Nel suo intero, il dolce e l’amaro del ritorno in Serie A, a Crotone forse si avverte nel paradossale retrogusto che lascia pensare a quel che tra poco dovrebbe accadere nello Stadio Comunale Ezio Scida. Per adeguare l’impianto alle nuove norme anti Covid-19 si dovrà far fronte a un investimento, una somma ragguardevole per la sicurezza sanitaria e l’incolumità personale e di massa, una spesa ingente che non si sa chi dovrà affrontare se il Comune o il club, decisamente molto più grande rispetto a quella necessaria ad aumentare gli attuali pochi posti del reparto Terapia Intensiva nel confinante Ospedale San Giovanni di Dio.
di Vito Barresi
Forza del pallone e virulenza quasi pandemica del virus tifoideo sospingono più o meno tutti a continuare a sognare a occhi aperti, a fantasticare sul campionato che verrà anche se non si conosce neanche la data d’inizio e l’imprevedibile svolgimento.
Covid-19 ha modificato radicalmente la scena calcistica mondiale ed europea tanto che, seguendo le indicazioni che vengono dal protocollo 2.0 adottato dalla Bundesliga, un piano di 41 pagine approvato dal ministero federale della Salute che contiene le linee guida per consentire l’accesso dei tifosi alle partite, lo si potrà fare solo in base alla curva dei contagi che si registrano in ogni regione, mantenendo le distanze minime in tutte le aree, garantendo la tracciabilità di ogni eventuale catena di contagio, trasformando i vecchi tornelli in box per il riconoscimento facciale e la misurazione della febbre all’ingresso dello stadio.
Come applicare tutto questo o giù di lì a Crotone è difficile prevedere. Qui ogni cosa avviene empiricamente, alla prova d’anguria, se è buona si magna altrimenti si butta in discarica con tutta la scorza, vale a dire si avanza di passo in passo, step to step, su un terreno che pare il tracciato di una gimkana tra resti archeologici, divieti e concessioni.
Molto più semplicemente evitando di affrontare apertamente il problema del momento che è sì la drastica riduzione oscillante tra il 60/70 per cento dei posti a sedere disponibili per il pubblico pagante in abbonamento e a biglietto, ma prevalentemente, prioritariamente, anche quello di un necessario adeguamento nei termini della trasparenza e della legalità alle norme anti Covid-19.
A partire dalla Convenzione che tiene avvinghiata la mano pubblica dei diritti e degli interessi collettivi con quella privata del profitto, del mercato e dell’impresa, tanto inestricabilmente sull’erbetta dell’Ezio Scida, il Comune di Crotone e il Gruppo Vrenna proprietario del Crotone Calcio.
La Convenzione è un atto pubblico che è divenuto la base e la matrice quasi “pitagorica” che ha consentito i successi del Crotone Calcio, un primato di gloria che certo non sarebbe avvenuto senza l’usufrutto a basso prezzo del bene comunale.
Ecco perché se c’è vaghezza di trasparenza, la stessa che aleggia attorno allo storico rettangolo di gioco dello Scida, essa deve essere diradata e dissolta rinnovando e rinnovellando un atto che curiosamente ha preso quasi la forma di un documento “secretato”, rinnovando i patti anche taciti previsti fin qui in Convenzione tra Comune di Crotone, proprietario dell’Ezio Scida, e Crotone Calcio, sodalizio che appartiene al gruppo industriale Vrenna, a cui finora è stato concesso, per così dire in “comodato d’uso” quasi perpetuo, l’utilizzo del bene pubblico.
Toccherebbe al Prefetto Tiziana Tombesi e alla Commissaria Prefettizia al Comune di Crotone Tiziana Costantino, le due “T” che comandano a Crotone, far conoscere alla cittadinanza il contenuto del patto tra le parti, le obbligazioni e le modalità nell’esercizio di un diritto che al momento noi cittadini non conosciamo con esattezza né precisione, cioè quanto 'costa' all'ente e quanto invece conviene al privato e se occorre rimodulare i termini dal punto di vista gestionale, economico e finanziario e, non ultimo, come questi aspetti sono riportati nel bilancio municipale.
Dopo il trionfale ingresso della solerte commissaria Tiziana Costantino in fascia tricolore al Pala Milone, scacciando i “cattivi” che “usurperebbero” il suolo dello Stato, tutti noi crotonesi ben contenti dell’afflato d’amore identitario di questa solerte perfetta in pensione, stiamo aspettando che la stessa - con mascherina rossoblu - metta chiarezza e trasparenza, affermi la dignità dello Stato e dei cittadini, issando il gonfalone civico sul glorioso manto di uno storico (e archeologico) campo sportivo di tutti.