Turismo in Calabria bla bla bla. Ma la spazzatura davanti all’Abbazia Florense profuma di santità?

30 agosto 2020, 21:21 100inWeb | di Vito Barresi

Gran spolvero di dichiarazioni entusiastiche, gran pienone di ferragosto, straordinari e di default sempre unici i primati della Calabria che questa volta batte quattro a zero la Costa Smeralda purtroppo smerdata dal Virus Bilionario.


di Vito Barresi

Ma poi che accade all’improvviso sotto l’afa di una tintarella di luna quando proprio nel mezzo della festa arriva ai vacanzieri una bella torta in faccia farcita e zeppa di rifiuti urbani olezzanti e puzzolenti?

Niente, tanto chi li vede: sì, sì pronto chi parla... e chi lo sa, proprio in questi giorni in cui l’estate sta finendo, sul concludersi di una vacanza breve e ansiogena modello Covid-19 in agguato, non si sta certo a polemizzare, a rovistare l’ago nel pagliaio, anche se qui non si tratta di fieno greco ma di icona medievista pure a caratura di studi internazionali.

Spacca quanto vuoi il pelo a quattro ma l’immagine della Regione Calabria crolla a pezzi d’un sol colpo senza neanche il trambusto del terremoto d’Assisi, un forza sotterranea che ha tramutato immediatamente in coriandoli l’abside, la cuspide e le navate intere della Basilica del Poverello.

Nessuno ti può giudicare nemmeno tu anche se è certo che la Regione Calabria non c’entra ed ha fatto tutta la sua parte.

Scriverò in breve, allora, che se ti capita di andare lassù in montagna, persino sprovvisto dei sempre buoni quattro numeri delle Aziende Soggiorno nostalgia canaglia, stiamo qui tre briganti e tre somari a incensare che una volpe nel deserto, avrà anche vinto la sua battaglia d’estate, inchiodando il nemico subdolo e semi mascherato su un distanziamento quasi quasi lungo tra la linea Maginot e le dune di El Alamein.

Però, ci sarà pure un ma, ed eccolo di nuovo qui davanti al gioiello di pietra silana che spicca e si pone tra il turismo e la fotocamera telefonica.

Una discreta collinetta di rifiuti solidi urbani fa da disdecoro d’ufficio di fronte all’Abbazia che fu del profetico Abate Gioacchino a San Giovanni in Fiore, sacchi di spazzatura che cercano una loro risposta finale sul tabellone turistico della settimana enigmistica.

Pittoresche nature morte total black che decorano il vicolo d’ingresso di un meraviglioso luogo sacro, e accolgono le comitive mistiche dei pellegrini che giungono in cerca d’arte, fede e spiritualità.

Chissà se la fotografia di fine agosto a San Giovanni in Fiore diventerà un altro ricordo di una Calabria che non cambierà mai?