Nasce il Progetto Valentia per la fusione dei comuni e la fondazione di una Grande Vibo

11 ottobre 2020, 15:30 Opinioni&Contributi

Il nuovo Ente locale che il Comitato promotore del Progetto Valentia ipotizza con la denominazione “Valentia” o di “Grande Vibo Valentia”, ha al suo interno un considerevole patrimonio di risorse e competenze che possono essere messe a servizio dello sviluppo di queste due polarità.


La nuova città deve configurarsi, dunque, in un unico Comune che candida il proprio territorio ad essere una vera e propria piattaforma di servizi avanzati ed innovativi a sostegno di uno sviluppo che si svolge lungo l'asse del basso Tirreno, rilanciando le prospettive di crescita derivanti dalla logistica, dal commercio, dalla portualità e dal turismo culturale (si pensi ai poli di Hipponion-Valentia e di Mileto).

I promotori del Progetto Valentia scrivono in un loro documento, molto accurato e articolato di voler utilizzare la legge Del Rio che ha chiuso le vecchie province di Vibo e Crotone, come una buona occasione, anche in vista dei nuovi programmi della Commissione e dell’Unione Europea, per istituire un nuovo ente comunale competitivo ed efficiente, con una popolazione di quasi oltre 80 mila abitanti, generando vantaggi di tipo economico-finanziario e burocratico-amministrativo.

I membri del Comitato promotore, avv. Diego Brancia, dott. Gianluca Vasapollo, dott. Nicola Cortese, dott. Michele Furci, ing. Antonello Raffa, arch. Maria Vittoria Vizzari, ing. Francesca Villella, prof. Domenico Mantella, dott. Manuel Zinnà, ing. Giulio Alberto Sganga Fusca, dott. Antonino Pagano, dott. Giuseppe Mancini, dott. Simeone Scaramuzzino, ing. Antonino Castagna, geom. Rocco Zavaglia, dott. Antonino Vizzari, avv. Olivier Russo, ing. Antonio Garrì, ing. Teodorico Namia, nel sottoscrivere la proposta, evidenziano che questa è

“per il nostro territorio l'unica via d'uscita all'isolamento ed alla condizioni di grave ritardo e sottosviluppo a cui risulta attualmente relegato. La struttura insediativa dell'area-urbana di Vibo Valentia è ancora oggi dominata da un arcipelago di microcomunità disperse sul territorio, mal collegate tra loro, ma strettamente contigue (Vibo-Jonadi-San Gregorio-Sant'Onofrio-Cessaniti-San Costantino Calabro-Filandari-Stefanaconi-Maierato-Filogaso), sono di fatto un continuum urbanistico che si snoda da Nord verso Sud della dorsale Tirrenica meridionale, fino all'Altopiano del Poro”.

La polverizzazione della trama urbana non consente il conseguimento della necessaria massa critica per avviare ed implementare l'offerta di servizi di qualità; d'altro canto, la carenza di tali servizi disincentiva la localizzazione sul territorio vibonese di attività economiche dinamiche ed innovative nonché l'attrazione di capitale umano qualificato.

Si è instaurato pertanto un circolo vizioso per cui la scarsa crescita quanti-qualitativa del sistema urbano deprime le potenzialità di sviluppo economico il che impedisce, a sua volta, la crescita e l'articolazione delle funzioni urbane.

Tuttavia, negli ultimi anni in Calabria, nonostante il quadro di sostanziale stabilità, si nota una lieve tendenza alla concentrazione demografica negli agglomerati urbani più importanti, come in quello attorno alla Città di Vibo Valentia che raggiunge con il suo hinterland la popolazione complessiva di poco inferiore agli 80 mila abitanti.

La creazione del nuovo ente in luogo dell’estinzione dei comuni esistenti prevede cospicui contributi statali e regionali per un lungo periodo.

Nella fattispecie gli incentivi nazionali prevedono l’erogazione del 40% dei trasferimenti erariali ricevuti da ciascun ente nel 2010 per 10 anni (la quota era 20% fino al 2015), con un tetto a 2 milioni per ogni ente interessato (prima era 1,5 milioni), ma comunque nei limiti degli stanziamenti finanziari previsti annualmente. Per fare un esempio: un nuovo Comune di poco più di 12mila abitanti per il 2016 ha ottenuto 1milione e 300mila euro.

Gli incentivi regionali prevedono l’erogazione di 250mila euro per ente per 5 anni (con una soglia a 1 milione), incrementabili in presenza di alcune caratteristiche. Ad esempio, per le fusioni successive al giugno 2015, i contributi sono: i) incrementati del 30% se la popolazione del nuovo Comune supera i 10mila abitanti o la fusione ha interessato almeno 3 Comuni, di cui almeno 1 obbligato; ii) incrementati del 60% se la popolazione del nuovo Comune supera i 15mila abitanti; iii) raddoppiati se la fusione coinvolge tutto l’ambito territoriale adeguato.

A partire dalle fusioni successive al giugno 2016, invece, i contributi sono dimezzati se il nuovo Comune non supera la popolazione necessaria per l’esonero dall’esercizio associato di funzioni fondamentali.

Possono inoltre essere previsti altri vantaggi per il nuovo Comune, quali deroghe nazionali ai limiti sulle assunzioni (D.L. 113/2016 “Enti Locali”), e premialità nei bandi regionali, a partire da quelli che veicolano le risorse dell’Unione europea.

Vanno poi colte le opportunità di riorganizzare i servizi e specializzare il personale. Possibilità di potenziare i servizi ai cittadini decentrati presso i municipi.

Infatti allo scopo di preservare e valorizzare l’identità storica delle Comunità locali originarie e di realizzare il decentramento di funzioni è inoltre possibile l’istituzione di Municipi, che possono prevedere propri organi elettivi o funzionare solo da punto di erogazione dei servizi.

La proposta di Fusione ed il “Progetto Valentia” per la nascita della Terza Città della Calabria ed il primo polo turistico ed enogastronomico regionale.

I comuni interessati, secondo la nostra ipotesi di studio, dovranno essere Vibo Valentia; Pizzo; Mileto; Maierato; Jonadi; San Gregorio d’Ippona; Sant’Onofrio; San Costantino Calabro; Filandari; Briatico; Filogaso; Stefanaconi; Cessaniti; Francica, per una popolazione complessiva residente di 79.500 abitanti.

Le popolazioni del nuovo Ente locale, godrebbero di indubbi vantaggi sotto svariati profili (tributario, polo di attrazione di investimenti ed infrastrutturale, essendo già naturalmente inserita nelle dinamiche economiche del settore turistico ed agro-industriale).