Per chi ama la propria terra il concetto alla base dell’associazionismo “proloco”, della cittadinanza attiva dovrebbe essere pleonastico: a cosa serve ribadire e proporre attivamente azioni e strategie in favore del proprio territorio quando tutti l’hanno a cuore? Così dovrebbe essere! E invece così non è affatto.
di Natale Giuseppe Calabretta
In questi giorni ci troviamo a discutere quello che mai avremmo immaginato di discutere, una sorta di soluzione finale per l’intero territorio di Crotone e dell’intero Marchesato.
Fa specie che tale condanna non arrivi da predatori forestieri o dalla corruzione della politica maledetta. No, questa volta il pericolo è più subdolo: è una specie di delirio collettivo fomentato da mezzo secolo di immobilismo infrastrutturale ed agevolato dalla pavidità di alcuni politici ed amministratori che spaventati dal perdere consenso seguono il delirio popolare o al più tacciono davanti all’evidente ed imminente scempio.
Perché proprio di scempio si tratta quando si parla della ormai famigerata Variante al Mega Lotto 6 della Statale 106: è uno scempio palese, tanto evidente da non riuscire ad essere descritto, tanto stolto da sembrare uno scherzo e, si sa, agli scherzi si ha difficoltà nel rispondere seriamente.
Ma lo scherzo è bello fino a quando non prende una piega pericolosa ed inaspettata, fino a quando chi dovrebbe dire “fermi tutti” non lo può dire perché nella democrazia malamente intesa si può decidere di zittire la gente, di mortificare il dibattito.
Perché chi dovrebbe “basta”, in quanto democraticamente delegato a dirlo, non lo dice e si lascia sedurre da un inatteso dozzinale vantaggio elettorale e di immagine.
Discutere di una simile ipotesi
e delle conseguenze
sembra quasi voler ribadire l’ovvio
Già perché molti, vocianti e confusi, spesso generazionalmente ben definiti, vogliono la variante che permetterà di arrivare quindici minuti prima a Catanzaro da Crotone al costo, però di tagliare fuori un intero territorio, con la sua economia, mortificandone le prospettive di sviluppo futuro.
È chiaro ed esasperante che discutere di una simile ipotesi e delle conseguenze nefaste per il comune di Crotone e dell’intera provincia, per la sua agricoltura e per le coltivazioni biologiche in particolare, per il suo commercio, per le sue risorse turistico-ricettive e per quelle infrastrutturali (porto, aeroporto), sembra quasi voler ribadire l’ovvio.
Come non intuire, semplicemente per un esempio tra tanti, che una infrastruttura come la Variante al Mega Lotto 6, arrivi a mortificare perle di grande attrazione turistica e culturale come Capo Colonna e Le Castella a favore di Soverato e del basso Golfo di Squillace?
Perché in sintesi la vera domanda è: che intelligenza è quella che venderebbe la certezza di impostare un futuro su potenzialità produttive e turistiche tutte da implementare sviluppando una mobilità più capillare sul territorio Ionico-crotonese in cambio di una possibilità di fuga che duri quindici minuti in meno?
La domanda non è affatto retorica o provocatoria perché e di questo assurdo e suicida paradosso di cui stiamo parlando.
Non è vero che ridurrebbe
i morti sulla statale,
almeno non nel tratto
da Crotone a Steccato
A questa difficile argomentazione della logica che pretende di arginare la follia, si ha la necessità di arginare anche la menzogna che la follia porta con se: non è vero che la variante ridurrebbe i morti sulla statale 106, almeno non nel tratto che più da vicino interessa il tratto di statale che va da Crotone a steccato di Cutro, poiché una simile piaga non riguarda tanto questo tratto quanto piuttosto quello a nord di Crotone, per il quale da anni si batte Nando Amoruso con la sua associazione Vita e tante altre associazioni di quei territori.
O, come giusto di recente, si è riusciti, senza ritegno alcuno e grazie alla complicità dell’Ente Provincia senza prospettiva e amor proprio, a sospendere la libertà delle popolazioni riuscendo a soffocare il dibattito (obbligatorio per interventi infrastrutturali del genere) e imponendo alle amministrazioni la sottoscrizione di un atto che proditoriamente saltasse le fasi civili e democratiche del dibattito pubblico sulla Variante.
E ancora, la vergognosa propaganda che sbandiera il numero di cinquantuno (fossero anche mille) amministrazioni comunali favorevoli alla Variante senza che si tenga conto delle uniche tre realmente interessate alle conseguenze di una simile mostruosità ingegneristica quali i comuni di Crotone, Cutro e Isola, a questi, si diceva, non si può ascrivere, in modo inequivocabile, alcun atto di approvazione.
Non solo, il danno portato dalla sciatteria che sottende alla Variante sarebbe immediato: infatti un ammodernamento del tratto Mandatoriccio-Crotone-Isola (Sant’Anna)-e poi le Castella-Simeri è già in programma presso Anas con le rispettive denominazioni di Mega Lotto 9, già immediatamente appaltabile, e Mega Lotto 6 (quello originale) rischia di essere messo in discussione per inseguire un progetto voluto da molti inconsapevoli e compreso da nessuno.
Un taglio viario
che avrebbe
come conseguenza
la mortificazione
di altre infrastrutture
del crotonese
In fine, non vi è chi non possa constatare come un taglio viario e infrastrutturale come quello della Variante al Mega Lotto 6 avrebbe come conseguenza immediata la mortificazione di altre importantissime infrastrutture concentrate sul territorio della provincia di Crotone come ad esempio, la stessa statale costiera, il porto, l’aeroporto di Sant’Anna e una futura ferrovia rediviva che verrebbero ad essere escluse dalla logistica viaria e aeroportuale vista il più veloce approdo all’aeroporto di Lamezia e all’avio superficie di Sibari (futuro aeroporto della piana).
In poche parole: il nostro preziosissimo patrimonio di intermodalità a breve, brevissimo raggio, unico in Italia, rischia di essere smantellato.
Cosa altro di ovvio, a questo punto, si sarà costretti a ribadire per silenziare definitivamente il piano autolesionistico che concittadini poco lungimiranti, quando non in malafede, stanno mettendo in atto pur di uscire dalla impasse infrastrutturale?
Siamo costretti ad inseguire e arginare una smania emotiva ed irrazionale che si placa solo nel vedere un cantiere aperto, che ci faccia sentire finalmente considerati e che invece ci emarginerà rischiando di distruggere un territorio.
Il desiderio sciagurato e immaturo di un popolo di automobilisti che per non ripetere ossessivamente il lamento sulla via per Catanzaro, preferiscono annientarsi, cancellare Crotone e il Marchesato dalle cartine geografiche: “Si arriva prima a Catanzaro! No! Siamo a Catanzaro!”
Il desiderio disperato di un popolo di fuggitivi che ha perso la bussola per la giusta salvifica direzione: se fuggire si deve che sia verso un Nord, un altrove, non certo verso Catanzaro.
La battaglia è sbagliata, e una politica responsabile a livello regionale, provinciale e locale deve avere il coraggio di programmare, di tutelare e di seguire una visione per il bene del territorio del Crotonese a e dell’intero Marchesato che investa i prossimi decenni e non si lasci incantare da facili e gastrici riscontri elettorali di una popolazione stanca di aspettare e che chiede attenzione… attenzione pur che sia.
Con la Variante
si devascolarizza
il Marchesato e
con lui l’intero
territorio di Crotone
È quindi ovvio: ce ne pentiremo. Ci pentiremo di essere stati avventati, di avere seguito il sentimento irrazionale di chi, nella speranza che qualcosa cambi, non valuta il baratro in cui una ennesima scelta sbagliata, come la Variante, rischia di far precipitare ancora una volta una comunità come quella di Crotone già in ginocchio.
Tuttavia, costringersi a spiegare l’ovvio e a difendersi dalla follia falsa e distruttiva che sta dietro la volontà illogica di voler realizzare la Variante, spinge a trovare parole ed iperboli per esporre l’evidente: non si scomodi l’urbanista o il trasportista, quindi, si chieda al chirurgo che nel tagliare la parte malata del corpo ne devia prima i vasi sanguigni che la alimentano, così con la Variante si devascolarizza il Marchesato e con lui l’intero territorio di Crotone e lo si manda in una necrosi sociale ed economica dalle conseguenze inimmaginabili.
Quali altri argomenti per essere convincenti, per cercare motivazioni e proteggere il popolo e il territorio di Crotone da un inaspettato tentativo di suicidio economico e sociale che la Variante al Mega Lotto 6 della Ss 106 rappresenta?
La propria terra amata non avrebbe bisogno di un associazionismo “proloco”, di una cittadinanza attiva impegnata sulla difesa della sopravvivenza, dovrebbero non esistere alcune minacce, dovrebbe essere la politica a porre un basta ad una discussione socialmente e tecnicamente surreale.
Ma le battaglie non finiscono mai e quel che è peggio, gli avversari portano istanze che sembrano scaturire dalle menti più contorte, tocca ai cittadini del Crotonese, armati di buon senso lottare per impedire l’ennesimo insulto, tocca a tutti i cittadini della Ionio Crotonese tentare di fermare l’emorragia di uomini, risorse che la Variante al Mega Lotto 6 porterà con se, verso Catanzaro.