Corpi “in vendita” a soli trenta euro. E la città si trasforma in un “bordello” a cielo aperto

23 giugno 2011, 18:58 Il Fatto

Arrivano in Italia per migliorare le proprie condizioni di vita e, per farlo, spesso, si lasciano facilmente trascinare nel fenomeno dello sfruttamento sessuale. Sono le donne nigeriane. La loro età varia e acquista un peso ed un’influenza alquanto significativo. Infatti, l’intero ciclo di sfruttamento (reclutamento, viaggio, superamento della frontiera, insediamento e inserimento nei circuiti prostituzionali coatti) diventa ancor più penalizzante poiché la minore età delle future migranti ne prefigura già delle potenziali vittime per l’arricchimento criminale di terze persone. È proprio la loro giovane età a trovarsi al centro delle attenzioni delinquenziali di trafficanti e maman già al momento della falsificazione dei documenti necessari per intraprendere il viaggio ed entrare, successivamente, nel territorio del paese in cui si eserciterà lo sfruttamento.

Molte di loro arrivano sulle coste calabresi clandestinamente, via mare, dopo un lungo viaggio della speranza. Speranza di redimersi dal proprio disagio economico. Nella sola Crotone, sede del centro di identificazione ed espulsione più grande d’Europa, dall’inizio del 2011 sono sbarcati circa 400 immigrati senza contare i diversi trasferimenti di persone dal centro di Lampedusa, interessato da un’onda anomala di clandestini che hanno portato il paese siciliano all’attenzione del Governo nazionale.

Anche Crotone da qualche tempo a questa parte è interessata dal fenomeno della prostituzione, anche minorile, di queste donne. Le vie centrali della città sono, soprattutto di notte, il loro “ritrovo”. Non c’è bisogno di rientrare tardi a casa per poterle vedere, a gruppi, sui marciapiedi, vicine ai palazzi o sulle panchine comunali. Basta semplicemente rientrare dopo le 21, magari con i propri figli piccoli al seguito, per incontrare una prostituta sul proprio cammino.

La tratta è messa in piedi originariamente dai loro stessi connazionali con la falsa speranza di una vita migliore. Le donne, partono solitamente da prezzi medio bassi per poi svendersi completamente per poter racimolare qualche soldo con i pochi clienti che possono capitare in una serata: tra loro ragazzi, anziani, ma anche professionisti. Tutti complici, chi più chi meno consapevolmente, di un'attività "immorale" e umiliante per la "dignità umana" di ogni singolo cittadino del mondo.