Mons. Staglianò: il Coronavirus non è un castigo di Dio ma un nemico darwinista e nazista

Il Coronavirus è un nemico darwinista e nazista: punta alla selezione della specie, colpendo e portando alla morte soprattutto i più fragili, i più anziani, “chi non è resistente”. Il morbo è ancora poco conosciuto, ma può essere debellato, sconfitto. La sua arma micidiale, però, sta in questa velocità con la quale si propaga. La velocità del contagio preoccupa, più della stessa malattia: se in troppi si è contagiati, salta tutto il sistema sanitario, cioè si imbrogliano i tempi e i mezzi per poter guarire e si rischia di più di morire. È questo il guaio!


di Mons. Antonio Staglianò*

Questa vicenda pandemica sta affliggendo tutti, in particolare penso ai tanti morti e, soprattutto, al modo con cui si muore: “soli nella morte”, non accompagnati dai propri cari, senza lo sguardo affettuoso di un amico. È bruttissimo morire, in generale, ma morire in tempi di Coronavirus è inconsolabile.

È la forma più barbara che il male assume, generando una sofferenza inaudita, perché accompagnata dalla percezione che i nostri cari muoiono “come cani randagi”.

Questo è male che si autogenera e si propaga nell’anima. È una cosa insopportabile. È straziante, per chiunque abbia un minimo di empatia nell’animo. Chi ha creato tutto questo? Dio? È banale pensarlo. È ridicolo immaginarlo.

Se Dio non è il “grande burattinaio”, ma è il Padre del Signore nostro Gesù Cristo che dona lo Spirito, cioè Dio-agape dall’eterno, solo e sempre amore, si può comprendere anzitutto che “permetterenon vuol dire “causare”, perciò il Coronavirus non è un castigo di Dio, in quanto i castighi di questo vero Dio non esistono: Dio onnipotente nell’amore è radicalmente incapace di causare il male, in ogni sua forma, anche in quella virale.

E poi, detto sinteticamente e a mo’ solo di battuta, cosa permette Dio? Il male, il dolore, la morte di tanti esseri umani? Assolutamente no! Dio permette la libertà dell’uomo, la libertà della sua creatura, la libertà dell’essere davvero “un figlio”, e non un manichino o un robot o un algoritmo.

L’uomo è davanti a Dio come un partner libero di agire secondo sé (= la sua volontà) e non secondo i Comandamenti di Dio, come il “codicedell’Eden racconta per tutti (credenti e non credenti).

Pertanto, la questione di Dio all’origine è la seguente: è bene che Dio abbia creato l’uomo libero, o no! Forse doveva “farlo” (manu-fatto) come noi costruiamo i nostri computer intelligenti, piuttosto che “crearlo generandolo” come figlio nel Figlio?

Poi, Dio permette l’autonomia delle realtà terrestri, perché attraverso di essa il gioco della libertà umana attivi processi di amore, cioè di compimento della libertà e di piena umanizzazione.

Che c’entra la volontà di Dio con tutti i disastri ambientali, con i cambiamenti climatici, con le eco mafie che hanno avvelenato i nostri mari, con la smania dei potenti di espandere il loro dominio in tutte le inutili stragi delle guerre?

Il Coranavirus è un “virus strano / ci ha un po’ preso la mano con angoscia e panico”. La cosa più grave è che tale virus ha introdotto nei nostri sentimenti la “paura dell’altro” e anche un certo egoismo, difficile da controllare anche in certe preghiere dei religiosi, tipo “se qualcuno deve morire, non sia io o non siano i miei cari”.

Di fatto, quando gli scienziati troveranno il vaccino, ci sarà gente (religiosa) che attribuirà a Dio l’avercelo mandato per le tante preghiere fatte. È la stessa gente che ancora pensa che il Coronavirus sia un “castigo di Dio”. D’altronde, se Dio esiste e c’è, nella sua onnipotenza “il vaccino dovrebbe almeno lui averlo in mente”.

Per non dire che, con la sua onniscienza ben conosceva anche la tragedia di questa pandemia. E perché l’ha permessa? La questione su Dio va posta - Dio dove sei nel nostro dolore, perché non intervieni? - ma non va esposta al ridicolo di false domande.