La Calabria che resta nel cuore di Mons.Giuseppe Satriano nuovo arcivescovo di Bari-Bitonto

21 gennaio 2021, 11:00 Il Fatto

A Rossano dal 2014, Mons.Satriano ha saputo parlare al cuore di tutti. Specialmente a quello dei giovani con cui ha avviato tante nuove iniziative di qualità nello spirito del ‘camminare insieme’, ricostruendo uno spazio pubblico della fede, all’insegna di un dialogo molte volte anche privato, più profondo, mai sospeso nel nulla ma centrato sull’umanità che si fa problema e cerca aiuto senza rinchiudersi. Dopo aver prestato servizio in questo luogo d’infinito, spesso tagliato e fuori dalla grandi direttrici dei mutamenti storici, mons.Giuseppe Satriano, nominato da Papa Francesco arcivescovo di Bari-Bitonto, inizia il suo ministero pastorale nella Cattedrale del capoluogo pugliese, nel giorno della festa della Conversione di San Paolo Apostolo.


di Vito Barresi

Lascia alla Calabria la sua preziosa esperienza di 'pastore del sud’. Quella delicatamente racchiusa nell’ultima sua lettera pastorale (“La Forza della Vita. Dalla resilienza alla fecondità generativa: un itinerario per i nostri cammini”) che si presenta in forma di intenso diario scritto nei giorni più tristi della pandemia. Una tragedia vissuta dalla Chiesa con grande intensità emotiva, con il pathos spirituale che gronda da un fatto totalizzante simile alla peste del passato.

Nella luce mediterranea di una diocesi del profondo mezzogiorno, una chiesa locale scrigno di tesori universali come il Codex Purpureus Rossanensis e la devozione mariana alla Madonna Achiropita, i suoi fedeli accompagneranno il viaggio verso la città di San Nicola, seguendo la cerimonia via streaming e sulla pagina social dell’arcidiocesi, con pensieri di auspicio per il nuovo ministero episcopale, nel mentre e parrocchie dell’arcidiocesi di Rossano-Cariati si raduneranno in una veglia di preghiera.

Resilienza, speranza, fraternità e fecondità generativa: queste le parole chiave lasciate in custodia a tutta la chiesa di Calabria dal già pastore dell’arcidiocesi di Rossano, venuto in Calabria dalla sua terra del Tavoliere dove adesso ritorna alla casa come un agricoltore che lascia il seme, “il seme, nella terra, testimone silenzioso dell’interazione di vari elementi.”

Gesto simile a quello del contadino che conosce, di generazione in generazione, da padre in figlio, la sequela del germoglio, dell’albero e del frutto, dunque i cicli millenari dell’agricoltura tanto tipici e tradizionali in questo spicchio di costa del Mezzogiorno tra Rossano e Cariati, davvero abbagliante e misterioso, dove cresce l’ulivo e l’arancio, e che si apre ad arco su uno tra i più grandi ecosistemi storici del Mediterraneo, il Golfo di Taranto, nicchia immensa del mar Ionio, tra Punta Meliso di Santa Maria di Leuca in quel di Lecce) e Punta Alice di Cirò Marina in quel di Crotone, il golfo più grande d’Italia.

E stato qui che nella quarantena si è fortificata la sua rinnovata riflessione che dal seme fa vede nascere la vita, in quanto essere noi al di sopra di ogni egoismo e concupiscenza, per trasformarsi in un divenire che è

“vivere relazioni fraterne, creando spazi comuni, richiedendo una cultura dell’attenzione. Solo chi sa essere pellegrino e mendicante di verità, in un'instancabile ricerca, saprà cogliere la presenza dell’altro come dono irrinunciabile. Sarebbe consolante contribuire a costruire, anche in questa nostra terra, segnata da tanti dolori, comunità ecclesiali che siano spazi di libertà e di accoglienza, dove la gente non si senta giudicata o esclusa.”

Tra Mons. Satriano e la Calabria resterà affetto, amicizia, commozione, nel bel ricordo degli anni trascorsi, suggellati da un’addio che terrà il cuore aperto all’incontro e al fraterno abbraccio tra il nuovo pastore di Bari-Bitonto e la terra rossanese e cariatese, dove tutti sono pronti con orgoglio e vibrante emozione a seguire il fertile percorso del ministero pastorale che inizia ufficialmente il 25 gennaio, festa della Conversione di San Paolo, nella cattedrale barese.