Nella cripta del Poverello ad Assisi, Papa Francesco, poggiando le mani sull'antico altare di marmo bianco, ha firmato con la sua piccola calligrafia la nuova enciclica 'Fratelli tutti’ dedicata alla fraternità e all’amicizia sociale. Con questo documento Francesco apre le porte della Chiesa in uscita al mondo in difficoltà e subbuglio per mostrare al ‘prossimo' il suo cuore senza confini.
di Vito Barresi
Enciclica di grande respiro umano, di sofferta ma anche molto acuta e sofisticata riflessione sociale, intessuta in ogni suo capitolo, paragrafo e passo da analisi persino spietate e dirette sui mali del mondo, raccontando talvolta amaramente vecchie e nuove verità, senza mai abiurare ad un’immensa speranza progettuale.
Fratelli Tutti è una Lettera apostolica che per la sua concentrazione e asciuttezza letteraria, espressiva e comunicativa si distingue notevolmente rispetto a tante altre precedenti, sviluppando una traccia ampia che parte dal racconto non asettico del reale e vero stato materiale e morale in cui si trova la società della globalizzazione per fornire a tutti una mappa ricca di orientamenti e indicazioni di alto profilo, nell’intento di seguire una luce in mezzo a ciò che stiamo vivendo, impostando adeguate linee operative, utili a tutte le persone di buona volontà, al di là delle loro convinzioni religiose.
Intessuta di citazioni bibliche ed evangeliche, corredata da immagini che fanno parabola delle nostre miserie quotidiane e dell’acuto dolore di tanti popoli feriti ed umiliati (fra tutte è la scena drammatica e intensa del buon samaritano che sulla strada da Gerusalemme a Gerico soccorre un uomo caduto nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto) che si fa più evocativa del nostro diffuso disagio esistenziale e che, scrive Papa Francesco, ci interpella nel profondo della nostra sempre più falsa coscienza, spesso edulcorata da stili di vita contrassegnati dall’egoismo e dall'avidità, sintomi di una società malata che gira le spalle persino a stessa:
“Con chi ti identifichi? Questa domanda è dura, diretta e decisiva. A quale di loro assomigli? Dobbiamo riconoscere la tentazione che ci circonda di disinteressarci degli altri, specialmente dei più deboli. Diciamolo, siamo cresciuti in tanti aspetti ma siamo analfabeti nell’accompagnare, curare e sostenere i più fragili e deboli delle nostre società sviluppate. Ci siamo abituati a girare lo sguardo, a passare accanto, a ignorare le situazioni finché queste non ci toccano direttamente”.
Le parole chiave di questo prezioso strumento sono essenzialmente fratellanza e amicizia sociale. Due “keiword” il cui senso autentico deve essere recuperato e tutelato dopo lo sterminio commerciale che ne è stato fatto in questi primi decenni di avvento delle nuove ideologie della comunicazione social, denunciandone l’uso e l’abuso degradante e corrivo sia del concetto di amicizia (siamo amici su…) che di sociale, imperversantemente inteso come una mera e banale fiction, una virtualità meccanica apparentemente innocua quanto massivamente e psico-sociologicamente lesiva di una vera relazionalità integrale e non virtuale.
Le novità di Fratelli Tutti sono molteplici e riguardano più piani della convivenza mondiale e universale, livelli diversi ma interconnessi, strutturalmente interagenti, al punto che l’Enciclica di Francesco si presenta non solo come il compendio di un “nuovo paradigma” della dottrina sociale della chiesa ma anche “nuovo kerigma” che rinnova l’ardore della carità cristiana in una ben distinta, chiara e più solidamente impostata visione politica, laica, dialogante, seppellendo per sempre antiche contrapposizioni di fede, scismi, diaspore, eresie e pesanti anatemi della storia.
Fratelli Tutti, nel denunciare il dissolversi della coscienza storica, vuole essere fonte di un pensiero critico, un impegno per la giustizia e i percorsi di integrazione, recuperando il significato di parole svuotate di senso come democrazia, libertà, giustizia, unità che sono state manipolate, deformate e ridotte e brutali strumenti di dominio, titoli vuoti di contenuto che possono servire per giustificare qualsiasi azione.
Tanto che con lucida e consapevole meditazione la Lettera Papale offre a tutti, credenti e non credenti, non solo uno sguardo critico e duro sugli errori del passato, i rosminiani mali della Chiesa Cattolica, ma un lampo naturale sul baratro della vita contemporanea, collocandosi a mo’ di pietra miliare sul cammino delle fede oggi.