Il Giglio Magico pupillo della Commissaria Costantino e i cassonetti sporchi di Hera. Luci e ombre sul nuovo manager Akrea

18 agosto 2020, 12:12 Politica.24

Se si dovesse dar ragione al compianto compagno onorevole Rocco Antonio Gaetani, operaio e manager di indiscussa fede comunista e “popolare”, è sull’Akrea, Congesi e CrotoneSviluppo che si vedrà la stoffa, gli interessi e il profilo autentico del nuovo Sindaco di Crotone.


di Vito Barresi

Nuovo sindaco che dovrà confermare o meno il “Giglio Magico”, cioè il pupillo e il suo gruppo di sostegno fortemente voluto, con metodi selettivi quanto meno discutibili, anzi direttamente scelto con i poteri dovuti della discrezionalità dall’attuale Commissario Prefettizio Tiziana Costantino, donna di Stato e funzionaria ministeriale in quiescenza.

Premesso che bisognerebbe spazzare via al più presto carrozzoni mangiasoldi come queste tre partecipate dove gli amministratori riscuotono mensilmente laute prebende stipendiali non corrispondenti minimamente ai risultati richiesti e dovuti, prima di tutto bisognerebbe demolire quel vero e proprio inferno di sfruttamento dei dipendenti e di arrugginita ferraglia di mezzi, in cui è ridotta l'Akrea;

Atteso, altresì, che sarebbe stata opera di legalità e civiltà (e doveva farlo la Commissaria dello Stato Tiziana Costantino ma 'scientemente' e negligentemente non ha voluto o saputo farlo) appaltare immediatamente la raccolta differenziata, chiudere il lugubre e velenoso sito di Ponticelli, verificare l’intreccio perverso tra spazzatura come costo pubblico e rifiuti come profitti privati.

Constatato, inoltre, che si dovrebbe urgentemente impegnare il monopolista privato a rispettare e a “salvaguardare” diversamente l’ambiente locale, smaltendo a costo zero nel recupero energetico, nonché rivedere equamente e non vessatoriamente la Tari quale tassa evidentemente iniqua e ingiusta, con cui si fa pagare ai crotonesi l’immenso e non sanato inquinamento industriale di un intera città e del suo territorio;

quel che ancora non si è capito, o si vuole continuare a far finta di non comprendere, dopo i deludentissimi risultati del nuovo Presidente Akrea Gianluca Giglio, è che tali guasti e tali mancanze dello Stato e dei suoi organi installati a Crotone (Procura, Prefettura, Questura, Parlamentari, ecc.) in primo luogo, sono tutti scritti nel bilancio disastroso dei 400 cassonetti di spazzatura posizionati in vari posti di Crotone città, frazioni e periferia.

Tra tutti quelli collocati maldestramente nell’area turistica, archeologica, industriale e agricola di Capocolonna, che fanno bella mostra per tutta l’estate sotto il sol leone e le stelle pitagoriche all’ingresso del parco, davanti al Museo del Mare, persino a due passi dalla splendida colonna di Hera, non la multiservizi di Bologna, ma quella antichissima e abbandonata da Stato, politica, istituzioni e sovrintendenza tra i banchetti con vista mare delle ville private e il suono agghiacciante di scalcinate discoteche di stagione.

Ma il deficit, persino lo smacco per un giovane manager come Giglio, che vanta, a suo dire, nel curriculum vitae di essere niente poco di meno che un laureato Unical poi bolognese di formazione a tempo determinato, è la infernale situazione che si è determinata nel bel mezzo dell’estate Covid-19 a Crotone e periferie con la chiusura delle discariche.

A salvarlo ancora una volta ci ha pensato “nonna” Commissaria Prefettizia Tiziana Costantino che ha dovuto emettere di fretta e furia, in piena calicola, una sua ordinanza per cercare di tamponare l’emergenza rifiuti che ha trasformato la città in una pattumiera, con le strade invase da ogni sorta di spazzatura.

Un provvedimento che di fatto sancisce non solo il reiterato fallimento di Akrea in termini di programmazione della differenziata e di rifiuti a impatto zero ma anche di questa ennesima inconcludente nuova gestione smaccatamente “pilotata” dal Commissario, pronta a riconfermare il vecchio schema “pubblico-privato” per la discarica di Columbra e per l’impianto di trattamento bio-meccanico di Ponticelli, in testa a una delle tante sigle del famoso e solido gruppo monopolista sul mercato dei rifiuti sia locale, provinciale se non regionale.

Da qui alcune rapide conclusioni che speriamo siano utili per lo Stato e gli apparati ministeriali centralistici chiamati a controllare diuturnamente e a verificare costantemente che la filiera “rifiuti”, come sempre ad alto rischio, non diventi in questa imminente campagna elettorale il banco di prova di un voto di scambio sistemico e integrato che avvinghierebbe più oltre le istituzioni in una pericolosa “zona grigia” dove si potrebbero sospettare non una ma tante e molteplici micro/macro illegalità, trasformando di fatto le cosiddette partecipate, ma da chi non si sa, in veri e propri carrozzoni clientelari.