È proprio vero: Andrea Correggia è stato un candidato certificato a 5 stelle. Ora che non ha più possibilità di diventare sindaco, non si può che apprezzare le sue ultime dichiarazioni di alto profilo, e ovviamente di principio etico e politico, espresse in questi giorni dall’ex candidato a sindaco.
Per il pentastellato Correggia “non possiamo appoggiare chi vuole discariche, villaggi turistici sulle coste, chi non vuole un amministrazione in prima linea contro la ndrangheta, chi non promuove partecipazione durante la vita amministrativa della città e usa l'arma del disprezzo per acquistare consensi. Il Movimento 5 stelle continuerà le sue lotte contro questo sistema di potere che cambia volto ma rimane lo stesso”.
Per cui questo, almeno per noi alieni da cotanto cozzare di telecamere, scudi di cartone e durlindane sguainate, non è né un servo encomio né tanto meno un “endorsement” dettato dallo sghiribizzo del momento, quanto un segno seppure piccolo di alzare una timida difesa contro la tracotanza imperversante che non riesce neanche a dare il leale onore delle armi al “misero” sconfitto.
E lo facciamo perché, probabilmente a differenza di molti altri, l’ingegner Correggia ha saputo sostenere con chiarezza e sincerità le idee e i valori del suo Movimento, che è il primo partito e il titolare della funzione di governo nel Paese, distinguendosi positivamente per coerenza e stile civico nella carnascialesca rissa “rionale” a cui stiamo assistendo da oltre un mese.
Un fatto che non è avvenuto per caso, in quanto supportato da atti consistenti, che certificano e attestano non solo il rispetto della legalità, ma anche quel semplicissimo criterio per cui chiunque si affacci alla vita pubblica deve avere tutti i documenti a posto, compreso lo stesso curriculum vitae personale, in cui non si può essere mendaci né dimenticare alcunché; ma illuminare anche gli angoli più remoti della propria personalità, per permettere a tutti di poter godere al cento per cento del diritto alla trasparenza come prerequisito essenziale di libertà, democrazia, della corretta partecipazione, senza alcuna ombra di omertà o - qui bisogna ribadirlo - atteggiamento e pregiudizio ‘ndranghetistico e mafiogeno.
A quel che oggi sappiamo, e per cui siamo disposti ad ogni immediata rettifica, Correggia si è distinto perché, oltre ad aver presentato agli atti il richiesto certificato del casellario giudiziario, ha anche aggiunto il suo certificato di carichi pendenti, rilasciato dalla Procura della Repubblica, che attesta l’esistenza o meno di procedimenti penali già iscritti in quel determinato ufficio del pubblico ministero, per i quali la persona ha assunto la qualità di imputato a seguito del rinvio a giudizio disposto dal magistrato.
Visto che siamo tutti bravi a riempirci la bocca con paroloni tipo “trasparenza”, “legalità”,“lotta alla ‘ndrangheta”, “voto di scambio” ecc. ecc., perché - ci permettiamo di domandare - questa scelta, obbligatoria per gli iscritti al Movimento 5 Stelle, non dovrebbe essere accettata e valida per tutti gli altri?