Il Futurismo perduto a Bastione Toledo: opere, quadri e sculture abbandonate nel Polifunzionale chiuso del Comune di Crotone

8 marzo 2021, 06:35 100inWeb | di Vito Barresi

Premessa: noi si spera che non sia vero. E che dietro quella porta chiusa ci sia soltanto un bel giardino all’italiana. Ma a chi tocca dire/smentire che così non è, se nulla al momento si conosce sulla normale, corretta e regolare protezione del patrimonio artistico e culturale che era esposto, fruibile e visibile nei grandi saloni del Polifunzionale Comunale Bastione Toledo a Crotone? S.O.S. Beni culturali, archeologici, monumentali e paesistici? Abbandono, incuria, mancata custodia? Che cosa è accaduto all’interno di quell’antro oscuro, una porta baluardo disertata, speriamo allarmata, in cui sembra essere ridotta da svariati anni questa struttura?


di Vito Barresi

A osservare la porta sbarrata, l’impressione è quasi lugubre. Sembra l’ouverture di una scena da film, l’incipit di una “detective story”.

Magari tutto ripreso da qualche faldone ingiallito, un caso d'epoca di cronaca giudiziaria, ritrovato durante i lavori di ristrutturazione con fondi europei, proprio in questo luogo che, all’origine, era un piccolo quanto grazioso teatro di provincia, detto il San Carlino.

Poi, per lunghi decenni, sede della Procura della Repubblica del Tribunale di Crotone, con l’aula enorme della Corte d’Assise, dove si svolgevano i processi penali e civili dall’Ottocento fino al secondo dopoguerra, oltre gli anni Cinquanta del Novecento.

Ora, dentro questo presidio sbarrato, in quale condizione si trova (o semmai si ritroverà) un patrimonio di beni culturali, solo apparentemente “minori”, depositato tra le mura antiche, uno spazio architettonico con una grande volta, enorme, ristrutturato e funzionalizzato, usufruendo di cospicui finanziamenti a fondo perduto dell’Unione Europea?

Che fine hanno fatto, tra le altre raccolte pittoriche, la quadreria di artisti famosi che narrano il Mezzogiorno (Covelli, Attivissimo, Mori, Scalise, Ferragina, Treccani, Spanò, ecc.) il prezioso “Fondo Futurista”, a suo tempo donato al Comune di Crotone dal noto critico d’arte Luigi Talarico?

Il Polifunzionale Bastione Toledo, a pochi passi dal centro della città, oggi si presenta nella condizione di un vero e proprio sito fantasma.

Non c’è alcuna segnaletica da cui attingere un’informazione, desumere un orientamento, qualche dettaglio di servizio pubblico municipale, tanto che, pur nella luminosa cornice di una frequentatissima parrocchia, qui tutto sembra rimandare alle tipiche facciata di un “ghost-building”, un edificio abbandonato, davvero a prova di letteratura horror.

Comunque sia, lo sappiano alla Procura della Repubblica di Crotone che, se possono, facciano pure qualcosa per porre rimedio a una vicenda che speriamo non sia la solita solfa di evidente inettitudine, “malcostume”, non curanza e abbandono del patrimonio artistico, civico e culturale comunale.

Notiziamo una storia iniziata il 18 ottobre 2001, così narrano i settimanali e periodici locali, allorquando Tallarico si rivolgeva con una lettera al sindaco Senatore per manifestare la sua volontà di donare al comune 20 opere pittoriche, 10 sculture, oltre ad una nutrita collezione di libri ispirati al Futurismo e all’Avanguardia del ‘900, dichiarandosi disponibile a provvedere personalmente alla sistemazione delle opere “in apposita sala ad essa destinate”, promettendo di fare atto pubblico per la donazione post mortem “dei restanti volumi d'arte e di politica della mia biblioteca".

Il 3 maggio 2002, forte della sensibilità e dell’appoggio di un assessore alla Cultura competente e appassionato, Stelvio Marini, lo stesso benefattore presentava al Bastione Toledo la sua collezione con questi auspici:

“Sono lieto di offrire alla città di Crotone, libri, sculture e pitture dedicate all'Avanguardia, ossia quella nuova spinta della concezione espressa da Marinetti e dal movimento Futurista, di cui la Calabria ha rivelato tre grandi protagonisti e cioè Boccioni, Marasco e Benedetto. Non vi sembri dunque paradossale che in una città della Magna Grecia come Crotone, venga auspicato il sorgere di un centro di Avanguardia. Crotone può e deve diventare un centro in cui le conoscenze si devono aprire alle nuove intuizioni dell'artista, poiché la via verso la creazione del ritmo libero universale è stata sì preparata da vari movimenti, ma primo fra tutti è da porsi il Futurismo, come ha detto Piet Mondrain, il padre mondiale dell'Astrattismo”.

Davanti al Toledo viene da chiedersi che cosa ci sia ancora dietro quel portone, quanto sia rimasto dentro al “Lamione” in Piazza Immacolata, praticamente ridotto a un antro oscuro, attraversato chissà da quali fantasmi.

La caccia ai “tesori fantasma”, non sappiamo se e come ancora esistenti, nel più importante sito che custodisce i beni culturali e artistici del Comune potrebbe, dunque, prendere il via da quello che sulla home page dello stesso Municipio viene denominatoFondo Futurismo”.

Con la luce fioca di una candela che illumina lo stanzone d’ingresso, senza più né guardaporta, cerchiamo di farci largo tra l’oscurità di varie domande: che fine ha fatto “la biblioteca che conserva un fondo di circa 2000 volumi relativi al futurismo”?

In quale angolo sono stati, eventualmente, posti al riparo i pezzi che compongono il “fondo” di pregevoli e svariate opere pittoriche, firmate dai noti pittori futuristi calabresi quali Antonio Marasco, Enzo Benedetto, Marcello Landi, e ad altri famosi seguaci italiani del movimento fondato da Tommaso Marinetti?

Dove sono attualmente queste opere, da chi e come risultano custodite e protette, che fine ha fatto uno dei pezzi più significativi di questa preziosa collezione, la scultura in ferro del trevigiano Simon Benetton, risalente agli anni Sessanta-Settanta, che fa parte di una serie di sculture utilizzate per l’arredo urbano di molte città italiane?

La nostra “avventura” non si fermerà qui. Anzi, continuerà con impegno e tenacia, alla ricerca di ben altri e preziosi “sarcofagi” che potrebbero ancora celarsi in questa piramide perduta del patrimonio artistico e culturale scomparso e sommerso del capoluogo pitagorico.

Nel frattempo, forse, farebbe bene la Procura della Repubblica a dare uno sguardo più attento e analitico alla vicenda, spulciando inventario, catalogazione e presa in carico, collocazione e vigilanza, osservando con gli occhi della Legge e dello Stato, cosa accade nel “misterioso” mondo dei Beni Culturali, Artistici, Archeologici e Monumentali di questa città.