Nuovi scenari dopo la pandemia. E se la massoneria come idea generale passasse improvvisamente al suo ultimo piano operativo? Sia pure una previsione anche se ormai quasi certa similmente a un quasi gol: è arrivato il momento dell’Avvento, dopo l’era dell’Acquario e quella del “Cinghiale Bianco”, ecco scoccare l’ora decisiva e solenne, quella in cui la Massoneria come immagine postmoderna prenderà il potere del mondo, mettendo sotto il proprio dominio la città simbolo di Pitagora, Alcmeone, Milone, Zeusi, ecc. facendola tornare ai fasti metropolitani e cosmopoliti di una nuova Babilonia avveniristica, area mediterranea che ne diventerà sua sede ufficiale e capitale del regno o repubblica universale, ove risorgeranno Olimpo e Acropoli, tra gli schiavi genuflessi dell'ameno posto, per gli incappucciati e per la Fratellanza di ogni nazione.
Tutto vero? No, no, non crediate che stiamo parlando per partito preso, ma sul serio, veramente con profondo rispetto su una delle figure simboliche arcane, maggiori, mitiche, magiche, il vertice supremo, assoluto, il Grande Architetto di tutti i templi e di ogni tempo.
Sapete già tutti che, nei testi sacri del pensiero massonico, il Grande Architetto è il qualcosa, il colui che, l’essere e il non essere che sta oltre, persino al di sopra dei cieli e dell’empireo di Apollo e Dante Alighieri: è Lui, la sola personificazione della divinità suprema, la sua idea stessa estrinseca e intrinseca, essoterica ed esoterica, l’essenza pura, mai materiale, mai ferma su un braciere acceso, su una bacinella lasciata vuota di oboli e monete dai seguaci e sacerdoti.
Egli è unico e solo, di tutti e per tutti, sempre alla ricerca di quel lembo del potere ove poter realizzare i suoi progetti di Gran Costruttore, edificatore, pastorizzatore, modellatore, mediatore... Creatore...
Quando finalmente su tutte le telescriventi esoteriche del globo, è arrivato il lancio d'agenzia, un lampo di Giove Pluvio, la sconvolgente novella della sua candidatura a sindaco di Crotone, tutti i gran maestri, le logge, i grandi orienti, del passato, presente, futuro, gerundio e participio, i templari e grembiulini d’ogni grado e numero dispari si sono riuniti immediatamente in conclave, per applaudire cotanta decisione, che porta lustro e decoro a una martoriata Lacinia, implorando con canti e riti d’aurora e tramonto gli umani villici, che lì son in tribolazione tra spazzatura e calcio balilla, di non preoccuparsi: questa volta è per il bene di tutti, si candiderà niente poco di meno che il Grande Architetto dell'Ordine Universale.
Altro che chiacchiere e fake news: qui c’è la sostanza, la sapienza, la scienza, l'architettura intesa come armonia della Polis!
I programmi sarebbero approntati da tempo, fidandosi il Grande Architetto di un vetusto e onusto feudatario del loco, e soprattutto gli uomini e le bellissime donne del popolo e della nobiltà sarebbero, indispensabili alla bisogna, già alla pugna e al cimento, a misurarsi, petto-culo-girovita, in un corpo a corpo per trovare un voto, una grazia a vossignoria, pur sì un posto di applicato o di netturbino... persino all’Akrea, dove più recentemente si è saputo nominato un manager voluto niente poco di meno che dalla splendida Hera che ha commissariato la città.
Non ci sono misteri né retroscena, tantomeno gossip, perché il Grande Architetto ha un curriculum di tutto rispetto, avendo egli rigorosamente passato gli esami di stato necessari al titolo, conseguendo l’alloro con profitto, laude e voti d’eccellenza.
Per questo s’ode un felice subbuglio nell'empireo del potere massonico e nelle logge della Crotoniade, gioia e serenità per quanto sta accadendo in una città degli eletti senza elezioni, dove ormai sgomitano le migliori divinità che sono il calco preciso, er meglio, di Atene, Sparta e Tebe nonché dell'intera Magna Grecia.
Ma quel che desta stupore, in questi giorni afosi, sono le grandi, meravigliose, ciclopiche gigantografie del Grande Architetto, effigiato da Zeusi il pittore delle belle donne, con la barba stagliata in piazza Nettuno, colui che tutti sovraintende, quasi fosse un imperatore, tra il romano ed il persiano, portando seco un pedigree di sostenitori di altissima valenza morale, civile e culturale.
Attorno allo sforzo immane del Grande Architetto, un ordine intero di tecnici e professionisti intento ad aspettare la grazia, non da parte di Manitù, ma dal Signore delle Fake News!
Uomo esperto di tavoli che con coraggio ha incontrato faccia a faccia il Grande Architetto chiedendo per la sua Crotone nient’altro per se stesso se non un futuro luminoso, illustre, che cancellasse per sempre quel ricordo del passato che tanto faceva urlare al popolo infedele, tra Fracchia e Fantozzi, Cochi e Renato, una canzone intelligente: “Ugo, Ugo! Torna ancora fra noi!”