Elezioni, parte il countdown e pure il “can can”: niente di nuovo ma tanto di vecchio sotto il cielo plumbeo di Crotone

15 luglio 2020, 16:50 Sr l'impertinente

“Quello che conta in un matrimonio è litigare in armonia”, sosteneva Anita Ekberg mentre Julian Barnes affermava che “Il matrimonio è un pranzo interminabile con il dolce servito per primo”.


di Sr* l'Impertinente

Dopo che ieri sono stati indetti i comizi per le prossime elezioni del 20 e 21 settembre, a Crotone si stanno componendo piano piano i tasselli e ciò che rischia di apparire, in fondo, è un quadro che si discosta poco da quello precedente.

Nonostante le parole all’ordine del giorno siano discontinuità, novità, rinnovamento e compagnia cantando, sotto sotto tra personaggi ricicciati e schieramenti che si ripropongono pari pari, di novità se ne annunciano infatti ben poche.

Ma anche tra i movimenti che si presentano per la prima volta al cospetto degli elettori ci saranno personaggi che proprio nuovi non sono e che anzi hanno già avuto ampie esperienze in passato e che si ricordano non propriamente per aver fatto cose eccelse.

Nell’arco di pochi giorni si è dipanato il nodo più grosso della matassa elettorale, cioè se dopo un lungo corteggiamento - durato anni - finalmente si celebrerà lo sposalizio tra il Partito Democratico e Sculcolandia.


“Sposarsi o non sposarsi

non è importante.

In ogni caso ti pentirai”.

(Socrate)


Il primo passo l’ha fatto il Pd che, alla presenza di uno di uno due “genitori” (nella fattispecie i commissari), ovvero quello regionale, si è ancora una volta promesso in sposo all’area Sculco, che come dote, si sa, porta voti.

Alla cerimonia della promessa era presente però il solo regionale, Stefano Graziano, mentre quello provinciale, Franco Iacucci, non s’è presentato affatto, avendo forse qualche remora sulla sposa.

Ieri, invece, è toccato a Sculcolandia mostrare al pubblico l’argenteria, ben lustrata per l’occasione, così come il corredo, steso in parata: il tutto esposto in festa durante l’assemblea nella sede dell’Italsistemi in cui la coalizione si è detta disponibile ad ammogliarsi con lo sposo promesso.

Ma dopo i flirt e pure qualche tentativo di convivenza more uxorio consumatosi nella precedente consiliatura, quando il Pd ha fatto più volte da stampella, adesso bisogna concretizzarla e celebrarla quest’unione e in via formale.

In pratica, dopo aver mostrato reciproco interesse, adesso tocca ai Dem fare il passo, chiedere un incontro e mettere nero su bianco gli accordi per convolare a quelle nozze che, come abbiamo giù detto in tempi non sospetti, si faranno eccome!


“Mia moglie mi ha sposato

per fare dispetto ad un uomo.

Dopo tre anni ho scoperto

che quell'uomo ero io”.

(Mario Zucca)


Certo, nella famiglia Pd non è che tutti vedano di buon occhio la “promessa” sposa (a voler esser gentili) e c’è già chi ha pensato di lasciare le proprie origini per spostarsi verso altri lidi, dove si augura un’accoglienza a braccia aperte.

D’altro canto, quella dei Democrat, soprattutto nella città pitagorica ma non solo, non è che sia mai stata una famiglia molto unita e divisioni e discussioni sono sempre state all’ordine del giorno e mai c’è stato verso di placarle.

Tra l’altro, Crotone in movimento (così si chiama adesso l’ormai ex “Prossima”) ha trovato anche un nuovo testimone di matrimonio, Antonio Bevilacqua che, guarda caso, ha prestato la sala anche per la cerimonia del Partito Democratico.


“Chi si sposa coi parenti,

poca vita e assai tormenti”.

(Proverbio)


Ma i litigi non mancano neppure nelle altre di famiglie, nella fattispecie in quella del centrodestra, visto che pur riuscendo a trovare finalmente un candidato a sindaco, ha perso man mano e per la via diversi movimenti civici e non solo, che oggi vogliono andar da soli.

È il caso, ad esempio, di Krotone da Vivere, con Massimiliano Bianchi e Giovanni Capocasale, ma anche di Valore Crotone, con Luca Mancuso; per tacere, poi, su Consenso con i fratelli Leo ed Enrico Pedace e con le loro tre liste: non a caso proprio loro si sono già incontrati per programmare il futuro.

Resta ancora irrisolto, invece, il nodo dell’Udc, con Vincenzo Camposano: anche lui offesosi ha minacciato di andarsene, tanto che ieri è stato avvistato insieme ad altri esponenti del partito di Cesa nell’assemblea di Sculcolandia.


“Si dovrebbe essere

sempre innamorati.

Ecco perché

non bisognerebbe

mai sposarsi!”.

(Oscar Wilde)


Restano nello schieramento, invece, la lista Jole Santelli, rappresentata da Mario Megna, anche lui un redivivo dopo che per un periodo è stato anche vice sindaco della città, ma in quota Pd.

Altri, poi, hanno fatto il classico salto della quaglia come, ad esempio, l’ex consigliere comunale Giuseppe Fiorino, che è stato nella precedente consiliatura nel centrosinistra (viste anche le importanti parentele politiche) e che adesso flirta con il centrodestra.

Quanto sempre al centrodestra anche l’Idm, con un altro ex consigliere comunale, Giovanni Puccio, noto in questo periodo, molto di più di quando era in carica tra gli scranni di piazza della Resistenza, per la mole dei comunicati rilasciati alla stampa.


“Non è che sono

contrario al matrimonio;

però mi pare che

un uomo e una donna

siano le persone

meno adatte a sposarsi”.

(Massimo Troisi)


Il candidato del Movimento 5 stelle, Andrea Correggia, intanto continua la sua campagna elettorale in solitaria, anche se spesso diversi rumors lo indicherebbero ammiccante avvicinamenti a qualche altra lista, per possibili alleanze.

Lo stesso Correggia, infatti, ha partecipato alla riunione del movimento civico Liberi per Crotone ed è perfino intervenuto durante l’incontro, sottolineando come all’interno della stessa area abbia trovato dei validi interlocutori e ribadendo la stessa avversità per Sculco ed i suoi.

Non si sono poi mai spente le voci di una possibile alleanza dei grillini anche con il Pd, la parte cioè che non intende fare l’alleanza con l’area sculchiana, parte però che è uscita sconfitta dall’assemblea cittadina.


“Il matrimonio è come

una trappola per topi;

quelli che son dentro

vorrebbero uscirne,

e gli altri ci girano intorno

per entrarvi”.

(Giovanni Verga)


In corsa solitaria anche Vincenzo Voce, sebbene esponenti di rilievo del Movimento 5 Stelle abbiano spinto e continuino a spingere per un’alleanza con Correggia, magari facendo il classico ticket al Comune: uno sindaco e l’altro vice.

Così come gli altri aspiranti primi cittadini in lizza, tra cui Roberto Dorato che dopo l’alterco con Voce in un suo post più recente è mostrato criptico: “I forti non sono amati. Sono scomodi. Sono poco manipolabili. I forti sanno sentire se stessi, conoscono i loro diritti e non sono disposti a rinunciarvi”.

Poi c’è un altro di Fiorino, Maurizio, già in azione da sindaco in pectore, visto come contatti e venga contattato per vari problemi, dai rifiuti (leggasi Akrea) alle buche in strada, non disdegnano neppure le docce in spiaggia e rassicurando: “Sarà nostra cura seguire che tutto vada a buon fine”.


“Se avete paura

della solitudine,

non sposatevi”.

(Anton Cechov)


In tutto questo bailamme di candidati - che visto l’andazzo e la crescita esponenziale ed incontrollata non si esclude che da qui a settembre possano pure arrivare ad un migliaio - qualcuno sta giocando invece ed ancora a carte coperte, proponendosi ma non trovando ancora molti accoliti, come Gaetano Grillo.

C’è poi qualcun’altro, come al solito, che bluffa anche e non avendo in mano buone carte è alla cerca del pollo della situazione - che in questi casi non manca mai - che possa abboccare al suo gioco per boi beffarlo.

E non sono improbabili, anche se i tempi stanno diventando ormai piuttosto stretti, ulteriori entrate in scena che potrebbero variare i già precari equilibri che si registrano in questa competizione elettorale.


“Le persone

dovrebbero sposarsi

quando

si conoscono bene.

Di solito, però,

è allora

che divorziano”.

(Jan Sobotka)


Fatto sta, però, che da ieri è scattato ufficialmente il conto alla rovescia e poi finirà l’era del commissario straordinario, Tiziana Costantino, che proprio ieri, 14 luglio, ha dato l’ultimo assalto non alla Bastiglia quanto al Palamilone.

In una città ancora sommersa dai rifiuti - nonostante la riapertura fino al 31 luglio dell’impianto di Columbra e la riunione dell’Ato di ieri che ha deciso ben poco - in realtà la situazione non è proprio rosea.

Dopo le ferie agostane, che di solito distraggono dai problemi, è il caso che di dovere si dia veramente una mossa, poiché tra crisi economica, mancanza di lavoro e problemi ambientali, i cittadini finiranno primo o poi per incazzarsi per davvero ed allora non sarà più assalto alla Bastiglia, al Palamilone o chissà cos’altro, ma al Palazzo comunale di piazza della Resistenza. E allora sì che saranno dolori!

*Simbolo dello Stronzio