eventi meteo-marini eccezionali, in particolare durante la successiva movimentazione dei materiali prevista dal Progetto Fase 2.
Una volta concluso il risanamento del sito le barriere foranee verranno riprofilate a livello del mare per contribuire alla salvaguardia e alla protezione del litorale crotonese.
Perché mai ci sarebbe motivo di dubitare dell’iter fin qui seguito? Non sia mai se è vero come è vero che la Regione Calabria ha rilasciato, nell’agosto scorso, il “Provvedimento Autorizzatorio Unico Regionale” e il Ministero dell’Ambiente ha convocato la Conferenza di Servizi decisoria il 24 ottobre 2019 ai fini dell’emissione del decreto ministeriale.
Le opere sono autorizzate con decreto del Ministero dell’Ambiente del maggio 2019 e prevedono la realizzazione di barriere foranee a protezione della linea di costa antistante le due ex discariche Pertusola e Fosfotec utilizzate dalle società che gestivano gli impianti per abbancare gli scarti delle lavorazioni.
Ci vogliono gli occhiali scuri da sole, quelli alla Montalbano o alla Montale, il mitico personaggio marsigliese dei gialli mediterranei di Jean Claude Izzo - nessuna assonanza per carità - per fotografare da sopra il sarcofago calante, questo meraviglioso scempio ambientale costruito all’imboccatura del Porto di Crotone, Autorità Portuale di Gioia Tauro, alla foce del fiume che causò l’alluvione del 1996.
Eppure tutto è andato avanti anche durante le elezioni, pure nel corso della quarantena. Senza aspettare la sentenza del Giudice. In fretta.
Per intanto godiamo e ammiriamo la bella fotografia del nuovo porto turistico per gli innamorati. Tutto in ordine, tutto pulito ogni cosa e ogni carta al proprio posto.
Ma il Generale sopra la collina nel frattempo si è dileguato, l’onorevole siede a Roma in Parlamento e va in delegazione autorevole per farsi audire dal Presidente Conte.
Generale, queste cinque stelle, queste cinque lacrime sulla mia pelle che senso hanno dentro al rumore di questo treno, che è mezzo vuoto e mezzo pieno va veloce verso il ritorno … meglio parlarne ancora nella prossima puntata.
(segue)