Quali iniziative politiche, ideali, di confronto e dialogo, occorre mettere in campo affinché nel prossimo Consiglio Regionale della Calabria vi sia, opportunamente, una qualificata presenza “Grunen”, pronta a cogliere le istanze di un centro laico e cattolico, che non riesce a trovare la sua giusta e qualificata espressione nel governo di questa regione? Come rompere le vecchie logiche, strumentali e personalistiche, di un ormai vecchio e angusto ambientalismo calabrese che è stato l'immorale “ruota di scorta” dei grandi monopoli politici di una certa sinistra populista, per fare avanzare la “visione tedesca e “francescana” di un vero “Green New Deal regionalista calabrese”?
di Vito Barresi
Covid-19, la terribile tragedia collettiva della paura e del contagio, la pandemia tra malattia, cura e sanità, l’esperienza tumultuosa e spettrale di una stagione drammaticamente posta tra la vita e la morte, ha cambiato profondamente le basi sociali della politica, del governo nazionale e regionale, del consenso e della democrazia, facendo emergere un gigantesco desiderio, ancora confuso e inespresso, di una svolta ecologica in Europa, in Italia e nel Mondo, che punti sul rispetto dell’ambiente, avviando una conversione ecologica a 360 gradi, a ogni livello di potere pubblico, economico, comunicativo, ecc. fino ai gesti più concreti della vita quotidiana.
A differenza del passato, la base collettiva ed elettorale della nuova ecologia sta crescendo in strati sociali sempre più ampi e trasversali, e ciò sta avvenendo in ogni popolazione degli stati membri dell’Unione Europea, facendo riferimento non solo all’esperienza di consenso del partito Grunen tedesco, ma guardano, all'ormai emergente e non più tendenziale ma spiccata domanda di rappresentanza nelle istituzioni nazionali, regionali e di territorio della politica verde, al salto culturale avvenuto nella sfera dei valori e degli orientamenti con la svolta ecologista della Chiesa, voluta da Papa Francesco, il pontefice che ha impresso nuovo slancio e vigore (Sinodo dell’Amazzonia, Laudato Si’, Fratelli Tutti, ecc.) a una diffusa presa di coscienza e responsabilità del rischio climatico e del degrado planetario.
Ambiente, sviluppo, democrazia sono le domande sociali che attendono ormai da decenni un’adeguata rappresentanza politica nelle istituzioni regionali calabresi. Ma le resistenze, gli ostacoli, le contrarietà e le furbizie di loschi politicanti (di destra e sinistra), gli stessi che spesso si ’tingono di verde’ e si vestono di finto ambientalismo, sono fortissime.
C’è stato e c’è ancora in Calabria il pericolo di un’inqualificabile frode ideologica e di strumentalizzazione da parte di figure che hanno fatto del loro ‘ecologismo’ un predellino per la scalata di posti e prebende, utilizzando il verde come una maschera utile al proprio carrierismo negli enti, nei parchi, nelle commissioni regionali, nelle consulenze, negli assessorati all’ambiente, con una doppiezza da manuale che suscita l’allontanamento, specie dei giovani, dalle grandi tematiche strutturali ed etiche di una nuova ecologia, umana e integrale.
Tale comportamento cinico e degradante ha fatto crescere in Calabria una malapianta lobbistica che, dagli anni ’80, ha formato una microcasta di “colletti verdi” pronta a sabotare ogni movimento libero e di base, a impedire non solo la legittima partecipazione ma persino la presenza politica delle Liste Verdi in ogni sede di confronto elettorale.
Questa lobbie dei “colletti verdi” è la stessa che si intreccia con il fronte compatto degli inquinatori, bruciando ogni sincera speranza di far affermare una nuova proposta politica che tuteli e valorizzi le straordinarie risorse naturali di un'area di grande importanza nell’equilibrio climatico nell’intero Mediterraneo.
Di fronte alla svolta climatica, alla transizione ecologica, al Green New Deal europeo, ai programmi in marcia per affrontare la crisi strutturale dopo la Pandemia Covid-19, soprattutto in Calabria serve al più presto fondare e istituzionalizzare uno spazio Grunen, che sia il luogo di confronto e dialogo tra società, economia, autonomie locali, chiesa, religioni, terzo settore e governo pubblico del territorio e dei beni comuni.