Ingegnerizzare il futuro del territorio con le tecnologie più avanzate vale solo per il Nord o per tutta l’Italia compreso il Sud e le Isole maggiori? Non sarà certo un gioco da ragazzi ma in ogni caso i progetti ci sono e in ogni campo e pure sostenibili dentro la cornice (regalategli l'uovo di Colombo visto che è di Genova a quello statista lì...) e il pollaio che accoglie la nuova 'regina-gallina politica' dai tuorli d'oro detta altrimenti 'Transizione Ecologica'.
di Vito Barresi
Oltre le idee i possibili finanziamenti disposti, dopo Covid-19, dall’Unione Europea con Recovery Fund e Next Generation Ue, sarebbero già in cassa e non solo sulla carta. Tra queste 'idee-forza' spicca il progetto Hyperloop. Consisterebbe nell'apertura di una linea ferroviaria Milano-Malpensa e Roma-Fiumicino da percorrere in meno di due minuti di cui i 'giornaloni' del Nord hanno parlato seriamente. Così come non si esclude l’ipotesi di una Milano-Roma da percorrere in soli 30 minuti, con costi per il passeggero a metà tra i 70 euro del treno e i 140 dell’aereo.
Ma nel frattempo quanto ci vuole da Taranto a Reggio, dalla città più industriale del Mezzogiorno (e non solo) al porto più grande del Sud, quinto in Italia? Ben otto ore e mezzo. Se questro si chiama sviluppo la storia del ritardo, è proprio il caso di affermare, e dell’arretratezza del Meridione è tutta scritta negli orari ferroviari.
Riuscirà il governo Draghi, forte degli ambiziosi programmi del Recoevery Plan e di Next Generation Ue che innervano i suoi scopi politici, a recuperare tanta distanza in poco tempo?
Sono queste le domande da cui inizia per le Regioni meridionali il viaggio di un nuovo governo che in qualche modo introduce una lieta novità, rimettendo la voce Sud tra i propri ministeri, dopo che la rubrica era stata cancellata dalla furia iconoclasta del primo e secondo periodo del leghismo proto-padano.
Provando a fare count-down, giorno e ora della sua uscita da Palazzo Chigi, si parte da Taranto dopo avere scelto il treno che si vuole, scriviamo pure, quello ‘giusto' per arrivare a Reggio Calabria. Sulla linea ferroviaria che collega le due più grandi città del Mare Jonio, attraversando tre Regioni, la Puglia, la Basilicata e la Calabria, sulla direttrice di collegamento est/ovest, dall’Adriatico al Tirreno passando per la linea jonica, il convoglio più veloce impiega sette ore e quaranta minuti (7h e 40min), con un solo cambio nella stazione di Sibari e una tratta in pullman. Si parte alle 7.00 dalla città del Golfo per giunge sullo Stretto alle 14.40.
Il più economico prevede, a sua volta, ben nove ore e ventottominuti di viaggio, dalle 11.50 alle 21.18, con due cambi e un passaggio in autobus. Il più ‘lussuoso’, infine, il Freccia Argento IC 700, ha un costo, biglietto in prima classe, di euro 121, più o meno tredici euro e cinquanta centesimi ogni ora di percorrenza.
Sono numeri da record assoluti, ovviamente negativi. Nessuna area europea risucirebbe a disincagliuarsi dal secche di un deserto che si espande grazie all’emigrazione dei giovani in forza di lavoro e impiego, dalla spopolamento della montagna e delle zone interne, dal disordine urbanistico, dalla deturpazione ambientale, dal rischio della criminalità organizzata.
Non si chiede a Draghi di fare come racconta Giuseppe Lupo nel suo romanzo ‘La Caravona Zanardelli’ di mettersi in viaggio a bordo di treni e diligenze sulle rotaie della ferrovia jonica ma almeno evitare che la scritta in perfetto inglese “Do not cross the railway lines" diventi completamente inutile.
Perchè la nostra speranza meridiana e il nostro auspicio meridionalista è proprio esattamente quelle di sognare che il sud, specie la fascia jonica calabrese, sarà attraversato da nuovi binari elettrificati sicuri, ecologici, efficienti, puntuali e veloci, almeno quanto basta.