La partita di sabato sera, valevole per l’ultima giornata del girone d’andata del campionato di serie A Tim, tra Fiorentina e Crotone, termina 2-1 a favore dei viola, più organizzati e veloci
di Francesco Pitingolo
Se da una parte c’è la Fiorentina, in cerca di riscatto in campionato, dopo una pesante sconfitta con punteggio tennistico di 6-0 maturata contro il Napoli, dall’altra c’è lo squalo rossoblù che, rinfrancato da una vittoria interna maturata contro una delle dirette rivali (Benevento), ha tentato, con le sue piccole forze, di dare continuità di risultati, ma le idee non sono state del tutto chiare.
Stroppa per l’ultima giornata di andata, dove l’imperativo era portare a casa punti preziosi e muovere la classifica, ha schierato il suo solito 3-5-2, arrivando sempre tardi sulle coperture: in porta il capitano Alex Cordaz, in difesa Djidji, Marrone, Luperto; a centrocampo Pedro Pereira, Eduardo, Zanellato, Vulic e Reca; in attacco Messias, Simy.
Da una prima analisi della formazione dei pitagorici si nota come Messias sia stato schierato in attacco al posto di Riviere, (che nell’ultimo scontro ha affiancato egregiamente Simy), e nella zona mediana del campo ci siano centrocampisti di ruolo che rendono la compagine rossoblù meno aggressiva della volta precedente, smarrendosi in uno sterile possesso.
Al centro della difesa si rivedono titolari Marrone e Luperto che accompagnano Djidji chiamato a rimpiazzare Magallan, una difesa “rivista” che non ha prodotto la giusta copertura.
La Fiorentina di Prandelli risponde con una formazione speculare schierando, un 3 – 5 – 2 più organizzato, pratico e dinamico: in porta Dragowski; in difesa Milenkovic, Pezzella, Igor; a centrocampo Caceres, Bonaventura, Amrabat, Castrovilli, Biraghi; in attacco Ribery e Vlahovic.
Il tecnico viola, cambia tutta la fascia destra di centrocampo, che ha sofferto nello scorso match contro i partenopei lasciando fuori Venuti e Callejon. Scelta azzeccata. A dirigere l’incontro è stato il signor Piccinini di Forlì, coadiuvato dagli assistenti Baccini e Colarossi, dal IV uomo: Sozza e dagli uomini VAR: Mazzoleni e AVAR: Paganese.
L’inno della serie A accompagna l’inizio del match salvezza ed è la Fiorentina a toccare il primo pallone dell’incontro anche se il Crotone, come di consueto, inizia aggrappandosi al suo pupillo Junior Messias che già al 4’ minuto costringe Igor a spendere il primo fallo tattico della partita, punito col giallo da Piccinini.
La Fiorentina decide di alzare i ritmi di gioco e opta per un pressing alto costringendo la squadra ospite a controllare e ripulire palloni nella zona presidiata dal n.1 pitagorico e compagni, ma senza una visuale di gioco che porti a proiezioni offensive di rilievo.
Al 20’ si sblocca il match e, su sviluppo di un’azione, Bonaventura trova l’imbucata da fuori area, calciando la sfera di mezzo esterno e battendo l’incolpevole Cordaz.
Il Crotone non ci sta e prova subito la reazione, spostando il baricentro in avanti, anche se la squadra di Stroppa, appare lenta, in ritardo sulle marcature, nelle chiusure verticali, e timorosa contro un avversario che, classifica alla mano, resta alla portata dei pitagorici.
Al 31’ altro squillo della Fiorentina che porta il risultato sul 2-0 sfruttando al massimo un assist di Ribery, trasformato magistralmente da Vlahovic: il solito contropiede che trova i difensori rossoblù troppo sbilanciati in avanti e lenti a rientrare.
Dopo appena un minuto di recupero Piccinini fischia la fine del primo tempo e manda tutti a prendere un thè caldo. In questa prima frazione di gioco la Fiorentina fa valere la sua maggiore qualità tecnica e sfrutta al massimo le sfasature del Crotone e centrocampo e in difesa.
I viola sinora, hanno disputato una partita sporca ma sicuramente più concreta rispetto alla compagine ospite, con verticalizzazioni di effetto fulminante. Nel Crotone regna tanta confusione sia in attacco, che in difesa; le fasce restano vuote: si annaspa nel tentativo di potare la palla in avanti e ne soffre la la “spinta” e la “copertura”, di fatto, la squadra che non riesce mai a tirare in porta, solo due tiri nel secondo tempo, mentre l’area di rigore rossoblù è sempre assediata.
Il Crotone tenta poi di operare un giro palla, rivelatosi inutile, anche per i tempi dettati per le ripartenze che si dimostrano biblici, sterili e prevedibili dagli avversari ,che hanno dominato, sotto la pioggia, questa prima parte di gioco.
Per riaprire la partita già nel primo tempo, alla compagine di Stroppa, sarebbe servita più presenza offensiva, più intraprendenza e un maggiore inserimento dei centrocampisti interni, per dare maggiore profondità all’attacco, ma nulla di tutto ciò.
Inizia il secondo tempo e le due compagini non operano alcuna sostituzione. Non cambiano gli interpreti e la musica è la stessa udita nel primo tempo, Fiorentina in avanti e Crotone che cerca di fermare l’esuberanza della squadra toscana.
Il Crotone si espone troppo alle ripartenze della squadra di casa e al 59’ Mr. Stroppa prova a correre ai ripari, cercando di aggiungere maggiore qualità a centrocampo sostituendo Vulic con il recuperato Benali, facendo assumerne, alla compagine rossoblù , le sembianze di un 3-4-1-2.
Al 65’ il Crotone torna in partita con un gol del suo bomber Nwankwo Simy che di testa sfrutta un pregevole assit di Pedro Pereira portando il risultato sul 2-1. Al 76‘ Stroppa cerca ancora soluzioni ultra offensive per raddrizzare l’incontro inserendo Siligardi al posto di Zanellato e arretrando Benali. Dopo il gol del 2-1, che ha riaperto il match, le squadre si sono allungate, il Crotone continua a spingere, e si vedono continui pericolosi ribaltamenti di fronte.
Dopo 4 minuti di recupero finisce l’incontro Fiorentina – Crotone 2-1 e, anche questa volta, è andato in onda un film visto e rivisto: “Partita double-face” dai due volti, dove il Crotone, nella prima frazione di gioco, ha subito la sudditanza tecnica e psicologica di un avversario come la Fiorentina, mentre nel secondo tempo ha battagliato alla pari con un avversario qualitativamente più attrezzato e organizzato.
È ovvio, a questo punto, che quando il Crotone ha assunto una posizione in campo da 3-4-1-2 abbia migliorato i suoi equilibri, riuscendo a dare maggiore profondità nella fase offensiva, trasformato il risultato al primo tiro effettuato nella porta avversaria. Non basta alla squadra di Stroppa un finale giocato con grande dinamicità e, a nulla è valso l’assedio messo in atto negli ultimi minuti nella metà area della squadra di casa.
Il Crotone dovrà rammaricarsi di non aver giocato con la stessa “cazzimma” i primi 45’ minuti di gioco perchè talvolta, con la grinta, si può sopperire al gap tecnico che esiste tra due compagini. Il Crotone rimane in fondo alla classifica e, come si suol dire, in campo veritas: a questo punto è lapalissiano che il Crotone, se vuole salvarsi, deve a tutti i costi migliorare il suo rendimento esterno e capitalizzare al massimo le partite che dovrà disputare tra le mura amiche dello stadio di casa Ezio Scida, già a partire da domenica prossima 31 gennaio, dove troverà come avversario il Genoa, altro candidato nella lotta per non retrocedere.
Le Pagelle:
ALL. G. Stroppa (5,5). Cordaz 6,5; Djidji 6, Marrone 6, Luperto 6.5 (dal 42′ s.t. Golemic s.v.); Pedro Pereira 6, Zanellato 5.5 (dal 32′ s.t. Siligardi s.v.), Eduardo 6, Vulic 5,5 (dal 14′ s.t. Benali 6), Reca 6; Messias 6,5 (dal 42′ s.t. Rojas s.v.), Simy 7.