Atmosfera da primo giorno di scuola ieri all’esordio del nuovo consiglio comunale di Crotone in un’aula pienissima. Al primo appello hanno risposto “presente” tutti, tranne la senatrice Dorina Bianchi, che ha mandato una giustificazione perché impegnata fuori sede.
Dopo aver preso confidenza, soprattutto le new entry, i consiglieri sono stati chiamati subito ai compiti: eleggere il presidente del consiglio. Alla fine, “capoclasse” è stato nominato Arturo Crugliano Pantisano. Anche se non son mancati dispettucci da parte dei “compagni” di classe.
E’ toccato, poi, al “preside”, il sindaco Peppino Vallone, affidare i compiti, sotto forma di delega, ai professori-assessori. Alla sua vice, Teresa Cortese, ha assegnato la pubblica istruzione; ad una docente, Anna Melillo, sono state assegnate le attività produttive; alla mamma a settembre Manuela Asteriti, assegnato il bilancio. Al “prof” di educazione fisica e presidente provinciale del Coni - Claudio Perri - non poteva che andare lo sport, così come alla sanità e alla cultura, il primario di geriatria dell’ospedale, Piero Cotronei. Vincenzo Mano è stato assegnato all’urbanistica, mentre i lavori pubblici a Claudio Liotti. I compiti dell’ambiente, quelli più gravosi per la città, il preside Vallone li ha riservati per sé per poterli poi condividere con la sua squadra.
Quella che ieri si è presentata ai nastri di partenza è una classe mista, con esordienti ma anche ripetenti, alcuni anche di vecchia data. Non mancano, come in ogni classe che si rispetti, i figli o, meglio, le figlie d’arte e chi è stato già preside ma ora è costretto, per gli inestricabili sentieri del destino, a ritrovarsi nuovamente scolaretto.
Non son mancate neanche le ormai classiche piccole liti, tra chi vuole entrare in un gruppo già formatosi, quello del Pdl, e chi vorrebbe entrarci ma non sarebbe ben accetto, Pasquale Senatore: della serie “vengo anch’io. No tu no”.
Alla fine, dopo il primo giorno di scuola (e quattro di lezione), tutti si sono dati appuntamento a tra una settimana per l’approvazione del bilancio. D’altronde a scuola non si va per imparare a leggere, scrivere e far di conto?
Rotta l’emozione, gli scolari cominceranno a muoversi con più scioltezza tra i banchi, che hanno conquistato a suon di voti, anche se già dall’esordio, in molti sembravano a loro agio, come se da quell’aula non fossero mai andati via.
Giacinto Carvelli