Regione Calabria Mattatoio della Sanità italiana nuova scena di un pericoloso Golpe Giallo

17 novembre 2020, 19:00 100inWeb | di Vito Barresi

Cronaca di un pessimo finale… perchè così si potrebbe battere sui tasti di una telescrivente fantastica, scegliendo le lettere di un alfabeto alla Vonnegut per raccontare la macabra crociata della ‘Setta dei Bambini vestiti con il grembiulino dell’onesta'. Cioè aprire un racconto simil horror che affonda la sua genesi oscura e infernale nei lontani anni ’70, e che ha visto sfilare da Crea a Fortugno, da Scura a Marrelli, da Oliverio a Cottarelli, da Zuccatelli a Gaudio, passando per la strumentalizzazione dell’icona pop di Gino Strada, un mondo marcio romano che ha vampirizzato la Calabria e i calabresi.


di Vito Barresi

Calabria Mattatoio n.5 della Sanità italiana, regione di delitti senza nè castighi nè pene, quanti sono ancora i corpi delle lupare bianche che cercano un purgatorio, medici in corsia senza terapie di sicurezza uccisi come dice l’adagio dialettale ‘o pì pilu o pì pila’, terra estrema che ha fatto paura persino a Pasolini che vide i banditi ma non gli scherani della ’ndrangheta cutrese, che in questa coincitata mezza stagione affronta, zona rossa Covid, il dilagare dell’epidemia in mezzo ai borghi e ai quartieri, periferie più povere e degradate d’Europa.

E’ questo si vede dai segni fitti che si addensano nelle città, l’autunno in cui si avvera la fine del Medievo del 'socialpopulismo' italiano, in versione più di governo che di vaffanculo, che si muove non più con la marcia dilettantesca di scadenti comparse della politica stellare, ma dentro i passaggi e le mano di un gioco di intelligenze raffinatissime, sublimi poteri perversi che hanno incastrato la Regione in un vero e proprio intreccio del Golpe Giallo.

Non è la prima volta che la Calabria si presenta a vista come un campo di battaglia su cui si scontrano in conflitto armato, le truppe cammellate di scorribande e fazioni, gruppi e sette di potere che da qui ululano come lupi cosentini per scuotere di paura gli androni del potere costituito romano.

Molte cose viste oggi, sono rubricate nella storia di tanti passaggi narrativi di fiction, romanzi televisivi, sceneggiati a tavolino, perchè nessuno lo deve sapere in quale sottoscala umido sia stata gettata la pellicola terzomonidista sul falso eroe degli immigrati.

Per giocare tra Riace e il Mozambico, tra le missioni in Africa e quelle nella pianura malarica di Sibari, si stanno impegnado in una guerra coloniale che serve a massacrare gli indigeni rimasti utili idioti, per conquistare il pezzo del Paese che sta in fondo non per niente, non per nulla.

E poi sulla base della nuova cartografia dei rapporti di forza, intermediare il comando nella cabina di regia dei Palazzi, riportando novelle che sono molto simili allo storytelling del passato, in cui corpi di stato si contendevano il territorio come già avvenne negli anni Settanta con la rivolta di Reggio Calabria, il taglio delle orecchie a Paul Getty, il colossale imbroglio dei Bronzi ritrovati nel mare, le bombe a Gioia Tauro, l'elicottero che stermina il Generale dell'Arma, il massacro ecologico della Piana, la crudele esecuzione dello stilista in una villa di Miami, la gestione internazionale dei sequestri di persona, la strumentalizzazione politico-investigativa-giudiziara della grande persecuzione rituale contro la ‘ndrangheta’.

Quello che si sta consumando sulla pelle dei calabresi non sembra avere alcuna apparente controindicazione istituzionale sulla tenuta stessa della nostra democrazia e della sua tradizione antifascista, anche se gli effetti sono profondi, lesivi perchè ne sfibrano il tessuto civile e la coesione integrata, e per questo chi fomenta è fascista nell'Es profondo del proprio Super Ego.

Da circa dieci anni in Calabria lavorano a ranghi serrati le truppe cammellate del social-populismo mediatico, i templari stellati dell’Armata di un nuovo Cardinale Rosso, che hanno aggregato la vecchia reazione dei nipotini dei feudatari antichi con il nuovo scontento e il neototalitarismo ideologico, sotto le mentite spoglie dell’onestà e del ribaltamento della vecchia casta politica di un tempo.

Sono gruppi di potere subdoli e invisibili, che giocano sulla doppiezza e sulle ambiguità di una 'trans identità' né di destra né di sinistra, e che si avvalgono di una cordata di avidi arrivisti e di assetati parassiti che in nome del 'social-populismo' hanno conquistato ‘democraticamente’ il potere, imbrogliando la quota di maggioranza del popolo sovrano calabrese, per poi asserragliarsi nelle cabine di comando del governo, del Parlamento e dello Stato.

La Crociata del Bambini dell’Onestà non si ferma davanti a nulla e fa tutto in obbedienza nel nome di un presunto capo.

E' lui che detta la linea di condotta, si sente la reincarnazione del Cardinale Ruffo, impavido condottiero della Crociata reazionaria, oggi con la tunica bianca, il mantello del Senatore dell’Onestà, pronto a punire e castigare i calabresi cattivi, brutti, sporchi, collusi e corrotti, annidati nei posti comodi di uno Stato imbelle che non sa farsi rispettare.

Il Golpe Giallo marcia compatto e 'scomposto' alla caccia degli ultimi ’ndranghetisti da debellare con il napalm rimasto nei silos delle fabbriche dismesse, sbattere in cella i corrotti non perchè che hanno profanato la democrazia ma occupato il sacro recinto della proprietà sia pubblica che privata.

Come ai tempi della farina e della forca, come in un film che racconta una storia a futura memoria.